firme, ferme & forme. AD AGRÙMIA L’ANONIMO È DI REGOLA: S’ENTRA IN COMUNE E SÙBITO ANCHE IN FRÉGOLA

Troppi misteri intorno alla lettera della mano nera con cui qualche schifevole camorrista minacciò Donna Paola Aveta che, se non fosse intervenuta a reprimere certe situazioni e/o persone, l’uomo di Scampia la avrebbe stupita tutti con i suoi effetti speciali. E la segretaria generale del Comune, con grande dignità, chinò subito la testa al ricatto


Terzo Millennio in salsa Draghi-Napolitan-Mattarella. Agliana è Comune caduto dalla padella dei pesci fritti in piazza e dall’Accademia della Cucina di Rino Fragai e Luca Lotti, nella brace, nera come il Ciottoli: il Benesperi era Berluscaz e ed è rimasto tale, anche se se l’è affigliolato il La Pietra… I post-comunisti non facevano vedere neppure i calendari perché i nomi di ogni giorno violavano le norme sulla privacy, e i post-fascioni dell’amministrazione attuale, ben guidati dalla segretaria comunale, se potessero nasconderebbero anche le videoriprese di sicurezza del Comune. Che volete? È il progresso: quella cosa che la legalità la mette nel cesso, ce la fa sopra e tira lo sciacquone. Buon per l’assessore Trapélo che risolve tutto con una cianchetta, una minaccia e una criccata in testa alla gente!

 

SMETTA L’AVETA DI PIAGNUCOLARE

E DIA ALLA GENTE QUEL CHE DEVE DARE

 


 

ERODOTO, storico del V secolo a.C., nel primo libro della sua opera, racconta che Pisistrato, mirando al potere assoluto su Atene, ferì se stesso e le proprie mule e poi portò il carro nella piazza centrale della città, fingendo di essere sfuggito a un agguato di nemici che, a sentire lui, avrebbero avuto la chiara intenzione di ucciderlo mentre si recava in un suo podere. Perciò chiese che gli fossero assegnate delle guardie del corpo.

Il popolo ateniese si lasciò ingannare e gli permise di scegliere un certo numero di uomini che diventarono i suoi «mazzieri», ossia gente dal manganello facile. Così Pisistrato, occupando l’acropoli, governò Atene come tiranno.

Per chi non conosce una mazza di storia, questo raccontino vero non rappresenta niente o quasi. Gli storici della sinistra (?) di oggi conoscono, infatti, solo tre argomenti: Mussolini, Hitler, la resistenza. Quelli della destra farlocca, forse neppur quelli; e si fermano a poco prima dell’Anpi.

Ma la notizia di Erodoto, anche se la storia non insegna una mazza da mazzieri di Pisistrato, sembra una sorta di profezia nata a predire la famigerata vicenda della minaccia anonima ricevuta dal Trio Lescano Aveta-Ciottoli-Benesperi: una lettera anonima misteriosa, minacciosa, ricattatoria, camorristico-mafiosa, puzzolente di merda, giunta al Sindaco Benesperi (ma solo di rimbalzo, perché è ormai certo che il figlio/la figlia/i figli di puttana che la spedirono al centrodestra del rinnovamento agrumiènse, la fecero recapitare solo a Donna Aveta), era pensata, scritta e inviata al fine preciso di colpire qualcuno o qualcosa di ben preciso. E se la procura di Pistoia non si gingillasse a proteggere chi vuole e mazziare chi sembra che gli sta sull’anima (Linea Libera, per esempio), certe domande se le sarebbe poste, senza perdere troppo tempo.

A volte, pensando male alla Andreotti, mi viene il dubbio che quella famosa lettera che la Triade Aveta-Ciottoli-Benesperi tiene stretta come il boccaglio dell’ossigeno a 100 metri di profondità (e che la procura sorregge con deliranti e ridicoli tentativi di nullificare le richieste per ottenerne copia…); mi viene il dubbio, e forse non del tutto infondato, che a scriverla (o, meglio, a scriversela) siano stati in tre o quattro: quei soliti tre o quattro che, di certo, avrebbero potuto trarre vantaggio dall’anonimato e dal ricatto.

È inutile che Pedrito faccia il bel tenebroso: è meno sindaco lui dell’Agnellone. Ed è meno sindaco l’Agnellone della Aveta. La Lega, poi, è come se non ci fosse…

Dai i tre o quattro indagabili c’è subito da escludere l’Agnellone, perché a certe finezze non ci arriverebbe mai; e Pedrito Benesperi, troppo preso dalle sue epigastralgìe causa di irrefrenabili diarrèe. Il primo, infatti, è portato alle attività manuali come il trapélo dei veicoli in panne, le cianchette al Romiti e le criccate per futili motivi di passo e parcheggio dinanzi alle scuole (ed è un assessore, pensate!); il secondo è per le fughe veloci: principalmente al… licet, la latrina, il cesso – oggi termine in disuso).

A diffondere la notizia delle sue patologie non siamo stati noi di Linea Libera, ma la stessa procura di Pistoia, che ha perfino reso accessibili i certificati del medico curante di Pedrito. Questo tanto per fare capire come sia ineccepibile il servizio della procura, addetta a rispettare e fare rispettare le leggi, norme sulla privacy comprese; ma con l’esenzione per Claudio Curreli, al fine di favorire l’accoglienza, su Terra Aperta, dei clandestini secondo il Vangelo dei don Biancalani e Tofani.

Perché mi viene il sospetto che, quasi quasi, tre o quattro interessati si siano coagulati per far cagliare lo sterco della lettera anonima? Per pochi semplici ma logicissimi motivi, che potrebbero sfuggire solo a una procura e a dei sostituti che non intendano indagare. Èccoli:

  1. quando arriva un anonimo (specie in un ufficio pubblico tenuto, in forza di legge, alla legalità e alla trasparenza) per prima cosa si informano tutte le persone interessate e se ne fornisce informativa e copia dell’anonimo stesso per i provvedimenti di rito
  2. in secondo luogo se si decide di denunciare l’accaduto (un anonimo può ben essere cestinato senza tanto pensare: chi vuole denunciare deve metterci sempre la propria faccia-viso e non la propria faccia-di-cülo – citazione da Quattro matrimoni e un funerale), la denuncia si fa, per logica, contro anonimi e non mirata solo su ciò che gli anonimi ci indicano a fini di minaccia e ricatto
  3. L’assessor Trapélo, “incazzogeno” per natura, ci minaccia. Ma che c’ha qui dietro? Un manganello o un crick mascherato da cactus…? Non se lo ricorda quando piagnucolava perché temeva che il Benesperi scappasse in tromba poco dopo l’insediamento? Poi, evidentemente, c’è chi l’ha tranquillizzato. Non sarà mica stata la segretaria generale, per caso?

    se poi denunci, dato che è evidente che il camorrista anonimo ha violato il sistema informatico del Comune, chiedi alla procura di sequestrare macchine e tutto onde evitare che, in mancanza di sequestro, tutti gli accessi successivi al sistema finiscano per inquinare e cancellare ogni prova.
    Ma la procura di Pistoia funziona alla rovescia: sequestra 4 computers, un cellulare e un tablet a Edoardo Bianchini perché non deve stalkerizzare il ragionier Ctu Romolo Perrozzi, caro agli dèi…

  4. se poi denunci, non ti muovi, non chiedi l’intervento di un perito di parte; non prendi accordi per un esame delle macchine “incriminate” e poi ti s’intromette fra i piedi (a te, politico, Ciottoli) la segretaria Aveta e blocca tutto: si può sapere per quale meritorio motivo? La dottoressa è, forse, di fatto – come del resto pensiamo noi di Linea Libera –, sindaca-socia occulta di Agrùmia?

Detto questo, voglio ricordare a tutti, pubblicamente, che personalmente detesto gli anonimi: anche quelli che, come il fu comandante Andrea Alessandro Nesti fanno denunce anonime contro una collega, e poi sono costretti ad ammetterlo in aula, pur se il giudice lo assolve, forse perché l’anonimo è una virtù per alcuni e un reato per altri. O forse perché il fu VPO-Nesti ha anche aderenze in procurata dato il suo pregresso di vice procuratore onorario?

Voglio, infine, ricordare che, nonostante il parere del prefetto Iorio, il Trio Lescano aglianese, a distanza di ben 15 mesi dal fatto (inizio giugno 2020) non ha ancora provveduto a consegnarmi, com’era suo preciso dovere, quella schifevole lettera anonima sulla quale la segretaria dai capellini rosa-fucsia ha impostato tutta una tattica di esercizio improprio del potere, attraverso il quale (povero due di briscola Ciottoli-Benesperi!) “le palline di sì grandi machi” sono perfettamente amministrati da una semplice mano di fata.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

 

INDICAZIONI E CRITERI DI LETTURA

 

 

Si sottolinea che la rappresentazione ironico-satirico-umoristica della realtà storica di un fatto, non si configura di per sé come necessaria diffamazione.

Al personale della procura pistoiese, per essere conformemente fedele ai princìpi di terzietà e imparzialità del magistrato (regola sin qui quasi mai rispettata a iniziare dall’azione sconclusionata e confusoria del signor Claudio Curreli), si consiglia, come aggiornamento professionale obbligatorio, un corso approfondito di esegesi ed ermeneutica del linguaggio scòptico a cura della Sapienza di Roma o della Federico II di Napoli, e sotto la supervisione linguistica dell’Accademia (democratica di sinistra) della Crusca di Firenze; con la partecipazione diretta e [c]attiva di Maurizio Crozza quando percùla* mezzo mondo a cominciare dal non-presidente Mattarella.

* perculare, per il significato del neologismo, si veda qui in Treccani


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