NAPOLI. È la prima iniziativa a livello nazionale dopo il IV Congresso, sarà quindi il principale ambito in cui si riverserà il ricco lavoro congressuale svolto all’interno del Partito (definizione del nostro preciso piano d’azione, dibattiti e formazione sui documenti congressuali, bilanci dell’esperienza ed elaborazione di linee di sviluppo) e all’esterno (confronto con operai, lavoratori, studenti, disoccupati, pensionati e organismi operai e popolari sui documenti congressuali e la via da percorre per far fronte agli effetti peggiori della crisi e avanzare verso il socialismo) e permetterà di svilupparlo ulteriormente.
Sarà una festa politica e popolare, con le radici ben piantate nella lotta di classe, che alimenta la lotta di classe perché contribuisce allo sviluppo della rinascita del movimento comunista e alla costruzione del Governo di Blocco Popolare e allo stesso tempo trae alimento dalla lotta di classe e dalle masse popolari.
Sarà un’iniziativa viva, aperta e che vuole coinvolgere tutte le masse popolari (non è una festa “per soli comunisti”), in cui si sviluppa una sana aggregazione (non è una “festa-sballo”, di evasione dalla realtà), si trasmettono messaggi avanzati e positivi su come far fronte e uscire dalla crisi e contribuisce a promuovere e rafforzare il legame con il movimento comunista che rinasce nel nostro paese (non è un “concertificio” o una “sagra”: anche se chiaramente non mancano concerti e ristorazione!).
Terremo dibattiti (sul lavoro operaio, sul lavoro giovani e sulla solidarietà internazionale con il Venezuela e i popoli dell’Alba), tavoli tematici (sulla lotta per costruire amministrazioni locali di emergenza, sul lavoro operaio approfondendo e iniziando a tradurre in iniziative quanto fissato nel dibattito sullo stesso tema e sul contributo degli artisti alla rinascita culturale e materiale del paese) e seminari di formazione sulla storia della Carovana del (n) Pci attraverso cui spiegare e ragionare sulla concezione e linea che ci hanno guidato in questi trent’anni e che ci guidano nella lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, le scoperte fatte, i problemi affrontati, le soluzioni trovate, i passi da compiere.
Il dibattito principale e di rilievo nazionale sarà quello sul lavoro operaio e si terrà nel porto di Napoli: “Organizzarsi e coordinarsi. Tenere aperte le aziende, creare posti di lavoro, costruire l’alternativa”.
Con esso miriamo ad approfondire l’analisi della situazione, a sviluppare lo scambio di esperienze, a favorire una riflessione politica sulla via per passare dalla difesa all’attacco, su come uscire dal vicolo cieco delle lotte isolate e appiattite sul rivendicare alle autorità misure che non intendono adottare e prendere in mano le aziende contribuendo alla costruzione dell’alternativa e, inoltre, puntiamo a favorire il coordinamento con gli operai del porto di Napoli, di Ancona, di Genova, di Livorno, di Taranto e di altre zone, a rafforzare il coordinamento degli operai della Fca di Pomigliano, Melfi, Termoli e di altri stabilimenti, ad alimentare quello tra gli operai della siderurgia (Ilva Taranto, Ast Terni, operai di Piombino) e quello delle Aziende Partecipate della Campania, a coinvolgere organizzazioni operaie e popolari di altre parti del paese.
In altre parole, un dibattito che sia un contributo concreto allo sviluppo della lotta per il Governo di Blocco Popolare.
Oltre ai dibattiti, tavoli e seminari ci saranno concerti, spettacoli teatrali e, anche, di marionette, spazio bimbi, campeggio e sport popolare. Queste iniziative sono organizzate nell’ottica di promuovere una sana aggregazione e, anche, cultura popolare, contrastando così anche su questo versante e mettendo al centro l’organizzazione delle masse popolari e il loro protagonismo il marasma morale, intellettuale e sociale prodotto dalla borghesia.
Anche nel costruire questa attività stiamo facendo sperimentando e scoprendo molte cose: ad es. stiamo sperimentando lo sviluppo di un rapporto politico con gli artisti (emergenti e conosciuti) cimentandoci per superare, innanzitutto noi, l’approccio prettamente commerciale verso l’arte e lo spettacolo e ragionando sul ruolo dell’arte nella lotta per la costruzione dell’alternativa, dell’”arte al servizio del popolo”. Già di per sé questa è una novità per noi. Ma lo sono ancor di più le (prime) risposte positive che stiamo ricevendo.
La festa sarà quindi un’iniziativa che accoglie, che “parla”, che coinvolge, che lega e che spinge in avanti. Una festa che aggrega le masse popolari, le avvicina a noi per qualche ora o per qualche giorno creando così l’occasione per orientarle, per sviluppare il più vasto numero possibile di legami organizzativi e per farle contribuire sotto varie forme alla lotta che conduciamo (dal sostegno finanziario alla costruzione di iniziative comuni, dall’entrata nel Partito all’avvio di un percorso di collaborazione con noi e Tessera Simpatizzante).
La festa è anche una scuola per noi (fin dalla sua costruzione), un laboratorio per imparare ad intervenire meglio tra le masse popolari e, anche, per sviluppare la democrazia proletaria nel Partito: una scuola in cui chi è più avanti insegna a chi è più indietro e chi è più indietro si impegna ad avanzare, a costruire, ad assumersi nuovi compiti, a delegare sempre meno e a non rivendicare.
Una scuola per imparare (sperimentando e tirando lezioni) ad elevare la nostra pratica all’altezza della nostra teoria, ad usare la nostra scienza nell’attività e così facendo arricchirla. Una scuola in cui si impara a progettare, ad organizzarsi, a fare attività comuni, a fare lavoro di squadra, a tirare lezioni dall’esperienza, a imparare a dirigere dirigendo, a combinare lavoro manuale e lavoro intellettuale e a trattare la contraddizione tra dirigenti e diretti, ma anche tra vecchi e giovani e tra uomini e donne in modo positivo e avanzato.
La festa, con le sue attività e vita interna, sarà dunque scuola ma anche, metaforicamente, un laboratorio di costruzione e di direzione di una città diretta dai comunisti (con la concezione comunista), all’interno del capitalismo. Un laboratorio attraverso cui avanzare nel trasformarci da classe oppressa a futura classe dirigente. Per imparare a pensare scientificamente e ad agire di conseguenza.
I compagni, ma anche i collaboratori e simpatizzanti che vorranno contribuire alla festa, oltre a partecipare ai dibattiti, tavoli tematici e seminari saranno organizzati in squadre (collettivi) di lavoro, con compiti specifici e ambiti da curare nel corso di tutta della festa e di cui saranno responsabili (ad es. spazio bimbi, cucina, servizio d’ordine, spettacoli, accoglienza, campeggio, propaganda, attività economiche, ecc.), giornalmente faranno il bilancio dell’attività della propria squadra, ragioneranno sui problemi emersi e sulle soluzioni, elaboreranno le proposte per migliorare e le sperimenteranno nella pratica. Questo processo sarà accompagnato da momenti di riflessione collettiva.
Finita la festa, terremo due giorni di Scuola di Partito in cui analizzeremo i nostri principali settori di lavoro ordinario fissando orientamenti, scoperte e sviluppando lo scambio di esperienza. Ad agosto, poi, rilanceremo la sperimentazione, l’intervento sulle organizzazioni operaie e popolari, sui compagni che hanno la falce e martello nel cuore, i giovani e le donne delle masse popolari in Toscana, con la Festa della Riscossa Popolare regionale che si terrà a Massa Carrara.
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