fantapolitica. CON TUTTI I PROBLEMI DI SERRAVALLE QUAL È IL PIÙ IMPORTANTE PER IL PD? MUSSOLINI CITTADINO ONORARIO

Ecco perché stanotte, nella Valdiquà, verso Pistoia, nessuno ha chiuso occhio! E anche a Casalgrillo la gente è rimasta senz’aria: lo spirito di Benito, infatti, ha aleggiato come quello di dio la notte in cui, in Egitto, si sparse nella città del faraone e fece fuori tutti i primogeniti secondo l’avviso piagoso di Mosè

CANCELLAR VOLÉANO IL DUCE

MA LUI RESTA, ZITTI E PUCE !


Batter dové Simona in ritirata con tutte le truppe…

 

QUESTA MATTINA mi sono alzato e ho trovato l’invasor… Sentivo che c’era qualcosa che non andava. Ho sudato tutta la notte e non riuscivo a prendere sonno. Qualcosa mi turbava, nel profondo. Inquietantemente

Alle 5:50 ero in piedi, con i capelli ritti e gli occhi sfatti. Mi chiedevo cosa potesse esserci nell’aria che non andava e finalmente… sono stato illuminato d’immenso, come il poeta!

Un lampo di flash ed ecco la realtà: «Oddìo, o signor dal tetto natìo (testo di Temistocle Solera; musica di Giuseppe Verdi in I lombardi alla prima crociata); o padre nostro che ne’ cieli stai non circustritto, ma per più amore ch’ai primi effetti di lassù tu hai (per quelli della scuola progressista e della Cgil, sto citando Dante del Padre Nostro)… Cosa mai sarà accaduto di tale da impedire un mio tranquillo risveglio senile?».

Soluzione a portata di mano. Ieri pomeriggio il consiglio comunale di Serravalle, chiamato dall’ex-vicesindaca Simona Querci a cancellare l’obbrobrio della cittadinanza onoraria concessa a Benito Mussolini in un Comune fu-rosso per 75 anni (dove nessuno, nemmeno il gatto di Ermanno Bolognini, si era mai accorto di questa ingombrante presenza); il consiglio, dicevo, ha spernacchiato la richiesta della sinistra e ha bocciato la domanda di madame-Cgil.

Il gatto del Bolognini stanotte ha sudato freddo

Ecco perché stanotte, nella Valdiquà, verso Pistoia, nessuno ha chiuso occhio! E anche a Casalgrillo la gente è rimasta senz’aria: lo spirito di Benito, infatti, ha aleggiato come quello dell’angelo di dio la notte in cui, in Egitto, si sparse nella città del faraone e fece fuori tutti i primogeniti secondo l’avviso piagoso di Mosè.

Se fosse ancora vivo, Cecil B. DeMille non girerebbe un pappone americano sui Dieci Comandamenti (1956): assumerebbe in tromba tutta la Cgil di Pistoia per girare Mussolini ultimo atto (1974), rubando il mestiere a Carlo Lizzani e scegliendo, a fianco di Rod Steiger in veste di Dux, la ex-minestra (riscaldata) Valeria Fedeli nel ruolo di ministro del Minculpop e pubblica distruzione, in una scena che potrebbe aprirsi con la Valeria la quale, con un bocchino d’avorio di 45 centimetri, accende una della sigarette più famose del tempo, una Milit (tabacco per militari di truppa, ribattezzato, però, in Merda Italiana Lavorata In Tubetti – il popolo è creativamente fantastico!), mentre Benito si presenta in scena, con barba lunga e un po’ malmesso e pronuncia queste battute:

Milit, sigarette da truppa o Merda Italiana Lavorata In Tubetti

Benito: Anche dopo morto, oggi decidono delle nostre sorti…
Valeria: Cosa potrà mai succederci? Ho una laurea in Servizi Sociali, presa all’Università di Calci (in culo)…
Benito: Madame-Cgil vuole cacciarci da casa nostra dove abbiamo abitato in pace per vent’anni…
Ci vogliono togliere la cittadinanza per darla ai migranti clandestini… L’ha detto anche la Lamorgese.

Valeria: Vuol dire che ci rifugeremo a Predappio o in Vaticano o, alla peggio, a casa di Renzi a Firenze. Lui ciappósto!

All’improvviso Radio Scarpa dà un annuncio inatteso: «Il gran Con[s]iglio di Serrapalle ha deciso di non esiliare il Duce e la sua amante pel-di-carota e testa tutta-vòta».

Note di scena/scema: si sente una sorta di grande boato/scorreggia che fa tremare il terreno. Gli attori si chiedono preoccupati cosa sia questo terremoto; e una voce fuori-campo grida allarmatissima: «Tutti via dal colle! Via da sotto la torre di Castruccio! Sta franando la seconda galleria del raddoppio ferroviario del Serrapalle! Lo ha detto anche Filippo Capaccioli di Montecatini!».

Qualcuno si chiede: «Ma Giovannoni, il Federale di FdI, fresco fresco di gruppo, dov’è finito? È rimasto al fresco in Santa Caterina? Che ha detto riguardo all’esilio del Dux? È rimasto senza parole…?». Nessuno risponde, silenzio assoluto. Polvere e macerie dappertutto come a Norcia e a Amatrice.

La Valeria ce li ha rossi come il Pd

Comincia a calare la dissolvenza, mentre il Dux e la Fedeli si baciano con il trasporto di Homer e Marge Simpsons. A ventosa.

Da destra entrano i proletari di Serrapalle con zappe, vanghe e rastrelli, bandiere rosse; e gridano: «Le forze della repressione nazifascista hanno vinto! Tutti i nostri sforzi per sanificare l’ambiente sono finiti miseramente nella Buca delle Fate e si sono persi per sempre!».

Casino dinanzi alla macchina da presa. Cavalli che corrono in ogni direzione. Conte passa in monopattino seguito da Rocco Casalino con il pipi ritto e subito dopo ecco due scene di una partita a tennis al gommone di Casale.

All’improvviso, uno strano personaggio, simile a uno Stregattone, inizia a riflettere ad alta voce: «Che altro potevamo portare nel Con[s]iglio della Repubblica di Salò-La rosticciana? E meno male che nessuno ha fatto battute allusive su come il Pd abbia perso il Circolo Arci di Masotti… Sennò sai che puttanaio!».

Matteo Giovannoni. Non gli è ancora tornata la voce

Un film così sarebbe stato da Oscar (Luigi Scalfaro) giustamente rubato a La vita è bella (ma solo per un comunista come Benigni, non per i licenziati dell’Hitachi o della Maria Assunta in Cielo di don Luigi Bardelli, san Manone di Valdibrana).

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di satira a tutta discarica

 

 

Un giorno vi racconto per bene di una fucilata che scappò a uno a Cantagrillo una sera.
S’incazzò come dio svegliato dalla pennichella dai babilonesi ciaccioni che facevano troppo rumore, ma non fece come fra il Tigri e l’Eufrate; non mandò il diluvio universale.
Si limitò a prendere un calibro 12 e tirò in mezzo a una tavolata di compagni democratici a veglia per far malestri.
A Cantagrillo, da allora, non hanno ancora ricominciato a “piolàre”… Che pace, eh?


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