FINISTERRAE: L’EX COMANDANTE NON CI INVIA LE SUE DIFESE MA CI BACCHETTA PERCHÉ NON NE PARLIAMO!

La mail di Nesti
La mail di Nesti

PISTOIA. Stamattina, bel bello, ci arriva un comunicato dal dottor Andrea Alessandro Nesti, fu comandante della polizia municipale di Agliana, che scrive:

Egregio Direttore,
sono rimasto a dir poco sorpreso dal silenzio mantenuto dalla Sua testata – di solito così generosamente attenta nei miei riguardi – in merito al recente comunicato stampa, pubblicato da “La Nazione” e dal “Tirreno”, nel quale, libero mio malgrado da vincoli istituzionali, ho riassunto i termini della questione legata al mio concorso e alle connesse vicende processuali.

Naturalmente, comprendo come, ora che la testa è caduta, per molte tricoteuses la cosa possa ormai aver perso di curiosità e interesse: ma il dovere di cronaca non chiede forse, a Suo avviso, anche questo aggiornamento?

Andrea Alessandro Nesti

A questo punto non posso non rispondere:

Egregio fu Comandante,
mentre lei resta sorpreso, io – mi permetta – rimango letteralmente basito dalla sua eccelsa capacità di astrazione logico-ragionativa con cui mi viene a chiedere del perché non ho fatto parola «in merito al recente comunicato stampa, pubblicato da “La Nazione” e dal “Tirreno”» e, secondo – credo – il suo usuale modo di agire (del resto caratteristico anche del Comune ove lei ha fino ad oggi illecitamente prestato servizio), spedito, appunto, solo e soltanto alla stampa cartacea.

Les tricoteuses
Les tricoteuses

Per quanto possa sembrarle impossibile, è difficile che noi (Quarrata/news prima e Linee Future poi) ci mettiamo a origliare alla porta degli altri per ripeterne pappagallescamente le frasi raccolte o strappate a caso: solitamente noi produciamo i nostri sevizi e articoli «in proprio» e se qualcuno non ci degna di uno sguardo come l’asin bigio del Carducci di Davanti San Guido, tiriamo a diritto come il treno, certi che parleremo quando ne avremo materia e sicuri che di materia, al momento opportuno, ne avremo.

È questo suo modo di ragionare, piuttosto, caratteristico delle tricoteuses – molto diffuse, peraltro, ad Agliana –; le tricoteuses di cui lei parla senza comprendere che, se ora una testa è caduta, non la abbiamo certo fatta cadere noi giornalisti, ma il Consiglio di Stato e con ragioni, ci permetta, da vendere: ma è ovvio che lei vede solo dalla parte della sua compagneria di partito che l’ha ficcata, con una stupidità durata ben 15 anni, nel famoso e proverbiale cul de sac (anche noi, come vede, conosciamo il francese – oltre, però, a altre quattro o cinque lingue…).

Non crede di essere ben poco avveduto (se non addirittura ridicolo) nel ricordarci i nostri doveri di informazione, quando proprio lei non ci ha mai inviato il suo, come dire?, «memoriale del tempo perduto»?

Perché di «tempo perduto», da parte sua, si è trattato nel lasciar fare il peggio del peggio a una schiera di commissari di concorso e di politici impreparati, tromboni e inetti (come lei stesso scrive); schiera che, anziché provvedere all’immediata sanatoria dell’irregolarità (che non esisterei a definire una “mera cazzata”), sanabile con il semplice richiamare la graduatoria medesima e il rieffettuare il concorso correggendo quello che, al momento, poteva essere visto e dichiarato come un errore puramente materiale, preferì, con la voce di Pinocchio (ma di quel Pinocchio che si sveglia il giorno dopo nel Paese dei balocchi con le orecchie e la coda allungate), puntare i piedi in nome del Pcus (questa è, purtroppo, Agliana-Cessnockgrad) sicura di poter fare ciò che certi partiti di potere credono di poter fare impunemente e incessantemente.

Ma un asin bigio rosicchiando un cardo... (Carducci)
Ma un asin bigio rosicchiando un cardo… (Carducci)

Ad abundantiam (cioè: in aggiunta e a gratis) lei, caro Nesti, appare anche presuntuosamente ingeneroso nei confronti di questa testata che, unica fra tutte le altre – e, direi, prima fra tutte: ma forse lei non legge o non sa leggere quel che si scrive… –, ha anche sollevato il tema (e tutto a suo vantaggio, a vantaggio di Andrea Alessandro Nesti) del danno di un comportamento come quello delle Giunte che non le hanno voluto punto bene – e che sarebbe stato adatto solo a una famosa trasmissione televisiva: Kazzenger –, suggerendole di far causa ai suoi amati “politici protettori” per averla, loro e non noi, messa in difficoltà scoprendole, se non dolosamente più che colpevolmente, il lato in ombra che qui, per decenza e buongusto, non si rammenta.

La prossima volta, gentile fu Comandante, prima ci spedisca le notizie che ritiene necessario inviarci per esporre le sue convinzioni; e poi, se noi non le pubblichiamo (com’è uso, spesso, fra i suoi sostenitori di Agliana), ci rimproveri di non essere eticamente corretti: altrimenti taccia. E non ci riprovi.

Serve, a questo punto, qualche altro chiarimento? Perché se no, ecco soddisfatta la sua richiesta con il testo che solo oggi (4 marzo, alle 8:05) lei si è degnato di inoltrarci, ma che noi, seppure tardiva e in odor di evidente strumentalità, pubblichiamo, e per intero, anche non avendone – cerchi di capirlo o se lo faccia spiegare – obbligo alcuno.

Cordiali saluti,

Edoardo Bianchini

 

COMUNICATO STAMPA PER «LINEE FUTURE»

 

L’ex Comandante Andrea Nesti
L’ex Comandante Andrea Nesti

IN QUESTI ANNI, in attesa della definizione del giudizio d’appello, non ho ritenuto, per l’incarico che ricoprivo, di rilasciare dichiarazioni o replicare alle notizie, spesso imprecise e allusive, che apparivano via via sulla stampa e che, in definitiva, suggerivano o addirittura dichiaravano una sorta di ostinata usurpazione, da parte mia, di un ruolo che non mi spettava.

L’esito del processo – esito che non condivido, convinto che nel giudizio il mio legale avesse rappresentato una serie di buoni motivi per una diversa valutazione degli atti – è noto e non c’è più, allo stato, alcuna graduatoria con primi o secondi, perché la graduatoria è definitivamente annullata.

Con l’occasione vorrei però finalmente precisare e chiarire, nel modo più breve possibile, i termini della vicenda, non fosse altro per evidenziare che io, quel concorso, l’ho vinto classificandomi primo sulla base di punteggi che la Commissione ha attribuito e confermato.

Ecco i fatti. Il Tar di Firenze, con Ordinanza n. 679/2000, sollecita l’Amministrazione a “fornire chiarimenti e rimuovere l’equivoca situazione venutasi a creare per l’incoerenza fra alcuni dati trascritti nel verbale del concorso.” In altre parole, per chi vuol capire, la Commissione deve indicare se il punteggio da me conseguito in una prova è 22,50 oppure 25,50, visto che sui verbali del concorso vengono riportati entrambi.

La Commissione di concorso, convocata per l’adempimento, precisa che “risulta che nel verbale n. 4, datato 9.12.1999 è indicato, nella seconda prova scritta, un voto attribuito alla busta n. 2 di 22,50/30 anziché quello reale di 25,50/30. Da un appunto redatto a mano via via che gli elaborati venivano corretti, e completato con l’apertura delle buste con i nomi dei candidati, stilato lungo l’arco di tempo richiesto da tutto il procedimento, risulta evidente l’errore.

Questo è quello che la Commissione verbalizza, questo è quello che è accaduto (come accertato anche dalla Procura della Repubblica di Pistoia): nella busta 2 era contenuta la mia prova, valutata appunto con 25,50/30. La questione dell’annullamento riguarda, invece, il fatto che “l’appunto redatto a mano” non è allegato agli atti del concorso e il suo utilizzo non viene quindi ritenuto ammissibile, dal Tar prima e dal Consiglio di Stato dopo.

Per questo la conferma del punteggio di 25,50, da me riportato nella prova e poi deliberata nella graduatoria finale, viene ritenuta invalida. Questo e non altro determina l’invalidità e l’annullamento della graduatoria stessa. La mia prova – giova ripeterlo – era ed è valutata con il punteggio di 25,50: punteggio che (sommato agli altri conseguiti nelle altre prove) mi collocava al primo posto della graduatoria.

Questi i fatti. A meno che non si voglia a tutti costi e in malafede strumentalizzare la vicenda, mi pare evidente la mia posizione di parte lesa: di fatto, pur essendomi classificato primo nella graduatoria, mi trovo da tre lustri a subire danni di ogni natura – primo fra tutti la lesione della mia onorabilità – per un doppio errore commesso dalla Commissione di concorso, prima nel riportare i punteggi nel verbale e poi nel correggerli, rispondendo malamente alla richiesta dal Tar di Firenze.

Che altro aggiungere? Che la sentenza di primo grado è arrivata dopo 10 anni e quella d’appello dopo 15 anni? Che, dopo aver investito – con impegno ininterrotto e con l’aiuto di pochi – tutte le mie aspettative professionali e lavorative nella ricostruzione di un Comando attraversato da problemi di ogni genere, torno ora, come in una specie di gioco dell’oca, alla casella di partenza? Che una simile allucinante situazione non manca certo di gravi ricadute esistenziali?

Una storia all’italiana, senza dubbio. Difficile immaginare cosa potrà rendermi giustizia, in questa vicenda assurda nella quale si sono intrecciate imperizia e superficialità, inspiegabili avversioni e beghe politiche, inerzia e accanimento: tutto a mio esclusivo danno, e in spregio alla sostanza dei fatti.

Andrea Alessandro Nesti

Scarica: Comunicato stampa per Linee Future

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