PISTOIA. Sarà capitato anche a voi di essere per l’ultimo dell’anno in compagnia di amici e, tra un brindisi ed uno stuzzichino, di non accorgervi che è arrivata la mezzanotte.
Stessa sensazione per i sostenitori del Grifone – rione vincitore di una delle Giostre più brutte e cervellotiche di tutti i tempi – che, giunti all’ultima tornata, non avendo ben chiaro se esultare o meno, hanno preferito aspettare l’ufficialità dallo speaker per dar vita ad un festeggiamento in tono minore.
In tono minore, certamente non per loro colpa, ma semplicemente in linea con una Giostra che sembra pensata per non coinvolgere, non entusiasmare, ma anzi far annoiare i pochi presenti in piazza.
Del resto, il filo conduttore dopo i noti fatti della Giostra 2014 è stato quello della prudenza, ed in questo senso è sembrato autentico anche il vero e proprio sospiro di sollievo che il Sindaco è sembrato esprimere al momento della premiazione.
C’è da capirlo, aveva gli occhi puntati addosso di tutte le associazioni animalistiche italiane ed effettivamente, sul piano della salute dei cavalli, tutto è andato per il meglio. La Giunta non poteva certo permettersi altre polemiche dopo i due abbattimenti della Giostra 2014.
Detto questo, l’insieme delle regole pensate per questa inedita versione della corsa rendono lo spettacolo assolutamente inguardabile. Di fatto, il Grifone si è aggiudicato il cencio al termine delle prime due tornate, stante gli zero punti degli altri rioni alle prese con la regola del limite minimo e massimo nella singola corsa.
È sembrato chiaro a tutti che i fantini sono stati costretti a tirare il freno al cavallo, a cui se chiedi di cavalcare sembra venire spontaneo correre. Incredibile vedere un fantino costretto a rallentare per poi riprendere spedito in prossimità del bersaglio, che se colpito a velocità troppo bassa rischia di essere causa di infortunio.
Nessun tipo di coinvolgimento del pubblico, gli spettatori devono prima essere rassicurati che il tempo di tornata è stato corretto – a tal proposito, se le regole sono queste sarà necessario montare cronometri che facciano intuire allo spettatore se la tornata è valida o meno – poi devono aspettare minuti infiniti per capire di che punteggio si parla.
Fino al 2014 dovevi certamente aspettare l’ufficialità, ma eri in grado di capire – più o meno – chi fosse giunto primo, inoltre il braccio dell’Orso che si abbassava rendeva chiaro a tutti se il bersaglio fosse stato colpito o meno. Oggi no, bisogna aspettare il conteggio dei due bersagli e, in caso di contestazione, i cavalli si avvicendano in piazza senza che sia chiara la classifica parziale.
Se a questo ai aggiunge che lo speaker non dà quasi mai alcun riferimento sul punteggio progressivo, ma anzi chiama per nome e cognome fantini ai più sconosciuti, rendendo spesso incomprensibile di quale rione sta parlando, ecco che si palesa uno spettacolo che definire noioso è un eufemismo.
Già prima dell’inizio della Giostra i giudizi che si sentivano in piazza Duomo erano molto critici. Anna Fiorini, per esempio, pilastro del Leon d’Oro da una vita, non le ha mandate a dire: “Questa non è la mia Giostra, in primo luogo perché manca Adelmo Reali, poi perché queste nuove regole hanno snaturato la corsa.
“Gli spettatori sono pochi, i fantini del tutto sconosciuti, perché quelli storici una corsa del genere non la vogliono proprio fare. Sono presente perché per me la Giostra è un appuntamento irrinunciabile, ma lo stato d’animo è diverso da quello di due anni fa. Sento tanta rabbia, questa festa non la sento più mia”.
Al termine della corsa, una delle figuranti del rione vincitore, Sara Ricciarelli, ha tenuto a dire “Sono felice per la vittoria, ma mi sembra si sia perso lo spirito della Giostra. Sono contenta per il mio rione e per il lavoro svolto dai ragazzi e dai fantini, ma sono mancati agonismo ed entusiasmo, insomma è mancato il brivido”.
A margine della corsa, interessanti le riflessioni di Sabella, consigliere Fi e componente della Commissione Cultura: “Si percepiva una certa tensione nei rioni, in parte dovuta anche al rinvio di un giorno. Sicuramente si doveva fare di più per favorire la partecipazione, far pagare meno il biglietto e spendere qualche soldo per tappezzare le strade dei colori rionali.
“Anche la scelta di riciclare il Palio del 2014 è opinabile, quel cencio sarebbe dovuto rimanere nelle stanze del Comune. A mio avviso sono comunque necessarie ulteriori modifiche al regolamento, non è pensabile che chi arriva secondo possa ottenere un punteggio più alto di chi arriva primo e colpisce il bersaglio.”
Proprio così, in moltissime tornate il secondo arrivato ha preso più punti del primo che ha colpito il bersaglio. Del resto, la velocità sull’anello è stato l’elemento dirimente in tema sicurezza.
Hanno tuttavia probabilmente ragione tutti quelli che dicono che sarebbe stata necessaria una sola modifica al vecchio regolamento, quella di prevedere di colpire il bersaglio ad ogni giro di piazza, così da alzare i tempi di corsa senza snaturare la Giostra.
Ogni idea, credo, sarà ben accetta e valutata da Palazzo di Giano. L’unica certezza di stasera è che, per uno spettacolo del genere, sarà difficile che il pistoiese abbia voglia di spendere otto euro anche il prossimo anno. Inguardabile.
[Luca Cipriani]
Caro Cipriani,
anch’io ho deciso di guardarmi questa giostra e sono arrivato al termine tutto rimbombato di grappini… tanto per tirarmi su.
A proposito, a me sembra che otto euro fosse il prezzo in piedi e 22 sulle gradinate semivuote.
Checché ne dicesse il conduttore che ha anche commesso la topica di salutare il suo boss Luigi Egisdio al mare di Forte dei Marmi salvo correggersi e collocarlo nella più proletaria colonia della Maic che non è a Forte dei Marmi. Insomma dov’era il Vate?
Il palio di Siena, che è la brutta copia della Giostra, è gratis. Giustamente. Non è mica la Giostra!
Sì, sugli spalti 22 euro, così una famiglia normale con due piccoli può godersi la Giostra alla modica cifra di 88 euro. Una festa popolare, vero o no? In realtà questo spettacolo non ne vale nemmeno otto, di euro!