PISTOIA. I politici di oggi sono molto meno intelligenti di quelli di “allora”, per i quali, quando arrivava il momento delle scelte, l’obbiettivo della vittoria era preminente su molte altre componenti.
A Pistoia assistiamo già a posizionamenti falsamente ideologici e tesi più a rimarcare ciò che non unisce rispetto al suo contrario.
La lista civica, che ha già fatto la sua apparizione, che civica non è, targata già erroneamente “di sinistra”, ne è la prova.
Rivincerà il Bertinelli e la sua non-politica, con lo scarso 30% di voti che il suo Pd, oramai strasputtanato a livello nazionale e locale, riesce ancora a carpire fra tutti coloro che ha messo a posto negli enti pubblici e derivati e che, solo per paura di perdere posizioni già acquisite o minacce subliminali, buttano nel calderone il loro voto e la loro volontà. Come i democristiani d’un tempo.
Se lista civica ha da essere, e dovrebbe, perché non riunire persone e capacità di schieramenti vari con un programma snello e fattibile?
Un programma che riguardi la scuola, la sanità, la viabilità e tutte quelle necessità che non hanno colore e rigida impostazione partitica.
Possibile che Pistoia, apripista “allora” del compromesso storico a livello nazionale, non riesca a comprendere che solo eliminando il Pd, che da settanta e più anni sta martorizzando questa città, sarà possibile ridare ossigeno a un territorio semi-cadaverico, pronto a litigare sulle pisciate dei gatti o di qualche sub-umano nelle viuzze del centro, e non invece sui problemi reali che affliggono il territorio e la gente?
Se qualcuno afferma che il progetto è impossibile, sarà opportuno ricordare che in altri Comuni della Provincia, a suo tempo, per levarsi di torno comunisti e frattaglia varia, uomini di varia provenienza partitica e di ancor più varia cultura sociale e civile, si “aggregarono” e raggiunsero l’obiettivo.
Furono esperienze che non ebbero poi una evoluzione più estesa per il predominare delle ideologie a livello regionale e nazionale: ma furono un segnale che la popolazione, quando vuole, sa scegliere.
Con tutto il dovuto rispetto, se l’intelligenza, la cultura e la capacità politica che questa Giunta esprime sono irraggiungibili, beh, allora, mettiamoci l’anima in pace.
Se ci verranno a dire che a mezzogiorno in piazza Duomo pioverà minestrone di fagioli o carcerato (quello vero e non farlocco), che faremo? Andremo tutti con il pentolino in trepida attesa?
Appurato che, purtroppo aggiungo, le idee sono morte; stabiliti i doverosi distinguo, la società pistoiese ha il dovere di compattarsi e fare piazza pulita di una sinistra che opera da destra codina e liberal capitalista senza scrupoli o limiti.
De Benedetti, tessera n. 1 del Pd è un signore che attraverso una società in pre-fallimento o già fallita a lui riconducibile e della quale, si dice, il responsabile del terzo settore nominato da Renzi, di nome Manes, sembrerebbe essere l’amministratore delegato e quindi in palese contrasto di interesse, ha ciucciato al Monte dei Paschi, senza restituirli, una valanga di euro. Due miliardi?
E perché Pistoia e la sua area ex Breda è da anni in perfetto disastro e si sono garantiti mutui a una ditta che poi si è dimostrata insolvente?
Chi ha garantito questo sfacelo urbanistico e queste operazioni da manette se non la politica, quella solita e targata Pd?
Dunque non sarebbe arrivato il momento, anche solo per esclusivo dovere civico, di superare certe divisioni anche aspre, e cercare di “rivestire” a nuovo Pistoia?
Sentite: sognare non costa niente. Almeno per ora. In futuro, con l’aria che gira, chi lo sa?
[Felice De Matteis]
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