EX COLONIA IPOST DI PRUNETTA, IL SINDACO MARMO SCRIVE A RENZI

Luca Marmo
Luca Marmo

PITEGLIO. È di questi giorni la lettera della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui, in occasione della Festa della Repubblica, si invitano i Sindaci italiani a segnalare la presenza di strutture fatiscenti e in disuso. A questo proposito il sindaco di Piteglio Luca Marmo ha scritto al presidente Renzi segnalando il problema del complesso Ipost:

Caro Matteo,
mi scuso per il tono confidenziale ma ormai ti sei accreditato come il Sindaco d’Italia e quindi mi permetto di considerarti un collega. Da qualche giorno sono Sindaco del Comune di Piteglio (Provincia di Pistoia), a capo di una lista civica sostenuta dalle forze del centrosinistra. Per la verità non sono alla prima esperienza amministrativa: nello stesso Comune ho fatto il capogruppo consiliare e l’assessore nell’arco di due mandati fra il 1995 e il 2004. Piteglio è un Comune della Montagna Pistoiese (circa 1.800 abitanti) al confine con San Marcello dove, perché ti siano chiari i riferimenti, è ubicato il Dynamo Camp che dovresti conoscere.

Il degrado dei beni pubblici. 1
Il degrado dei beni pubblici. 1

Il problema che ti sottopongo è relativo ad un grande complesso, originariamente adibito a centro vacanze per i figli dei dipendenti delle poste, all’epoca di proprietà dell’ ex IPOST. La struttura (circa 13.000 m di superficie) insiste nella frazione di Prunetta ed è costituita da un complesso (10.000 mq) adibito a colonia e da un albergo (3.000mq), a pochi passi di distanza, destinato all’ospitalità dei genitori.

IPOST era l’ente previdenziale delle poste che tre mesi all’anno garantiva la presenza di diverse centinaia di persone, con posti di lavoro stagionali ed effetti indotti sull’economia del luogo che ti lascio immaginare. Il complesso ha funzionato con queste modalità dal 1975 al 1997. Da quel momento nessuna attività è stata più svolta e la struttura (in cemento armato) è andata incontro ad un progressivo declino. Oggi è degradata e fatiscente e, lasciami aggiungere, decisamente brutta anche per i suoi connotati strutturali non in linea con le specificità del luogo.

Il degrado dei beni pubblici. 2
Il degrado dei beni pubblici. 2

Al tempo della chiusura il Comune era governato da una amministrazione di cui il sottoscritto faceva parte. Immediatamente ci mettemmo all’opera per individuare, di concerto con Ipost (all’epoca Presidente Ialongo), una soluzione che contemperasse la disponibilità del pubblico con qualche iniziativa privata. Gli interlocutori individuati furono innumerevoli e innumerevoli le idee passate per la nostra testa e per quella altrui (pensionato per anziani, centro internazionale vocato all’accoglienza di studenti stranieri e orientato all’approfondimento delle grandi tematiche culturali della Toscana, distaccamento di attività universitarie sui temi delle Scienze Forestali …).

Purtroppo, nel tempo, queste idee non si sono mai tradotte in realtà. Questo per diversi motivi ma in particolare perché le dinamiche di vendita degli immobili pubblici hanno fatto sì che il prezzo di vendita della struttura si sia sempre collocato abbondantemente al di sopra di una quota che rendesse appetibile un qualunque tipo di investimento. La prima base d’asta che ricordo collocava l’immobile sul mercato ad un costo di 13miliardi di lire.

Il degrado dei beni pubblici. 3
Il degrado dei beni pubblici. 3

Qualche anno più tardi l’immobile è andato a cartolarizzazione con tutti gli immobili Ipost e incaricata della vendita era una agenzia privata. Qui le mie conoscenze si perdono un po’ e ci sarebbe da riprendere il filo della questione. Nel frattempo Ipost è stata inglobata da Inps e questo non so cosa abbia comportato in termini di possesso del complesso ex Ipost e delle conseguenti dinamiche di collocazione sul mercato. Immagino che il decreto “Sblocca Italia” al quale state lavorando sarebbe un “luogo” eccellente per dare risposta sia al problema della vendita ma perché no …. magari anche a quello di una eventuale gestione successiva. Chiederei pertanto all’Ufficio di Presidenza di fare le opportune verifiche del caso per accompagnarci verso una soluzione percorribile.

Immagino che le situazioni di questo tipo, che ti saranno segnalate da tutta Italia siano davvero tante. Ti pregherei di tener conto che qui da noi, dove l’economia langue più che altrove e dove il tasso di invecchiamento della popolazione rende del tutto legittimo il domandarsi “da dove si riparte”, una risposta a questo problema sarebbe una boccata di ossigeno importante oltre che un appiglio cui aggrapparsi per ritrovare un po’ di sano entusiasmo.

Spero davvero che un po’ della speranza che hai saputo accendere in questi mesi riesca a volare fin quassù.

Buon lavoro Matteo! Un saluto.

Luca Marmo, Sindaco di Piteglio

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3 thoughts on “EX COLONIA IPOST DI PRUNETTA, IL SINDACO MARMO SCRIVE A RENZI

  1. bravo Luca se ti risponde faccelo sapere… detto tra me e te non lo farà.

  2. Sig. Sindaco
    ho letto la sua lettera al premier Renzi sulle vicende della colonia IPOST di Prunetta, e mi ha colpito la frase “Qui le mie conoscenze si perdono un po’ e ci sarebbe da riprendere il filo della questione” allora le dico che se avesse seguito le vicende della precedente amministrazione avrebbe potuto documentarsi meglio, infatti dovrebbe leggersi l’articolo del 21 febbraio 2014 della Nazione dove è spiegata tutta la vicenda, ed avrebbe saputo anche che la trasmissione REPORT di Rai 3 trasmetterà un servizio proprio sulla colonia di Prunetta nel mese di Settembre.
    Tutto questo per ribadirle che arrivato secondo! quindi poteva benissimo utilizzare al momento opportuno quanto fatto dal precedente Sindaco.
    Ma capisco mettersi in mostra ora con una lettera che è fine a se stessa è più chic, fa dire a qualcuno… “hai visto che Sindaco ganzo ha scritto a RENZI ! questo si che ci sa fare”.
    Ma ha pienamente ragione giorgiofabbri “se ti risponde faccelo sapere… detto tra noi tre non lo farà.
    Buon lavoro sig. Sindaco !!! Che di promesse da mantenere fatte in campagna elettorale ce ne sono tante.

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