PISTOIA. Cosa rappresentano i Giovani Democratici oggi, se non l’avanguardia italiana di un’area progressista che in campo mondiale si batte per il riconoscimento universalistico dei diritti della persona, intesa nelle sue più vere e reali sfaccettature?
In questo, riteniamo che l’uguaglianza di ogni individuo rispetto all’altro non si identifichi certamente nella disumanizzazione e nell’annullamento della debolezza, della diversità, della peculiare bellezza che ognuno di noi porta con se, ed uguaglianza per noi è riconoscere che quella diversità, quella particolarità non è da censurare ma da proteggere, alimentare e difendere da un clima di barbarie medievale che ancora trasversalmente attraversa pezzi importanti e disparati della nostra società.
Per tale motivo, sentiamo il bisogno di far sentire la nostra voce, quella di una generazione cresciuta a suon di forti e valorosi cavalieri che salvano dolci e indifese donzelle, ossia il più classico degli stereotipi.
Eppure nessuno, tra le ragazze ed i ragazzi della nostra età, va a giro su un cavallo, armato di armatura, alla ricerca della sua bella rinchiusa nella torre.
Al contrario spesso, troppo spesso, assistiamo a cavalieri che si trasformano nel più orribile dei draghi, distruggendo come una proprietà proprio la bella che invece dovrebbero difendere, e gli emblematici casi degli ultimi giorni sono solo la punta dell’iceberg di una situazione ormai divenuta quasi endemica ed assolutamente inaccettabile.
Per queste ragioni, riteniamo che la polemica attorno ad un racconto che dice ai più giovani che possono non curarsi dei limiti che la società gli impone, sia da rifiutare alla radice.
Lo spettacolo “Fa’ afafine” ha ottenuto numerosi riconoscimenti per quanto riguarda la sensibilità con cui affronta temi complicati, come la fatica di un adolescente di trovare se stesso, di scavare nella propria coscienza e sentirsi libero di essere ciò che sente di essere, ed è stato oggetto di attacchi strumentali e assolutamente privi di ogni fondamento.
Il punto non è, per quanto ci riguarda, la diffusione della teoria del gender, ma cercare di non vedere gli altri attraverso dogmi o preconcetti, non additare qualcosa o qualcuno che non si conosce come brutto e/o sbagliato solo perché diverso.
È insegnare ai più piccoli ad accettarsi per quello che si è, e riteniamo che questo sia il senso dello spettacolo offerto alle scuole, e che ciò costituisca una lezione di civiltà da difendere, preservare e curare, potendo aiutare i più giovani a sviluppare una coscienza critica per essere cittadini migliori domani, e per evitare che chi si sente diverso dagli altri, debba subirne il rifiuto, spesso oggetto di tragiche conseguenze, assolutamente da evitare.
Circolo dei Giovani Democratici di Pistoia
[francesco romano natali]
Domanda di fondo: ma questo ragazzo “si è accettato per quello che è?”.
Questi giovani democratici figli di papà.
I genitori non sono tanto cretini come credete, mimmo!