LA COLPA MORÌ FANCIULLA
AGLIANA. Il cambio di marcia del Comune infastidisce, e non poco, i dipendenti “storici” che, tra le braccia accoglienti del Pd-kommissar Rino Fragai e della prima giunta Mangoni, trovavano – con il santo avallo della fu segretaria Donatella D’Amico (alias Fata Smemorina) – un porto sicuro per tutti i parti partoriti sia bene che male, sia per incapacità che per errore, sia per gravis che per levis culpa.
Il fatto è che – come dice il proverbio – «è meglio ammazzare uno che mettere un’usanza». E i comunisti prima e i post-comunisti dopo, ad Agliana e nella Piana (diciamo pure nel Mont-Ana), hanno messo tante di quelle usanze, che, sia a San Piero che a Montale, non c’è più una cosa che torna, un ufficio che vada, un dipendente che pedali come si deve: è tutto un gran casino italiano.
Ne è la prova provata la signora ragioniera dottoressa Tiziana Bellini che, pizzicata a dovere dal nostro unico vero giornale della provincia, si risente ed alza il culo incazzata come le formiche dalla testa rossa (le volgari scutère o scutèrzole che dir si voglia) quando sono disturbate nelle loro attività di fila.
La peggiore usanza messa in circolazione? Quella di elogiare – come ha fatto il comunismo e il post-comunismo del Mont-Ana –, sempre e comunque, la precisione, la competenza, l’efficienza di chi fa, tanto e perlopiù bene, ma di tollerare e coprire assolutamente tutti gli errori dei propri fedeli. È un po’ come la chiesa dei neo-preti franceschesi che assolvono anche i peccatori incalliti: purché non votino Salvini.
Oggi tocca ad Agliana, domani toccherà a Montale con Betti: ve lo prometto. Si incazzeranno i Pd e i loro milioni di follwers (da Guido Del Fante, che si sente un piddìno arrivato perché ha scritto un librettino di poco più di 100 pagine, fatto, come tutte le questioni di marca sociologica, di aria fritta; alla signora Barbara Dardanelli, che lavora anche 10 ore al giorno e che, quando torna a sera a Montale, accende un lumino a Betti e prega perché illumini la sua vita e quella dei veri progressisti).
No, cari ex-compagni «stinti» di rosso: non funziona così. Non può funzionare così. Non è ammesso che si pensi che funziona così: i vostri politici fanno come credono e si creano il consenso favorendo le loro ciurme ossequienti e pronte a fare o non fare a seconda delle persone e dei casi attuali.
La singora Bellini si risente come una scutèra e invoca l’aiuto della Giunta per la tutela della propria onorabilità e immagine, ma sbaglia nettamente prospettiva dal suo punto di vista di protetta che ha sempre fatto senza controllo, fino a dimenticare il bilancio di Mangoni o l’erogazione dei buoni pasto per chi ha rientri (la gente è incazzata, cara dottoressa, perché dall’inizio dell’anno i buoni pasto non funzionano: se lo metta in testa, ne prenda atto e smetta di pararsi dietro responsabilità altrui). E non ha scordato solo queste, di cose.
Il ciclo amministrativo aglianese è esemplare secondo l’ottica della casta piddina: se faccio bene, merito una medaglia; se sbaglio, addosso le colpe agli altri e me ne lavo le mani.
Leggete questa bellissima lettera – davvero emblematica – della dottoressa ragioniera che, alla sua età, crede di poter giocare ancora agli scout: la colpa della storia del vigile Neri, in pratica mobbizzato da l fu comandante Nesti, non è precisa nei suoi contorni; non è esatta: e la colpa di chi è? È dell’Elena Santoro.
E la dottoressa, che si è fatta una carta intestata con i caratteri più adatti a una festa di compleanno all’asilo, che non a una istituzione come un Comune (esaminatela bene), non esita a scaricare il classico barile sulla sua collega, quella con cui, fino a poco fa, condivideva interessi e amicizia in un terzetto piramidale D’Amico-Santoro-Bellini.
Tre donne intorno al cor mi son venute, cantava Dante nel suo canzoniere. Anche qui ad Agliana c’è stata una triade, ma non stilnovistica: una triade che ha fatto del suo meglio per non vedere molte cose.
La Bellini dimentica quante volte ha fatto tardi nel provvedere alle sue scadenze (ne vuole forse una lista?)
Quante volte non si è accorta dei soldi che andavano in derive poco chiare (vogliamo parlare dei quattrini che Nesti versava, per conto di Magnanensi, al beato Luigi Egidio Bardelli e a Tvl per fini dubbiamente istituzionali?)
Non si è accorta che stava pagando assicurazioni inutili per i motorini dismessi della polizia municipale
Non si è accorta, dopo aver mandato in pensione anticipata del personale in servizio, che le sarebbe venuto a mancare gente che lavorava per lei
Non si è accorta (o ha finto di non vedere) che nelle sue ultime tre assunzioni c’è qualcosa che non quadra dal punto di vista amministrativo.
Basta, tutto questo, per parlare legittimamente di inefficienza di un ufficio o di un funzionario?
Qui di chi sarà la colpa? Di «Linea Libera» brutta e cattiva o di una assuefazione a certi metodi che tutto hanno fuorché la chiarezza, la limpidezza, la trasparenza e il pieno rispetto della legalità?
E quando pagava fior di decine di migliaia di euro alla cooperativa «Pane e Rose» cara alla sua ex-vicesindaca Tonioni?
E quando permetteva a Fragai di liquidare quattrini a enti inesistenti? Anche allora la dottoressa Bellini era competente, efficiente e lodevole in una azione amministrativa che è – evidentemente – più sdrucita e sfilacciata delle brache di un servo della gleba dell’anno 1000?
Indignata, la Bellini scrive, assertivamente: «La Giunta assumerà [è, per caso, un imperativo futuro?] le azioni che riterrà più opportune e necessarie per ripristinare l’onorabilità e l’immagine della sottoscritta»…
Benesperi non lo farà – e sbaglierà, perché è ancora troppo giovane e acerbo o buono – e non lo farà neppure l’assessore al personale, Ciottoli: ma, fosse qualcun altro il Sindaco, fosse uno di loro, razza PaDrona, e la Bellini non fosse una scout, le spiegherebbe, con un bel corso di aggiornamento, che « le azioni… più opportune e necessarie per ripristinare l’onorabilità e l’immagine della sottoscritta» non possono che essere provvedimenti disciplinari cònsoni a una sequela di errori più lunga dei treni che passano da Montale Stazione, nel territorio del grande Betti.
E ha il coraggio – questa ragioniera indignata – di chiedersi e di chiedere come sia venuta fuori la storia del Neri? Si interrogi bene e si chieda quanti piedi ha pestato, con la sua disinvoltura da scout, all’interno del suo ufficio e fra i dipendenti meno fortunati di lei che pure, nonostante tutto, si prende anche il compenso della posizione organizzativa! Bella organizzazione dei servizi, signora ragioniera, che non esita a scaricare la sua collega Santoro puntandole il dito contro! È – lasciatemelo dire – una scena da film russo della stagione della guerra fredda.
Mi dà estremamante fastidio adottare la famosa battuta di Salvini, perché non sono un salviniano. Ma è necessario davvero dire «è finita la pacchia», almeno finché i protettori degli scout non torneranno a opprimere gli aglianesi con tutte le manovre che hanno caratterizzato la bruttezza di un’amministrazione che ha nascosto tutto a tutti e, ovviamente, a danno economico di tutti!
La ragioniera può chiarire quello che vuole e ristabilire la sua verità: quello che Alessandro Romiti ha scritto ricostruendo i fatti su confidenze di gente “sfavata” delle cialtronate istituzionali, non sarà esatta al 101 percento, ma è quello che la legge dell’ordine dei giornalisti definisce “verità sostanziale nei limiti della lealtà e della buonafede”. E tanto basta, alla stampa e alla democrazia.
E un’altra cosa deve cacciarsi in testa la gentile ragioniera in formato scout: che è molto più facile venire a sapere cosa accade in Comune a porte chiuse, che venire a conoscenza – da parte di un giornalista – di chi ha fatto una cosiddetta «soffiata».
Il fatto, per una ragioniera, è semplice come fare 2 + 2 = 4: se non ci fosse stato errore, ci sarebbe mai stata la «soffiata»?
Da ultimo.. Questa gentile ragioniera indignata, che chiede di essere tutelata nell’onorabilità e nell’immagine della «sottoscritta», impari – perbacco – a sottoscriversi, quando manda una lettera in giro. Impari l’italiano, lingua forse poco chiara ai pratesi, ma in cui “sottoscrivere” significa “firmare”!
Voi la vedete la firma della dottoressa Bellini? Noi no.
E ora, divertìtevi, aglianesi:
Alla Giunta Comunale
Oggetto: Articolo su rassegna stampa – Comunicazioni in merito
Dalla lettura della rassegna stampa del 29 settembre u.s. ho appreso con stupore di un articolo a firma di Alessandro Romiti apparso su “LineaLibera”, dal titolo “fatti & misfatti. La ragioniera sbaglia e spedisce euro in più”.
La prima cosa che sarebbe interessante conoscere è la fonte dalla quale è arrivata questa “notizia” poiché la vicenda riguarda un procedimento interno del quale erano a conoscenza il Sig. Daniele Neri e alcuni dipendenti della Ragioneria. È importante conoscere la fonte per il semplice motivo che le cose sono andate in maniera diametralmente opposte a come sono state riportate nell’articolo citato.
Andiamo comunque per ordine.
Prima di tutto la determinazione n. 452 dell’01/08/2019 non è stata assunta, come riportato nell’articolo, dal Servizio Ragioneria ma dalla Dott.ssa Elena Santoro in qualità di responsabile del Servizio Associato Affari Generali e Servizi dello Stato la quale, dovendo impegnare anche su capitoli di competenza dell’Ufficio Ragioneria, ha acquisito la mia autorizzazione all’impegno, attraverso una dichiarazione allegata all’atto suddetto.
Il punto 3) della parte dispositiva della richiamata determinazione n. 452/2019 disponeva “… la liquidazione del surrichiamato importo a favore di “..omissis..”, tramite bonifico bancario, IBAN in atti” pertanto la formulazione dell’atto poteva far pensare di dover corrispondere la somma interamente al Sig. Daniele Neri.
L’Ufficio Ragioneria aveva provveduto ad accreditare al Sig. Daniele Neri l’intera somma impegnata con la richiamata determinazione n. 452/2019, compresa la somma relativa agli oneri previdenziali e assistenziali, attraverso l’emissione di vari mandati di pagamento in data 09/09/2019.
Accertata l’irregolarità, legata non tanto all’aver liquidato soldi in più ma al non aver provveduto a regolarizzare la situazione da un punto di vista fiscale e contributivo, mi sono sentita in dovere di avvertire il Sig. Daniele Neri di quanto accaduto, premurandomi di contattarlo prontamente al telefono per avvertirlo che sarebbe stato opportuno rimborsare l’intera somma relativa alla parte retributiva, onde consentire al Comune di Agliana di effettuare il corretto versamento nei suoi confronti, al netto delle somme da versare all’Erario e agli enti previdenziali. In data 12/09/2019 ho pertanto inviato al Sig. Daniele Neri una mail, che si allega, per comunicare la somma esatta da retrocedere al Comune di Agliana. Preciso al riguardo che il Sig. Daniele Neri mi aveva dichiarato al telefono di non aver ancora preso visione del bonifico e che pertanto apprendeva da me l’avvenuto accredito della somma a suo favore.
In data 16/09/2019 è pervenuta dal Tesoriere la contabile di incasso della somma di € 1.688,39 relativa all’importo da retrocedere da parte del Sig. Daniele Neri. Poiché le buste paga erano ormai in fase di avanzata elaborazione, non è stato possibile accreditare col mese di settembre la somma al Sig. Daniele Neri pertanto l’importo verrà corrisposto con l’elaborazione delle buste paga di ottobre.
Questi sono i fatti e alla luce di questi fatti ritengo di essere stata ingiustamente accusata di “superficialità”, “incompetenza”, di “approssimazione”, ecc. poiché non è stato il Sig. Daniele Neri – che ha ricevuto anche i complimenti da parte del Sig. Romiti – a chiamare la Ragioneria ma è stata la ragioniera a chiamare il Sig. Neri. Questo non è un piccolo, trascurabile particolare, ma cambia, a mio avviso, completamente la mia posizione poiché, ammesso che l’errore commesso sia da considerare “imperdonabile”, mi sono prontamente attivata per rimediare, nell’interesse esclusivo del Sig. Neri, dimostrando serietà e soprattutto senso di responsabilità.
Poiché nell’articolo i fatti vengono riportati sempre al condizionale (che in questo caso era davvero d’obbligo, visto che le cose sono andate in maniera alquanto diversa) volevo semplicemente rendere onore alla verità dei fatti.
Tanto mi sentivo in dovere di comunicare.
La Giunta assumerà le azioni che riterrà più opportune e necessarie per ripristinare l’onorabilità e l’immagine della sottoscritta, poiché i lettori di tale testata sono ad oggi convinti, salvo rettifiche, che la ragioniera sia davvero a dir poco sprovveduta.
Cordiali saluti
Agliana, 1 ottobre 2019
Il Responsabile del Servizio Associato
Economico-Finanziario e delle Risorse Umane
d.ssa Tiziana Bellini
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Nemo tenetur tradere se ipsum
[ma se uno sbaglia, chini il capo e paghi senza farla tanto lunga]
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3 thoughts on “fatti & misfatti. LA RAGIONIERA SBAGLIA E SPEDISCE EURO IN PIÙ. NOI LO SCRIVIAMO E LEI S’INCAZZA”
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