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PISTOIA. Mentre per un numero sempre crescente di giovani, andare via dall’Italia sembra essere l’unica alternativa alla disoccupazione ed a lavori sottopagati, la Regione Toscana che fa?
Emana un Decreto Dirigenziale (il n. 5264 del 21 aprile 2017) che anziché incentivare il lavoro in Toscana, invita alla mobilità professionale verso i paesi esteri”.
Questo è quanto dichiarano Ilaria Michelucci e Marco Spinelli, rispettivamente responsabili del Dipartimento Regionale tutela delle Vittime e del Dipartimento Regionale Famiglia di Fratelli d’Italia.
“Da un Governatore serio – spiegano Michelucci e Spinelli – ci saremmo aspettati una legge in senso diametralmente opposto, ossia rivolta a favorire coloro che scelgono di rimanere in Toscana ed in Italia per migliorare il proprio status ed aiutare economicamente la propria regione, non per premiare chi la vuole abbandonare per creare ricchezza in altri paesi”.
“Evidentemente – aggiungono i due esponenti di Fratelli d’Italia – chi governa la nostra regione sono i primi a non credere alle potenzialità della Toscana e questo è l’aspetto più grave. Ad esempio, perché non hanno preso in considerazione il settore agricolo?
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Molti giovani stanno tornando o vorrebbero tornare a lavorare in questo settore: perché la Regione non incentiva questo tipo di azione, magari in contrapposizione proprio con lo stato centrale che, invece incentiva a non coltivare a causa delle quote storiche di riferimento dei poderi, in virtù delle quali si arriva a guadagnare anche 300 Euro/anno per ogni ettaro di terreno non coltivato?”.
“Senza considerare – proseguono ancora Michelucci e Spinelli – le famose multe per il superamento delle quote latte ed i contributi per togliere i vigneti. Forse, con i fondi stanziati le borse di mobilità verso l’estero, si sarebbero potuti riorganizzare i Consorzi Agrari presenti sul territorio regionale, riproponendo il loro ruolo storico.
Forse si sarebbero potuti incentivare i piccoli produttori, l’agricoltura locale o sensibilizzare l’opinione pubblica al consumo di prodotti provenienti dalla cosiddetta filiera-corta.
Oppure avremmo potuto pensare ad una riorganizzazione e ad un potenziamento dei servizi di assistenza tecnica agraria, di assistenza sull’alimentazione zootecnica e di assistenza meccanica sull’attrezzatura agricola”.
“La mobilità è senza dubbio una risorsa — concludono Michelucci e Spinelli — ma diventa dannosa se è a senso unico, quando è una emorragia di nostri connazionali non corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro. È ormai un fatto che gli italiani, giovani e meno giovani, oggi guardano sempre più all’estero per soddisfare i propri desideri lavorativi. Ma la cosa più triste è vedere un ente pubblico come la Regione Toscana che, anziché tentare di fermare questa emorragia, addirittura la incentiva”.
[michelucci — fdi toscana]