everything I see. VICOFARINI, SE VI PESTANO I PIEDI, NON È PER NULLA INTELLIGENTE SPOSTARSI DI LATO E CHIEDERE SCUSA…

Tutte bravissime persone, ma troppo ossequiose nei confronti delle «autorità costituite» sopra le quali domina, con tutta l’arroganza del potere sulla gente indifesa, la procura della repubblica di Pistoia, garante non della Costituzione e delle leggi, ma dello status quo


I vicofarini fanno vedere com’è piena la chiesa di Santa Maria Maggiore la domenica. E i pochi presenti – dicono – vengono da fuori e non sono del quartiere


SI LAMENTANO E CHINANO LA TESTA?

MA SE TEMONO RITORSIONI DALLA PROCURA

ALLORA È CHIARO CHI VA CONTRO LA LEGGE


Claudio Curreli su Tvl di Luigi Egidio Bardelli. Oltre che capo scout è anche coordinatore della rete Terra Aperta. Blindato dal Csm

 

«Vanno Vengono Ogni tanto si fermano E quando si fermano Sono nere come il corvo Sembra che ti guardano con malocchio Certe volte sono bianche E corrono E prendono la forma dell’airone O della pecora O di qualche altra bestia Ma questo lo vedono meglio i bambini Che giocano a corrergli dietro per tanti metri…» sono le due strofe iniziali delle Nuvole di Fabrizio De André, un bell’anarchico. Niente di più adatto per i vicofarini.

Dal 2016 a ieri sera – e poi forse chissà per quanto ancora – a Vicofaro sarà tutto un andare e un venire. Perché sono tutti brave persone. Troppo brave persone per riuscire a cavare un ragno dal buco.

Ossequiose nei confronti delle «autorità costituite» sopra le quali domina, con tutta l’arroganza del potere sulla gente indifesa, la procura della repubblica di Pistoia, garante non della Costituzione e delle leggi, ma dello status quo: quello che permette a un sostituto discutibile come Claudio Curreli, di presentarsi in Tvl da don Luigi Egidio Manone, con sotto il suo viso la scritta «coordinatore di Terra Aperta».

Vicofaro 1 – 22 febbraio 2024

Vicofaro 2 – 22 febbraio 2024

Lui sta lì e pontificare. Dimentico che è soggetto alla legge, resta indisturbato a Pistoia dove lavora a fianco della moglie, giudice delle esecuzioni immobiliari; e per giunta con la ceralacca del Consiglio Superiore della Magistratura, un’altra di quelle istituzioni in cui la figura di un non-presidente quale Mattarella è indubbiamente al posto giusto.

Lui non si preoccupa del rispetto delle leggi: si accontenta di farsi i selfie con la Ferragni e Fedez, che poi si scoprono – a quel che sta venendo fuori – personaggi di non chiara (Ferragni) fama.

Ma Curreli (una carriera costellata di cantonate da matti a iniziare da Padre Fedele Bisceglia) è un santo, è un buono, è un giusto. Lui è evangelico. È rimasto bambino, secondo i dettami di Cristo, per poter entrare, evidentemente, nel regno dei cieli.

È rimasto tale e lo si vede dal fatto che porta ancora i pantaloni corti. Inoltre non arriva a capire l’articolo 3 della Costituzione (l’uguaglianza), il 54 (l’onore che un giudice deve alla nazione e al popolo che lo paga), il 117 (il suo dovere di essere soggetto alla legge e non prevaricatore di professione, di fede e di fatto).

Ingenui come bambini, anche i vicofarini dal 2016 battono la loro testa contro il muro di gomma o le pale dei mulini a vento di don Chisciotte.

Se la rifanno col sindaco Tomasi (una vittima delle direttive del senatore La Pietra, teorico del volémose bbène); se la rifanno con la prefettA, ma i prefetti sono come il popolo per il Marchese del Grillo, non sono una «verpa» (studiate il latino); se la prendono con Licia Donatella Messina senza rendersi conto che costei preferisce certo salire le scale della nave da crociera di don Manone, più che quelle della procura: è meno coinvolgente. Basta indossare la maglia della Maic e quant’altro, magari aspersa con l’acqua di Lourdes e, perciò, taumaturgica…

Vicofaro 3 – 22 febbraio 2024

Vicofaro 4 – 22 febbraio 2024

Ma certi nomi sono ineffabili – com’è stato detto ieri sera – al pari di quello di Jaweh: non nominate il nome di Dio invano. Potrebbero cadervi in testa i fulmini del creatore. E se la cosa sta in questi termini, cari vicofarini prudenti e rispettosi di chi vi maltratta, non lamentatevi che il vostro quartiere sia ormai definito ufficialmente degradato dalle agenzie immobiliari stesse. Le quali, di case in vendita costà, non vogliono far nome: anzi se ne vergognano come fossero esplicite ammissioni di infame pedofilia.

A Vicofaro vanno e vengono tutti come le nuvole di De André. Ugualmente procedono i cosiddetti giornalisti “aggreppiati”, vale a dire addottorati dall’ordine toscano simile a una sede del Pd: il direttorio di sinistra li condiziona a non alzare la testa: troppo pericoloso. Ecco perché i giornalisti liberi di Linea Libera vengono arrestati dalla Gip Martucci su raccomandazione speciale di Claudio Curreli; e condannati scriteriatamente da un giudice Gaspari, anch’egli pronto a obbedire allo strapotere procurale, nel tentativo di azzittire le voci degli oppressi scomodi. Del resto Luca Gaspari, pur magistrato “al di sopra della legge”… tiene famiglia, è stufo di stare a Pistoia e vuole andarsene, perciò sarebbe sciocco inimicarsi quel Terzo Piano che di fatto asfissia la libertà dei paga-tasse.

Va detto, però, che il vero giornalismo è il nostro, anche se ieri sera, all’Mcl di via Borgognoni, durante la conferenza stampa, qualcuno ha sussurrato: «Non stateli a sentire loro… Sono di Linea Libera, sono inaffidabili». È vero: ma solo perché noi non ci conformiamo al «dovere dell’omertà».

Vicofaro 5 – 22 febbraio 2024

Vicofaro 6 – 22 febbraio 2024

Se siamo inaffidabili noi che lottiamo da quasi cinque anni contro le violenze di una procura che non conosce il suo dovere, a che livello giungono gli avvocati di Pistoia che disincentivano e demotivano i vicofarini, impedendo loro di partire in massa per la procura di Genova, che non solo non fa niente per raddrizzare i chiodi storti di Pistoia, ma che addirittura quei chiodi storti li protegge come un’amorevole chioccia?

Occorre concludere che è vero che ogni popolo ha i governi che merita. E che è giusto – dinanzi a tanto educatissimo timore reverenziale e ai continui, inutili strilletti tipo «ora basta, ora qualcuno deve pagare» –; è giusto canticchiare la parte finale dell’Alluvione di Riccardo Marasco.

Il punto in cui Dante conclude: “O fiorentini m’avete esiliato… prendete la merda che dio v’ha mandato!”.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Napoleone Bonaparte

 

Se i francesi, il 21 gennaio 1793, non avessero ghigliottinato Luigi XVI, non ci sarebbe mai stato il Code Napoléon né, successivamente, il Codice Civile italiano.

Grazie al quale i giudici delle esecuzioni immobiliari possono serenamente tagliare il collo dei cittadini italiani con dei veri e propri giochi di prestigio.


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