Il 9 agosto 1931 si disputa la terza edizione del Circuito delle Tre Provincie e le strade dell’Appennino sono teatro di una corsa e un duello epico. La partenza da Bagni di Porretta; Tazio guida e Decimo accelera; La picchiata del falco giù dall’Abetone; una vittoria incredibile
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Il 9 agosto 1931 si disputa la terza edizione del Circuito delle Tre Provincie e le strade dell’Appennino sono teatro di una corsa e un duello epico. Su queste strade nasce il mito di Nivola, il Mantovano volante e Ferrari disputa la sua ultima corsa da pilota.
Le prime due parti di Ferrari e Nuvolari si sfidano sui tornanti dell’Abetone:
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NUVOLARI PARTE… MA CON CALMA
Pronti via. Parte per primo Ferrari seguito a distanza di qualche minuto da Borzacchini.
Poi è la volta di Nuvolari, che favorito dal sorteggio parte per terzo e potrà così conoscere i tempi dei suoi diretti avversari che lo precedono.
Tre due uno, lo starter abbassa la bandiera, ma, il motore non ruggisce e l’Alfa, tra lo stupore generale, resta ferma.
Cala un un silenzio irreale. Attimi che sembrano eterni. Tutto è immobile e anche il tempo, giudice imparziale della gara, sembra sospeso.
Il pubblico assiepato ai bordi della strada è perplesso, non si capacità di quanto sta vedendo.
Si pensa ad guasto ma il pilota, mani ferme su volante, occhiali calati e sguardo fisso in avanti, non si agita.
Nell’abitacolo il meccanico di Nuvolari seduto a sinistra guarda per un attimo il suo pilota e comprende.
Con gesti controllati e calmi, Nuvolari innesta la prima e si avvia accelerando debolmente. Si assiste ad una scena inconsueta: “Tazio – racconterà Decimo Compagnoni – parte a passo d’uomo e va avanti così per l’intero rettilineo”, ma dopo la prima curva la musica improvvisamente cambia e i toni diventano acuti.
Seconda, terza e quarta marcia in rapida successione. Il borbottio quasi soffocato del 6 cilindri è ora un urlo assordante, la velocità è oltre i 100 kmh .
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“ROBA DA MATTI”: TAZIO GUIDA E DECIMO ACCELERA
Nuvolari ignaro di cosa l’attende dopo la curva, piomba a tutta velocità sull’attraversamento ferroviario appena fuori Porretta che taglia la strada in un avvallamento.
Ascoltiamo come il suo fido meccanico racconta l’episodio: “dopo la curva, un passaggio a liveloo. Improvviso. Tazio ci arriva sparato, sempre a cento all’ora, non accenna nemmeno a frenare, fra le rotaie c’è una cunetta profonda, l’Alfa ci sbatte sopra, il contraccolpo è terribile, invao tengo forte le maniglie. Le maniglie si staccano, vengo sollevato dal sediolo e mi ritrovo sulla coda della vettura. Sarei precipitato di sotto se Nuvolari, continuando a guidare con una mano, con l’altra non mi avesse afferrato per le gambe tirandomi dentro. Accidenti che forza! Non lo avrei proprio detto.
Sono salvo, ma la grande botta ha bloccato l’acceleratore, che non funziona più. Ci fermiamo. Scendo, apro il cofano. Maledizione: si è rotta la molla. Allora che faccio? Mi sfilo la cinghia dei pantaloni, l’annodo alla presa che regola l’afflusso della benzina, la passo attraverso il cofano, chiudo e ripartiamo guidando in due. Tazio al volante che manovra frizione, cambio e freno, e io che con la destra tiro la cinghia e accelero. Roba da matti.”
Per il povero meccanico la corsa diventa un supplizio. Non disponendo più delle maniglie divelte nell’urto, la destra impegnata a dare gas, con la mano sinistra si ancora sotto al telaio della macchina. Ghiaia e sassi su quelle strade infernali non mancano e martorizzano implacabilmente il dorso che inizia a sanguinare. I segni di quelle ferite saranno il ricordo sempre presente di quella stoica gara.
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NUVOLARI: COME UN FALCO DALL’ABETONE
Nonostante l’incidente avvenuto all’inizio della corsa, Nuvolari è indemoniato e non demorde.
Pochi chilometri e i “due piloti” scorgono una macchina ferma ai bordi della strada, è quella di Borzacchini costretto al ritiro per un guasto.
Davanti ora c’è ora solo Ferrari che
La corsa è tiratissima, frequenti i cambi al vertici rilevati agli intertempi lungo il percorso.
A Pracchia passa per primo Nuvolari: i 16 km della difficilissima traversa di Pracchia vengono percorsi in 15’25” alla media di oltre 62 km/h; segue a soli 5 secondi Ferrari.
Iniziano le salite e i cavalli della più potente Alfa 2300 del “cavaliere” fanno la differenza: a San Marcello, Ferrari, transita in 25’30” guadagnando sul suo diretto avversario ben 30” che segue con un tempo di 26’.
Si affrontano i tornanti dell’Abetone e dice Compagnoni: “Tazio ci dà a più non posso. Poi si scende. La strada è orrenda.”
A Pievepelago, dopo la salita dell’Abetone, Ferrari è sempre primo ma il suo vantaggio è dimezzato: passa in 56’16”, dietro Nuvolari segue a 56’30”.
Nonostante si stia disputando una gara minore i piloti danno tutto e Cesare De Agostini, nel suo libro L’antileggenda di Nuvolari scrive: “Nuvolari rischia l’impossibile. E per che cosa poi? Per battere Enzo Ferrari, che è sceso lui stesso in gara al volante di un’Alfa 2300 otto cilindri. Nuvolari è invece seduto su di una 1750 sei cilindri”.
Metà corsa: c’è dà amministrare e portare al traguardo le vetture. Si torna a salire “strade incredibili, siamo a quota mille. A Sestola, sugli spalti di una rudimentale tribunetta, ammiratori di Nuvolari col cronometro alla mano avevano registrato le posizioni di corsa che lo stesso Nuvolari non conosceva. Era anzi convinto di trovarsi a notevole distanza da Ferrari e gli premeva soltanto di portare a termine quella drammatica corsa. Invece gli improvvisati cronometristi gli comunicano, con segnali e urla frenetiche, il tempo: quaranta secondi esatti di distacco”.1
Il cronista de Il Littoriale annota con entusiasmo: “chi ha veduto Nuvolari scendere dall’Abetone, chi lo ha veduto calare come un falco da Sestola e da Lizzano, dice lo spettacolo indimenticabile del piccolo audacissimo campione, che sembrava infondere alla macchina la sua volontà di ferro, al limite sempre delle possibilità di guida”2.
Ultima discesa prima del traguardo finale e un ordine perentorio impartito da Tazio al suo coinquilino: “tira la cinghia; Decimo. Non mollarla più”3.
Nel mentre che Enzo Ferrari è al traguardo acclamato come vincitore dalla folla, anche se in compagnia di Borzacchini controllava per scaramanzia il cronometro, tra lo stupore generale “sbucano Tazio Nuvolari e Decimo Compagnoni sul rettifilo sollevando un boato tra la folla. Ferrari e Borzacchini si guardano senza fiato. Nuvolari si era mangiato i quaranta secondi ed era primo con pochissimi secondi di vantaggio. Ma era incredibilmente primo.”4.
Nuvolari tributò l’onore delle armi al suo avversario a cui si rivolse con queste parole: “Per batterti mi hai costretto a lavorare come fino a ora non avevo mai fatto” e Compagnoni aggiunse: “E io non mi sono mai preso tanta paura”5
Un’altra vittoria si aggiunge all’Albo d’oro di Tazio Nuvolari, ma è il modo con cui vince sulle strade appenniniche di Modena, Pistoia e Bologna che lo sollevano a dimensioni superlative6.
Inizia quindi qui sui tornanti dell’Abetone la leggenda di Nivola il Mantovano volante o come lo definì Ferdinand Porsche “il più grande corridore del passato, del presente e del futuro”.
LA CLASSIFICA
- Tazio Nuvolari in coppia con Compagnoni su Alfa Romeo 1750 in 1h 58’46”, alla media di 64,914 Km/h
- Enzo Ferrari in coppia con Peppino Verdell su Alfa Romeo 2300 in 1h 59’19”
- Sergio Rusca su Alfa Romeo 1750 in 2h 04’41”
- Clemente Biondetti su Bugatti 2000 in 2h 04’41”
- Boni su Alfa Romeo 1750 in 2h 08’19”
- Luigi Fagioli su Salmson in 2h 10’24”, alla media di 59,119 Km/h primo di classe entro le 1100 cc
- Tabanelli su Ford in 2h 12’03”
- Ciani su Fiat 509 in 2h 15’06” secondo di classe entro le 1100 cc
- Bruno su Alfa Romeo 1750 in 2h 16’27”
- Cobianchi su Alfa Romeo in 2h 21’02”
- Romano su Bugatti 1100 in 2h 26’15”
- Turchi su Fiat 509 in 2h 28’53”
[Marco Ferrari]
marcoferrari@linealibera.it
1 Luigi Marinatto, Nasce Nivola
2 Il Littoriale, 10 agosto 1931
3 Luigi Marinatto, Nasce Nivola
4 Luigi Marinatto, Nasce Nivola
5 Giulio Schmidt, Le corse ruggenti
6 Aldo Santini, Nuvolari. Il Mantovano Volante