PISTOIA. Le esternazioni di Alessio Poli – permettetecelo – hanno prodotto davvero un bel casino. E non siamo che agli inizi della storia, visto che presto la Commissione consiliare che se ne occupa, presieduta da Giacomo Del Bino, tornerà a riunirsi di nuovo almeno a metà giugno per fare ancor più chiarezza di tutto il fumo che, finora – consentiteci anche questo –, abbiamo visto e respirato.
Stamattina conferenza stampa dei 5 Stelle, Del Bino e Giorgi, che vogliono vederci chiaro, e che hanno, per questo, incontrato Nazione, Tirreno, Linee Future (assente, come spesso, Tvl).
Le esternazioni di Alessio Poli sono state passate al colino e si sono condensate in un esposto in cui si chiede al magistrato di verificare se e come – se ciò è avvenuto – la gestione Laing sia stata colpevole di problemi per Far.Com. Il che non sarà una semplice passeggiata a Collegigliato.
Punti nodali della questione:
- una relazione di un commercialista, lo studio Gialdini di Lucca (ordinata da Poli), per verificare la situazione al momento dell’uscita della Laing
- l’assenza dei registri-inventario (obbligatori ma scomparsi?) rilevata da Poli
- la presenza di personale anomalo a partita Iva nelle farmacie comunali e – non certo ultimo –
- il metodo gestionale (definiamolo pure manageriale, ma non è questo ciò di cui ha bisogno il nostro Paese anche secondo il Renzino della Boschi?) che, a detta di uno dei consiglieri di opposizione, “odorerebbe di Palermo”.
Non scendiamo oltre nei dettagli: al magistrato l’ardua sentenza. Ma è possibile che a nessuno sia venuto in mente di chiedere, in sede di commissione, nemmeno al dottor Lattari, di solito sempre perspicace e attento, come poter considerare inoppugnabile una perizia di parte (che ci sarà da pagare, poi) di uno studio che, a quanto sembra, dopo tale esperienza e richiesta, è entrato a far parte più o meno stabile dello staff del Poli?
Come giustamente ha sostenuto Giacomo Del Bino in sede di conferenza stampa, il compito dei giornalisti è quello di suggerire e stimolare, perfino pungere e insinuare (ma questo lo dice anche una famosa sentenza della Cassazione che parla di giornalismo d’inchiesta…) e, quindi, come non porre l’attenzione su questa solare incongruenza che, se non spiegata, potrebbe generare dubbi e perplessità quanto a conflitti d’interesse? O nell’Italia di oggi è severamente vietato pensare e porsi domande come ai tempi del glorioso ventennio?
E sui registri-inventario di legge, che non si trovano, come non porre a Poli una domanda chiave e dirimente: se ha o meno fatto immediata denuncia di questa mancanza e/o scomparsa, ma non oggi o dopo avere esternato le sue perplessità sull’errore di valutazione delle rimanenze di magazzino, ma sùbito, fin dall’inizio dell’esame delle carte post-Laing?
E se si preme il pulsante del computer, in Far.Com., non esce, da sé, la consistenza di magazzino e quindi l’inventario? No…, perché altrimenti non sarà il caso di acquistare un gestionale adatto al terzo millennio anziché a un giocattolo da bimbetti?
Sul versante delle assunzioni anomale con partita Iva (Poli promette che non ce ne saranno mai più, d’ora in poi) ci si interroga se ciò sia incompatibile con la legge: ma si conclude che ciò non era vietato per legge. E quindi? Viene da chiedersi. Perché – come abbiamo titolato noi qualche giorno fa – tanto rumore per nulla o per poco?
Gare di appalto, in séguito, per la fornitura di medicinali o licitazioni private: un altro capitolo della contestata gestione Laing. E anche qui, alla fine, gira e rigira, si arriva a intuire che di illecito, sotto il profilo penale, non ci sarebbe niente. E allora?
Sono tutte domande che, come professionisti dell’informazione, ci dobbiamo porre; ma ancor più ce le dobbiamo fare come logici abituati a fare l’analisi logica delle frasi, dei periodi, dei romanzi. Insomma: non come filosofi, ma come filologi.
In altre parole: è tutto come appare o, come dicono i tibetani, “niente è ciò che sembra”? E su un altro tema – quello delle figure di riferimento, che Poli intende reinserire dopo che erano state cassate dalla Laing (due coordinatori e un direttore generale) – resta da chiedersi: a che pro, in pratica, istituire di nuovo tre figure con una spesa di circa 18omila euro all’anno per dirigere appena 7 farmacie? O è, questa, la politica spicciola del Pd, così cara anche alla gente dell’Asl che, nella sola Pistoia, ha istituito decine di dirigenti e ben oltre 70 posizioni organizzative che superano di gran lunga (solo a Pistoia, ripetiamo) quelle presenti nel megaospedale di Careggi?
Quanti di noi, onestamente, se avessimo sette negozi, accetterebbero, per farli funzionare, di assumere un amministratore unico, un direttore generale e due coordinatori, con un dispendio di… fate voi il conto? O è questo, al contrario, un modus operandi di tipo italianamente pubblicistico “in odor di clientela”?
Parlando fuori dei denti: le 7 farmacie di Far.Com., ai tempi della Laing, si sono forse bloccate senza queste tre figure che stanno per essere istituite di nuovo? E non è concreta spending review risparmiare 180mila € (360milioni di vecchie lire = 1 milione/giorno) all’anno?
Scusate se siamo così rompiscatole, ma siamo certi che questa sia la missione e la funzione del giornalista e non quella di ascoltare e ripetere il sentito dire: per quello bastano gli uffici stampa e ne avanza pure, tanti ce ne sono.
Per ora ci fermiamo qui, disse Jagoda a un caro amico che a Portorose, in Slovenia, aveva ottenuto un appuntamento galante che si concluse con una copula a sedere nudo sopra una tavola di marmo freddissimo, in mezzo a un giardino.
Del resto, nolenti o volenti, dovete capire che, come diceva Aristotele nel secondo libro (perduto) della Poetica – stando almeno a quello che scriveva Eco nel Nome della Rosa –, anche il comico aiuta e sviluppa la conoscenza. Sennò perché guarderemmo tanto volentieri Maurizio Crozza?
E un suggerimento finale a tutti gli uomini di buona volontà: perché non invitare a parlare in commissione anche Simona Laing? Siamo convinti che il contraddittorio potrebbe essere interessante se non addirittura illuminante e/o definitivo.
Se si fanno parlare gli esperti, perché non concedere il Pubblico Diritto di parola anche agli accusati? Si ha forse Paura Della verità?
[Edoardo Bianchini]
Scarica e leggi: comm1pistoia25maggio2016
Caro Direttore….c’è del marcio in Danimarca, ma almeno c’è una cosa che da ora in poi dovrà per inerzia accadere: se la Procura penserà ci siano motivi d’indagine, allora per forza di cose le carte dovranno saltare fuori, anche solo perchè gli avvocati della Laing avranno diritto a conoscerle, perchè, sino ad ora mi pare che nessuno le abbia viste, nessuno, nemmeno i consiglieri che hanno passivamente assistito alla pseudo audizione del Poli, il quale, curiosamente porta le carte in Procura, ma si affretta a dichiarare che non c’è nulla di doloso e di penalmente rilevante…
Resta comunque un interrssante caso di studio sull’autodistruttività che permea il PD a tutti i livelli da molti anni e che ora raggiunge vette inesplorate. tali, da andare a rischiare la disintegrazionie anche di realtà che hanno dimostrato di funzionare.
Il Sig Poli poi dovrebbe spiagare a me, cosa vuole fare di queste farmacie, se vuole cioè andare a ripristinare la prassi delle assunzioni clientelari in voga nel 99.9% delle partecipate pubbliche, e quindi davvero andare ad azzerare gli utili cui eravamo abituati. Se si, allora io non sono disposto a pagare il suo stipendio. Oppure ci deve dire se non è che per caso le farmacie vanno vendute, vendute a qualche amico e possibilmente a prezzo di saldo? Allora si capirebbe meglio tanto altro. Ovviamente le mie sono domande, ma potrebbero anche diventare certezze nei prossimi mesi.
Massimo Scalas