FIRENZE. Sono esterrefatto. Da una parte Nardella firma l’ordine di demolizione della Rari Nantes e della sede dei Canottieri comunali, dall’altra si dice schierato con tutti noi, cioè con chi vuol difendere un “bene comune” della città. E così, ieri, la protesta per la demolizione della Rari si trasforma in una sorta di surreale passerella mediatica per Nardella e i maggiorenti del Pd, ossia per i responsabili dell’imminente demolizione. Bisogna dire che sono davvero dei fenomeni.
Nardella farfuglia qualcosa sulla necessità che il Parlamento nazionale (!) cambi la legge del 1904 e che il Consiglio regionale (!) cambi la legge del 2012 (un collega consigliere mi bisbiglia “stai a vedere che ora è colpa nostra”) e altre simili facezie. Insomma, il solito scaricabarile di chi non si vuol assumere le proprie responsabilità.
La soluzione invece c’è, ed è semplicissima, serve solo la volontà politica di percorrerla. Basta un semplice accordo di pianificazione tra Regione, Comune di Firenze (Nardella), Città Metropolitana (sempre Nardella) e Autorità di Bacino, proprio come è stato fatto a Pisa, per l’analogo caso dei Retoni.
Rari Nantes e Canottieri possono e devono restare lì dove sono, non c’è nessuna pericolosità idraulica – come è attestato dal piano assetto idrogeologico e da tutti i recenti studi – e la questione dei 10 metri di distanza dall’argine è risolvibile facilmente attraverso l’accordo di pianificazione.
Il Pd, da Renzi a Nardella, che vuol fare in concreto, a parte le passerelle mediatiche?
Tommaso Fattori