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FIRENZE. Pubblichiamo la protesta di una lettrice fiorentina.
Spettabile Coop,
in riferimento al centro Coop appena inaugurato in via Cimabue a Firenze, ho saputo che vi è stato collocato un acquario con astici vivi, in attesa di morire, come si vede nelle foto allegate. Sulla base di una politica aziendale, in altri supermercati della Coop troveranno spazio simili acquari.
Per mettere fine alle sofferenze che astici e aragoste incontrano durante la fase di commercializzazione, nel 2008 la Coop ha deciso di non vendere più crostacei vivi su ghiaccio, a seguito del parere dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia, Centro di referenza nazionale per il benessere animale. Via il ghiaccio, arrivano gli acquari. Di male in peggio.
La Coop non perde occasione per scrivere e dichiarare a gran voce voce che da tempo è impegnata sul tema del benessere animale, come dimostrano per esempio le campagne “non testato sugli animali” per i cosmetici, l’esclusione di pellicce naturali dai capi di abbigliamento, la scelta di vendere solo uova provenienti da galline allevate a terra”, il ritiro del foie gras, la pesca sostenibile in tutela dei delfini…
Perché non rinunciare anche alla vendita di crostacei vivi?
C’è molta ipocrisia nella politica “animal friendly” quando è “friendly” solo con certi animali. Gli astici non sono animali di serie B e non meritano di essere incarcerati in pochi litri d’acqua costretti ad aspettare la morte.
Forse per la Coop non è importante proteggere gli animali dalla sofferenza prima della soppressione?
In certi libri di cucina si consiglia di bollire vivi astici e aragoste affinché mantengano il loro colore. Forse è per questo che la Coop li fornisce vivi?
Non si contesta il fatto che questa vendita sia legale ma non tutto ciò che è legale è moralmente accettabile. I vostri acquari sono luoghi di tortura e la morte che spetta a questi animali è una crudeltà.
La Coop potrebbe farsi pioniera in una campagna a favore di questi animali evitandone la vendita da vivi, proprio per scoraggiarne le bollitura da vivi o che rischino di essere soppressi da chi li acquista senza l’osservanza di regole minime di riduzione del dolore. Non mettere in vendita astici vivi significherebbe dare un segnale di civiltà, rendendo più credibile quella politica di benessere animale di cui la Coop va fiera.
Anche i crostacei soffrono ma la Coop non se ne cura.
La Coop sei tu, non io.
Il problema degli animali non è «Possono ragionare?», né «Possono parlare?», ma «Possono soffrire?»“ Jeremy Bentham, Introduzione ai principi della morale e della legislazione, 1789.
Paola Re
Responsabile petizioni Freccia 45
Associazione per la protezione e difesa animale