fascismi neri & dittature rosse. STORIA AGLIANESE DI UN SINDACO E DI UN ASSESSORE CHE SI SONO INVENTATI INFAMIE PER COPRIRE LE LORO INEFFICIENZE E L’INCAPACITÀ DI AMMINISTRARE

Abbasso il sistema marcio Palamara. Abbasso l’idea che il giudice possa agire in ogni direzione approfittando del “potere discrezionale” che spesso trapassa in abuso. Abbasso l’idea che tutto – compresa la libertà di pensiero, di parola e di critica – possa essere soggetto al “potere discrezionale” del giudice-arbitro che non di rado lavora ad arbitrio. Abbasso l’idea che il cittadino debba essere un suddito al servizio dello stato: specialmente se ogni giorno, come oggi, lo stato tradisce il cittadino

 

Oggi è il 22 aprile, data prossima al 25, Festa della Liberazione, che una famosa professoressa di francese sbagliava con quella del 2 Giugno (pòeri ragazzi!). Tra qualche giorno ci siamo liberati da cosa? Da un fascismo terribile per metterci in mano a una serie di democratici di sistema che, pur essendo soggetti solo alla legge, della legge sembrano impiparsene in tutto e per tutto? Altro che Liberazione! «Guerra è sempre», scrisse Levi.

 

IL 16 DICEMBRE FU UN MACELLO

E DA LÌ SCATURÌ TUTTO IL BORDELLO

 


 

 

NUOVA GIUNTA e nuovo corso per la città di Magnino Magni e di altri resistenti tradìti dagli elettori – come spesso ha scritto un “caccoletto” di Rifondazione con troppi interessi legati alla sinistra pistoiese e al potere in generale. E un giorno, magari, vi dico anche chi è.

Nuova giunta e nuovo corso per la città di Magnino Magni: Luca Benesperi, nato a Pistoia il 14 giugno 1985 (purtroppo Gemelli come me!), il 26 maggio 2019 viene eletto sindaco e l’11 giugno successivo viene nominato. Partito che lo sostiene: Lega Salvini Premier, Fratelli d’Italia, Forza Italia e, in loco, Debolezza Agliana.

Benesperi promette un nuovo corso: ma realizzerà solo il corso del ricorso storico o la restaurazione sotto altro colore. Manzoni, antipatico a tutti (chiesa compresa) scriverebbe:

Il forte si mesce col vinto nemico,
col nuovo signore rimane l’antico;
l’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
si posano insieme sui campi cruenti
d’un volgo disperso che nome non ha.

Benesperi e Ciottoli, nel trio che prevede anche l’Aveta come apice e Regina Cæli, camminano per la manina al Pd (vedi episodi come il premio Lucilla o i buoni-spesa a don Tofani e non ad altri).

Peggio di Benesperi (e ora mi querela un’altra volta, come ha fatto la sindaca più inutile di Quarrata, la Sabrina Sergio Gori – tanto la procura gliela passa a gratis…) ad Agliana nessuno.

Neppure Paolo Magnanensi, il professor di lettere che suona la chitarra, quando, da sindaco, faceva pagare – all’ex comandante Andrea Alessandro Nesti – 36 mila euro a Luigi Egidio Bardelli, detto don Manone o abate Manone, perché passasse, sui Tg60 di Tvl (du’ palle mortali), notizie di cronaca sul Giugno Aglianese: anche se le notizie di cronaca non devono essere pagate. E anche se, nello stesso momento, lo schitarratore a Tvl c’aveva – per scriverla come i laureati di oggi – la figliola, la Serena Magnanensi, in contemporanea a sgallettare in diretta e in differita. E poi Pd e giudici urlano contro i conflitti d’interesse di Silvio-pompetta, che pigia il bottoncino per farsi alzare (parole di Grillo in difesa del figlio) “il pisello” con le olgettine.

Benesperi si tira dietro anche una nostra cara conoscenza: Maurizio Ciottoli, noto in loco con i soprannomi di Agnellone/Panettone/Trapelo/Segatura, tutti gloriosamente guadagnati sul campo.

Il Ciottoli, qual pietra di fiume (l’Ombrone gli passa a cento metri da casa, ma sul versante Quarrata) va d’accordo con La Pietra. Ciottoli, come vedete, è anche uno e trino: come dio-padre fa da mangiare da dio; come Gesù-figlio, se indossa la farfallina, è un perfetto serveur; come spirito-santo basta vedere la sua aria da prete in streaming di consiglio… Poi apre bocca e la rozzezza gli esce come il miele dal favo.

In Sardegna l’Agnellone si fa pastore con tanto di coppoletta. L’avrà comprata la bottarga per farci delle belle linguine a casa Romiti una di queste sere?

Anche il Ciottoli di fiume è per il rinnovamento e per l’onda di piena che spazzi via 75 anni di profondo rosso asfissiato aglianese, in cui se se sono viste d’ogni colore. Ciottoli e Benesperi (o Pedrito, perché ne spara di grosse: arriva, per esempio, e butta nel cestino falce e martello e non si limita: lo pubblica su Facebook e poi frigna a fregna e chiede scusa) iniziano l’avventura.

Per tutta la campagna elettorale – e io che, purtroppo, li ho seguiti passo passo ne so qualcosa (ma non io soltanto) – Benesperi soffre di scariche incontenibili di diarrea (qualcuno, infatti, lo chiama, sottovoce, diarrea per non pronunciare l’equivalente sconveniente realistico aglianese cacaiola).

È cagionevole di salute; l’emozione lo frega. La procura di Pistoia non lo aiuta, anzi! Perché notifica un capo di imputazione di 25 pagine a una serie di persone offese, che vengono così a sapere anche delle sue criticità neurovegetative e/o psicosomatiche. Bello, no?

Continua a pregarmi, Luca-Pedrito, a mani giunte, di dargli una mano e guidarlo nel suo ministero: trema come il bimbone che è – perché è un bimbone.

Io, che gli ho corretto la tesi, lo conosco da un pezzo, ci sono anche amico: perciò lo aiuto. E aiuto anche il Ciottolo di fiume. Ha passato dieci anni di ghetto. È stato messo da parte da tutti; scansato come un lebbroso in quanto ritenuto “fascista”.

Non è neppur riuscito a farsi dare documenti che gli spettavano per legge come consigliere di opposizione. Ha denunciato mezzo mondo; i compagni democratici-comunisti, appoggiati anche da altre frange di criptocomunisti, gli facevano tranquillamente marameo con la segretaria Donatella D’Amico (ovvero Fata Smemorina) che secretava tutto tranne la carta del Wc. È andato alla Corte dei Conti accompagnato da Alessandro Romiti, in casa del quale ha bivaccato e cenato per mesi in campagna elettorale; si è fatto scrivere gli interventi per il consiglio da Alessandro Romiti… Ma nel 2019 i venti cambiano e lui, portato dalla piena, finisce sulla sedia d’assessore alla polizia municipale. La sua testa fa come la panna: si monta.

Nel mese di luglio 2019 Pedrito Luca Benesperi, partecipa a un incontro – c’ero anch’io e c’erano altri quattro o cinque personaggi della campagna elettorale: mi pare che fosse domenica pomeriggio – e prende l’impegno, per il bene degli aglianesi, di chiamare alle responsabilità l’ottimo comandante (parole di Rino Fragai) Alessandro Andrea Nesti, coniuge della professoressa Milva Maria Cappellini, femme engagée della cultura e scrittrice (d’insulti agli altri, però) su falsi profili Facebook e su altri suoi social a cui partecipano in diversi.

La Cappellini – che si ribattezza Blimunda, nome ignotissimo alla procura e ai suoi uomini… – viene sostenuta dal marito in persona; dal fratello; dalla segretaria particolare del signor Giuseppe Grieco, il distinto signore che sembra portato a perseguitare il luogotenente Sandro Mancini, un uomo dalla schiena dritta che ha avuto il torto di non obbedir tacendo al signor Renzo Dell’Anno.

La segretaria del signor Grieco, la signora Alessandra Casseri, scrive e applaude all’amica Milva Maria Cappellini che si era rivolta a Concita De Gregorio (Ditelo a Concita, su quel fantasma di quotidiano che continua a chiamarsi la Repubblica): anni di Vpo (vice pretore onorario) del Nesti non sono passati invano.

Il Benesperi decide di chiamare l’ottimo comandante Nesti alle proprie responsabilità civili, penali, amministrative e contabili. Siamo a metà luglio. Passano: agosto, settembre, ottobre, novembre e giunge dicembre. Niente di fatto. Il comitato elettorale chiama Luca Pedrito: allora? Ti muovi o no?

A dicembre 2019 succede un casino della Madonna del Ponte dei Bini. Pedrito Luca Benesperi, tra attacchi di diarrea, dichiarazioni ripetute e convulse stile «tanto io mi dimetto» e tremori derivati dalle responsabilità (e guardate che tutto questo è provato, non sono ciance come quelle della procura di Pistoia), sta per mandare in prescrizione ogni azione di rivalsa nei confronti del fu comandante (ma esperto scacchista) Andrea Alessandro Nesti, che nel frattempo ha fatto causa a tutti.

Mancano, nella lista dei suoi persecutori, solo Gesù, Giuseppe e Maria. E ha denunciato (una volta conottimo  tanto di firma, un’altra rigorosamente in anonimo: ma la procura di Pistoia benevolmente lo assolve in aula, secondo i costumi di certa giustizia italiana palamarica e amicale) la sua odiata ex-subordinata Lara Turelli, già a suo tempo discriminata ed esclusa dalla nomina di vicecomandante a favore dell’ispettore Sonia Caramelli.

La storia la sanno anche personaggi ignoti come il ciuco di Pipone o il can di Betto: la ignora solo la procura pistoiese, perché ha il vizio di non leggere e non informarsi, ma di limitarsi ad ascoltare gli amici – o altrimenti non farebbe tanti passi falsi quanti sembra farne.

Milva Maria Cappellini, professoressa allo Scientifico di Pistoia, moglie di Alessandro Andrea Nesti, ha fra le sue amicizie Facebook, anche l’Alessandra Casseri

Qui iniziano a nascere dissapori e critiche fra Pedrito e l’Agnellone da una parte e il loro comitato elettorale dall’altra: circa il modo di portare il nuovo ad Agliana. Cominciano le discussioni e le incomprensioni sulla necessità di chiamare o meno alle responsabilità la gestione dell’ottimo Nesti.

A forza di sforzi il comitato elettorale riesce a combinare un incontro (peraltro molto informale) a casa della segretaria Paola Aveta, a Firenze, fra la segretaria stessa (ma perché a casa sua e non in Comune ad Agliana?) e un ottimo avvocato amministrativista, fra l’altro assai generoso: il nome se lo facciano dire il signor Claudio Curreli e il signor Tommaso Coletta, perlopiù abituati – pare – a non svolgere indagini e ad aprire quanti meno cassetti e armadi possibile (e questa è critica!).

A quell’incontro Luca Pedrito (lui davvero latitante, caro Ciottoli d’Ombrone) non ci va: delega il suo braccio destro, l’uomo di pietra. Anzi di… ciottolo. L’incontro sfocia in un casino nel vero senso del termine, perché appare evidente che la dottoressa Aveta, per niente favorevole a seguire gli indirizzi dell’amministrazione, inizia a tirare la martinicca per frenare il barroccio di Luca Pedrito & C.

Qualcuno fa notare alla Aveta che mancano solo pochi giorni alla scadenza dei termini di prescrizione per poter chiamare Andrea Alessandro Nesti alle proprie responsabilità. Lei risponde con flemma partenopea che “vabbè… se non si chiamerà il Nesti a rispondere, che potrà mai succedere…?” – perché tanto paga il popolo d’Agliana, vero?

Offeso per cosa? E se lo pigliasse in giro Crozza? Gli darebbe la medaglia come alla Lucilla Di Renzo? No. Pedrito, purtroppo, è vittima dell’anonima seqeuestri. E il fatto grave è che anche procura, prefetto e questore glielo lasciano credere…

Mattinata convulsa. L’avvocato amministrativista scappa disgustato e interdetto per la tanta maleducazione che è costretto a ingoiare. Segue una raffica sfavante di telefonate incrociate e che mettono tutti in croce.

Ed eccoci al dunque. Il comitato elettorale pro-Pedrito/Segatura giustamente insiste e chiama tutti alle proprie responsabilità. E il 16 dicembre 2019, a distanza di appena qualche giorno dalla prescrizione delle responsabilità del Nesti-scacchista, il cattivissimo avvocato amministrativista, pur trattato a pesce in faccia, produce, a gratis, e passa a Alessandro Romiti, una bozza di lettera finalizzata a interrompere la prescrizione dei danni ipotizzati per Nesti; lettera che potete rileggere qui (tutti la conoscono tranne la procura di Pistoia, perché pare che non abbia voglia di leggere).

Maurizio Ciottoli lavora fino alle 2 di notte a casa di Alessandro Romiti e finalmente – ma con un parto cesareo di una fatica micidiale – il 21 dicembre 2019, la lettera viene spedita all’ottino fu comandante Andrea Alessandro Nesti, ex Vpo di Pistoia, assai “benvisto” in tribunale.

Ad oggi – e siamo a un anno e mezzo di distanza – Luca Pedrito e l’Agnellone/Segatura non hanno ancora mosso un dito per portare a termine l’operazione intrapresa di rivalsa su un comandante discussissimo, notoriamente autoritario e, per vari aspetti, perfino vessatore di suoi subalterni: quanti ne ha fatti scappare, di vigili, da Agliana? La procura ha indagato?

Fra la signora Paola Aveta, che rallenta e frena tutto il meccanismo-Comune, di cui appare essere il vero anomalo sindaco; il fatto che, richiamati ai loro impegni dal loro comitato elettorale, sindaco e Ciottoli si sono sentiti (sostengono loro) minacciati, taglieggiati e vittime di estorsione (sticazzi!); l’inesistenza del prefetto di Pistoia; l’anomalia dell’assenza di indagini da parte della procura: ad oggi i rinviati a giudizio sono quelli che chiedono (noi) limpidezza, trasparenza, legalità – purtroppo tutti termini morali che “stanno sui coglioni” a chi comanda e governa, e non rientrano né nel Vocabolario della Crusca né in quello Tre Cani (non Treccani).

Ve lo ricordate, Aglianesi? Poi dovette andare a Canossa

Oggi è il 22 aprile, data prossima al 25, festa della liberazione, che una famosa professoressa di francese sbagliava con quella del 2 Giugno (pòeri ragazzi!). Tra qualche giorno ci siamo liberati da cosa? Da un fascismo terribile per metterci in mano a una serie di democratici di sistema che, pur essendo soggetti solo alla legge, della legge sembrano impiparsene in tutto e per tutto?

Altro che Liberazione! «Guerra è sempre», scrisse Levi.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

 


 

La lettera scarlatta

La lettera scritta nella notte del 16 dicembre 2019. 1

 

La lettera scritta nella notte del 16 dicembre 2019. 2

 

«Linea Libera» non è nata per tacere e chinare il capo


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