CARMIGNANO. Ci vuole poco per tornare a quote più normali: basta volerlo, ma attenzione, siamo abilissimi a complicare le cose semplici. Nella vita, nello sport.
Per giungere a quel “poco” occorrono intelligenza, disponibilità e comprensione del prossimo. Bravi, allora, il primo cittadino di Carmignano, Doriano Cirri, e il giovane assessore allo sport del comune pratese, Stefano Ceccarelli, a dedicare una serata al loro concittadino illustre Marco Falasca, preparatore atletico nato a Pistoia ma residente a Seano, giunto al 25° anno di attività, una carriera spesa tra Pistoiese e Aglianese, Olbia e Genoa e ancora Bari, Rimini, Avellino, Frosinone e Benevento (e altre piazze importanti).
Per festeggiare le “nozze d’argento con lo sport”, nella sala consiliare del Comune, moderati dal giornalista di Toscana Tv Massimiliano Martini, ecco gli allenatori Guido Carboni, Davide Dionigi e Sileno Passalacqua, il preparatore dei portieri Luciano Bartolini, il medico sociale della Fiorentina Paolo Manetti, i giornalisti Andrea Bonfiglio e Stefano Chini (e il sottoscritto), il direttore sportivo Daniele Piemontesi, il dirigente dell’Aglianese Piero Marini e il preparatore atletico Leopoldo Mastropietro.
Tutti uniti dall’amicizia col festeggiato, ma soprattutto persone in un calcio ormai popolato da personaggi, spesso negativi. Partendo dalle felicitazioni, più che meritate, a Falasca, che come molti dei professionisti validi è a casa e non su un campo da calcio, si è acceso un interessante e costruttivo dibattito sul pallone di ieri e quello di oggi, sui valori che, pian piano cogli anni, sono sfumati in disvalori, sino ad arrivare a un football robotizzato e solo business, in cui si sono perduti passione e aspetto ludico.
Allora tra chi vorrebbe un colpo al cerchio e uno alla botte (adeguiamoci allo sviluppo, al calcio business e ipertecnologico, ma guai allo stress e alle tensioni tipicamente italiani), preferiamo chi desidererebbe ancora essere in grado di rincorrere la sfera (meno esasperazione e ritmi alla Ridolini più tecnica e umanità, meno affaristi più imprenditori, no alle spese folli sì agli investimenti) magari per calciarla in faccia a chi, dopo averci ridotto in mutande, vorrebbe toglierci anche i sogni.