Lo diceva una vecchia pubblicità da Carosello. Come i gatti che s’arròtano l’ugne a’ tronchi delle piante, ormai la passione spinge tutti a parlare delle elezioni. Un amico che non c’è più, Brunero, scherzosamente, parlava sempre di erezioni amministrative o politiche e concludeva che… chiunque andasse al potere non poteva che essere uno stronzone che pensa solo per sé…
Giornali ciechi, elettori slovacchi:
e te, Quarrata mia? Te tu t’attacchi!
Votate, quarratin! Votate il sacco
e pigliàteli in giro in punta & tacco!
Ed ecco un paginatone della Nazione che ci propone la solitissima vecchia retorica ipocrita del faremo.
Il futuro (ma meglio il futturo, da fottere, per Quarrata) è e resta quello del Pd: perché? Perché al peggio ’un c’è mai fine né limite. E se una cosa va male, dice Murphy, non potrà che andare peggio.
La destra, tra tricche-berlicche e castagnole, s’è spezzettata com’è giusto che sia, perché fra tutti ’un ce n’è uno che si somigli neanche un po’. Basta guardarli.
Fratelli d’Italia corre dietro a una geometressa che nasce da un democristiano che s’è fatto strada coi comunisti; i berluskazziani sono in discesa libera; i leghisti sono in mano alla Sonia Pira, giovinetta di buone speranze, che però si mette a strillare come un’oca spennata dal vivo (è così, animalisti amorevoli e seguaci della Greta, che si fanno i cuscini di piume d’oca) appena uno la guarda e non l’ossequia.
Che cosa avrebbe dovuto dire il povero Spadolini quando Fremura lo disegnava con una trippa a cigrigne e un pisellino-inoino più piccino di quello di Pollicino? Ma quelli eran veri politici, non pollìtici come que’ d’oggi!
Quel che resta non del giorno, ma della sinistra, lo vedete: un Mazzanti e un Romiti, con una mosca che gira intorno ai capannoni abusivi costruiti dietro casa sua. Parlo di Simone Niccolai, assessore all’edilizia e nipote di un ex assessore all’edilizia, il professor di religione, oggi preside della media di Quarrata, Luca Gaggioli, quello che mandava gentilmente a fanculo la gente in consiglio comunale, un uomo de fero dell’inutile Sabrina Sergio Gori, anche lei querelona e querula, convinta di essere santa e intoccabile e fortemente favorita dalla procura dei processi politici detta anche il condannificio di Pistoia.
Nel mezzo scorre il fiume. La Fermulla, sempre sudicia e pulita per nulla. Ma ora ci penserà il Romiti che la scaccolerà tutta coi diti. Poi compra via Montalbano e insieme al Mazza vanno mano-in-mano verso un futuro di sole radioso, allegro come un letto comatoso.
Gente, siete pronti? Romiti oppure Nigi? Mah… Di notte tutti i gatti gl’ènno bigi!
Edoardo Bianchini
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