LUCCA-PRATO-PISTOIA. Andamenti spiccatamente differenziati nei diversi settori manifatturieri, con prestazioni meno brillanti di alcuni dei comparti finora più performanti e viceversa recuperi consistenti rispetto a posizionamenti fin qui meno positivi: questo il quadro dell’export manifatturiero dell’area Lucca-Pistoia-Prato nel 2° trimestre 2016 (aprile-giugno).
Le tensioni sui mercati internazionali hanno fatto sentire i loro effetti, per quanto in misura non clamorosa. Le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Toscana Nord sui dati Istat registrano, per l’intero settore manifatturiero delle province di Lucca, Pistoia e Prato, una leggera variazione negativa, -0,2%, rispetto al secondo trimestre 2015.
Una battuta d’arresto rispetto all’eccellente +5,2% del 1° trimestre, con una conseguente compressione della variazione tendenziale del primo semestre 2016 che si porta a quota +2,2%. Un dato, quest’ultimo, comunque di tutto rispetto in confronto al +0,9% della Toscana e al +0,1% dell’Italia.
Il dettaglio a livello provinciale mostra, per il periodo aprile-giugno 2016 rispetto al corrispondente trimestre 2015, variazioni tendenziali sensibilmente inferiori rispetto a quelle dei trimestri precedenti. Rimangono nettamente positive Prato con +4,9% e Pistoia con +3,1%, mentre il dato negativo di Lucca, che segna -4,7%, si spiega anche con le fisiologiche oscillazioni di alcuni settori e con la comparazione con i risultati estremamente positivi del 2015.
Fra i settori le prestazioni migliori sono quelle dell’abbigliamento e maglieria, ambito produttivo che pesa per l’11,2% dell’export manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato e che ha messo a segno un +12,4% rispetto allo stesso trimestre del 2015. Il settore cartario (incidenza sull’export al 13,2%) incrementa del +2,5%, mentre il tessile (incidenza sull’export al 23,3%) mostra un piccolo ritocco all’insù pari a +0,5%.
Negativi i dati della meccanica strumentale (incidenza pari al 12,4% sul totale dell’export dell’area), che arretra nel trimestre del -5,6%.
Per quanto riguarda i mercati, i problemi del trimestre aprile-giugno 2016 sono venuti dalle maggiori piazze europee: le vendite in Francia (primo mercato di sbocco per le tre province con un peso del 12,9% sul totale esportato) si sono contratte del -6,1% e sono rimaste pressoché ferme in Germania e Regno Unito. Bene invece la Spagna, quarto mercato europeo, con un export in crescita del +13,6%. Fuori dall’Europa molto positivi i segnali del mercato Usa (che incide per il 7,9% sul totale dell’export complessivo) dove le vendite sono cresciute del +15,9%.
I dati dopo la crescita a doppia cifra del 2015 (+12,7% sul 2014) e quella smorzata ma significativa del 1° trimestre 2016 (+2,3% rispetto allo stesso periodo del 2015), le esportazioni manifatturiere della provincia di Lucca segnano la prima contrazione: -4,7% tra aprile-giugno 2016 sugli stessi mesi del 2015.
Nel dettaglio settoriale sono positivi il cartario con un +1,7% (incidenza sull’export lucchese pari al 26,5%) e il lapideo con un +4,7% (incidenza pari a 4,2%).
Si contraggono invece del -12,2% le vendite all’estero di macchine e apparecchi (incidenza sull’export lucchese del 17,2%), del -5,1% quelle di navi e imbarcazioni (incidenza pari al 12,9%), del -16,2% quelle di cuoio e calzature (incidenza pari al 9,4%), e del – 3,2% le vendite estere dell’alimentare (incidenza pari a 7,8%).
Il bilancio gennaio-giugno 2016 dell’export manifatturiero lucchese segna un -1,6% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Il commento della vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Cristina Galeotti. “Nel secondo trimestre 2016 le esportazioni della provincia di Lucca interrompono la fase di crescita che durava ormai dal 2013. Ciò perché alcuni settori hanno subìto il rallentamento di diversi paesi dell’area euro (tra questi non figura la Germania) e della Gran Bretagna, lo sfasamento temporale di commesse pluriennali (nautica e macchine per la carta), i prezzi in calo del rame; tutti fattori che, uniti al confronto con i livelli record del 2015, hanno determinato una flessione che però possiamo considerare su livelli contenuti e non diffusa. Altri settori, infatti, hanno beneficiato di un notevole rialzo delle vendite in nord America (Usa, Canada e Messico)”.
Pistoia
I dati Il complesso delle imprese manifatturiere pistoiesi registra, nel secondo trimestre 2016, un incremento delle vendite estere del +3,1% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Positivi i contributi dei settori abbigliamento e maglieria con un +14,8% (incidenza sull’export pistoiese pari al 5,8%), delle macchine e apparecchi con un +4,7% (incidenza sull’export pistoiese pari all’8%), gomma e plastica con +13%, legno e carta con un +6,7%. In contrazione del -3,3% il settore alimentare e quello dei mobili e materassi con un -8,2% e quello del cuoio e calzature con -2,6%.
Il bilancio gennaio-giugno 2016 dell’export manifatturiero pistoiese 2016 segna un +4,4% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Il commento della vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Federica Landucci. “Siamo soddisfatti per questo ulteriore risultato di crescita messo a segno dall’industria pistoiese dopo quello del primo trimestre e più in generale perché, dopo qualche incertezza negli anni immediatamente successivi alla crisi il trend delle esportazioni di prodotti pistoiesi è di nuovo stabilmente allineato a quello – positivo – delle esportazioni italiane. La crescita delle esportazioni pistoiesi è tanto più importante in un momento come quello attuale in cui, in generale, le condizioni dei mercati internazionali sono difficili. È un’ulteriore conferma del fatto che a Pistoia esiste un nucleo di aziende ben strutturate, in grado di affrontare con successo le sfide attuali”.
Prato
I dati. L’export manifatturiero pratese di aprile-giugno 2016 rallenta il ritmo di crescita rispetto al primo trimestre (+9,5% su gennaio-marzo 2015) ma mette comunque a segno un rilevante +4,9% tendenziale.
All’incrocio tra rilevanza settoriale ed entità delle variazioni si colloca il settore dell’abbigliamento e maglieria (peso sul totale dell’export della provincia nel 2016 pari al 27,5%) che ferma la lancetta a +11% rispetto a aprile-giugno 2015.
All’interno del tessile spicca il +5,4% tendenziale nell’export di tessuti che si contrappone alla prima vera battuta d’arresto nell’export di filati, -3,9%, dopo una lunga fase di crescita. La negativa dinamica 2016 degli altri tessili, -6,9% sul secondo trimestre 2015, contribuisce a fermare la variazione del totale tessile (peso sul totale dell’export della provincia pari al 53,8% nel 216) a +0,5% rispetto ad aprile-giugno 2015. Bene la meccanica strumentale comprendente prevalentemente il meccanotessile con un significativo +36,2%.
Il commento del presidente di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi. “I dati sull’export del 2° trimestre 2016 arrivano mentre il tessile pratese è impegnato nelle fiere del comparto tessuti. Il forte interesse che abbiamo riscontrato in questi giorni presso la clientela è confermato dai dati dell’export: i tessuti per abbigliamento trama-ordito, col loro +5,4% tendenziale, vivono un momento di sensibile ripresa, particolarmente importante visto che questa tipologia produttiva rappresenta da sola la metà dell’export tessile pratese. Gli eccellenti risultati dell’abbigliamento-maglieria non sono invece una novità, dato il consueto buon andamento del comparto. Da segnalare l’exploit di un comparto ad alta specializzazione come il meccanotessile, certamente da ascrivere alle oscillazioni fisiologiche per la sua tipologia produttiva ma anche alla sua propensione all’innovazione”.
Confindustria Toscana Nord