DOPO L’AVVENTO degli Ogm e delle piante create in laboratorio, i cui semi sono sterili e quindi da ricomprare ogni anno, qualcosa di simile sta accadendo per l’uomo, ovvero per un maschio e una femmina che per cause naturali non riescono a riprodursi.
Si ricorre in questo caso a uteri in affitto, a donazioni di seme, a innesti e procedure di ogni genere che condurranno, alla fine del percorso, ad una creatura della quale non si saprà mai la storia, né il passato che lo ha generato e che, ovviamente, potrebbe incuriosirlo e del quale potrebbe sentire la legittima necessità.
Ma questo aspetto coinvolge la famiglia che lo ha voluto: ossia il babbo e la mamma e soltanto loro.
Viceversa, quello che sta succedendo, e che ben presto dilagherà in seguito alla questione ormai assodata delle unioni civili, investe anche coloro che invece si ritrovano con una famiglia tradizionale: mi riferisco all’adozione di un figlio.
Nulla di personale contro omosessuali o gay. Ognuno del suo privato può farne ciò che vuole magari con riservatezza come d’uso anche tra maschi e femmine a meno di non scadere nell’indecenza.
Ciò che invece vorrei sottolineare, e per cui chiedo aiuto agli esperti che dovessero imbattersi in queste righe, è un aspetto dinanzi al quale mi trovo non imbarazzato ma senza argomenti semplici e convincenti: spiegare a una bimba di 8 anni, che ti pone domande logiche ed elementari, come mai il suo compagno di classe o di giochi si ritrova con due genitori dello stesso sesso.
A queste domande, esposte con disarmante ovvietà ma anche decisione e stupore, occorre rispondere senza dare l’impressione di sfuggire o glissare per non lasciare vuoti pericolosi nella psicologia di un minore e perderne la fiducia.
Credo che anche questo debba essere un problema da affrontare e risolvere, poiché tra tutte le tutele più o meno valide e urgenti, quella dei minori è senza dubbio la più necessaria, anche di quelli che hanno un babbo e una mamma, maschio e femmina.
Le cose si aggravano e divengono più complicate quando in casa, oltre al babbo e la mamma, il bimbo convive con cani maschi e femmine, ed ha nel giardino tartarughe maschi e femmine, un gallo e una gallina col seguito di piccoli che da queste accoppiate derivano.
Abbiamo sbandierato sempre la natura come entità cui rispondere e dinanzi alla quale doversi inchinare, fatta di leggi e di conseguenze, di regole non scritte ma imposte dalla notte dei tempi, considerate certezze sulle quali contare e, per un bambino, forse non facilmente sostituibili con concetti per lui poco comprensibili nei quali solo gli adulti trovano conforto.
Ammetto la mia incapacità e tutti i limiti aggravati da una formazione scientifica naturalistica, nell’attesa che qualcuno, senza scomodare la cattedra, conforti i miei dubbi e dissolva le mie perplessità…
[Fiore Di Monozzo – Ospite]
Buon giorno! L’argomento è molto opportuno e valido. personalmente ho due figli una alle elementari e uno in prima media e per esperienza personale, ho potuto constatare che è proprio come dice Lei; i bambini non hanno ancora tutte le sovrastrutture che appestano gli adulti (leggasi film che ci si fa su noi e la vita, per giustificare a noi stessi il fatto che non riusciamo ad essere aderenti alla realtà e dunque in parole povere ci raccontiamo e raccontiamo un sacco di balle) e quindi pongono domande ovvie, semplici e dirette. Quindi, sempre per esperienza personale io ai miei figli dico la verita, nel modo più semplice possibile, dove per verità intendo la pura constatazione di ciò che accade, senza giudizi od opinioni cui fa seguito la spiegazione nella maniera più semplice del perchè una cosa accade. In questo caso: ci sono uomini e donne cui per motivi che ancora non sono stati chiariti ne da scienza ne da altro, piacciono e a volte amano, persone dello stesso sesso. (Punto)
In epoche passate la società perseguiva penalmente questi comportamenti, oggi, no, e le società odierne, dei paesi sviluppati, tendono a consentire e definire per legge questi comportamenti nel senso di assimilarli alle unioni tra un uomo e una donna.
Questo è quello che dico ai miei figli, i quali non provano ne imbarazzi, non svengono, non rimangono scioccati, non temono che il mondo diventi gay, si rendono conto che per numero, le coppie eterosessuali sono comunque una schiacciante maggioranza e quindi capiscono che questo è l’andamento naturale negli esseri viventi, ma capiscono anche che ci sono persone che da questo punto di vista sono diverse e non ne trovano niente da ridire. I bambini sono così,non procedono per negazione dell’altro, ma sono curiosi e cercano di capire.
Buona giornata
Massimo Scalas
FIORE DI MONOZZO: La questione che intendevo sottoporre all’attenzione di chi ne sa più di me non è tanto far digerire ai piccoli la convivenza tra due uomini o tra due donne e spiegare che tra loro c’è quel senso di amore universale che coinvolge, di regola, uomini e donne ma che può essere inteso in qualsiasi direzione.
Non è dell’omosessualità che mi preoccupa la spiegazione ai bambini, che, come si sa sono sensibili al bene, all’amore sincero, senza confini, senza limiti.
Non discuto sull’ambiente sereno che una coppia omosessuale sia in grado di rappresentare come e anche meglio di una coppia etero, nulla da eccepire su questo. La materia, invece, diviene più complicata quando si parla dei loro compagni di giochi, quando si presentano, con candore, accompagnati da due babbi o da due mamme. Questo può stridere e contrastare maledettamente non con quello che abbiamo insegnato loro bensì con quanto abitualmente constatano direttamente, non solo nel circuito familiare tradizionale ma anche e soprattutto in quello naturale che molti bambini hanno ancora la fortuna di frequentare.
Da un lato ci si sforza di spiegare loro come funziona il mondo animale e vegetale inteso almeno nelle sue forme più evidenti basate su accoppiamenti di sesso diverso dal quale nascono nuovi esseri geneticamente dipendenti da chi li ha generati, dall’altro ci si trova a dover contraddire questi assunti consolidati senza trovare una spiegazione plausibile e persuasiva in grado di sovvertirne le leggi.
Prima si criticava chi si ostinava a sostenere dinanzi ai piccoli che i figli nascevano sotto un cavolo o che era la cicogna a provvederli di un fratellino o di una sorellina, ora, dopo che più o meno faticosamente siamo riusciti a togliere, giustamente, parecchi tabù ci si trova a compiere un equilibrismo non facile dimostrando l’indimostrabile. Non vorrei si dovesse invocare di nuovo l’intervento della cicogna.