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ROMA. Mentre Diego Fusaro ci mostra che l’élite globalista fucsia si è ripresa l’Italia, escono altre indiscrezioni sulla nascita del nuovo governo giallorosso/fucsia.
I problemi di sistemazione di Giggino Di Maio sembra che siano stati risolti con un escamotage da altissima strategia politico-istituzionale. Di Maio non sarà vice-premier, come avrebbe voluto, ma viceministro della famiglia.
Il ministero della famiglia, peraltro, sarà affidato – dicono – all’On. Cirinnà che, secondo la sua dottrina liberal-comunista, provvederà a ricondizionare l’ideologia della famiglia tradizionale nelle menti deboli dei cosiddetti normali, che preferiscono il binomio uomo+donna = donna+uomo a qualsiasi altra situazione Lgbt.
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Il Ministero della famiglia avrà la sua sede principale a Roma, ma una sede distaccata a Bibbiano, che sarà diretta proprio da Giggino il quale, in fase di rieducazione e di fidelizzazione e per onorare il patto sigillato con la parola da lui data a Zingaretti, emanerà i decreti necessari a sottrarre i figli ai poveri-normali per affidarli ai ricchi radical/Lgbt.
Anche gli iscritti ai 5 Stelle, se non di categoria protetta Lgbt, dovranno rieducarsi secondo le regole della ministro/a Cirinnà.
Come coordinatori dello staff tecnico ministeriale del progetto di svolta previsto da Zingaretti, sono già stati indicati Nichi Vendola e Ivan (Il Terribile) Scalfarotto. L’esperienza di Bibbiano sarà arricchita da quella del Forteto di Firenze, una struttura cara a certi magistrati toscani di sinistra, e all’ex premier Matteo Renzi, ora eminenza fucsia.
Il Pd, dal Nazareno, conferma che questo sarà non un governo di semplice svolta, ma di vera rivolta (delle frittate, delle salsicce e del popolo).
Santo Paternostro
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Miserere, miserere, miserere, miseri noi,
però Giggino brinda alla vita [v. Zucchero & Pavarotti]