PISTOIA. La voce è il primo strumento di modulazione musicale umana e così anche nel jazz essa rappresenta un tassello fondamentale per la produzione artistica.
Stasera martedì 6 febbraio alle ore 21.30 in corso Gramsci 37 Maurizio Tuci, direttore ed anima del Serravalle Jazz, affronterà il capitolo della storia della musica afro americana che riguarda proprio le figure di Billie Holliday, Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Nat King Cole, Mel Tormé, Tony Bennet.
Lo stile di canto dei crooner è nato negli Stati Uniti dopo l’avvento del microfono. La tradizione canora precedente imponeva al cantante un’impostazione di voce stentorea e squillante, tale che il canto potesse giungere in modo chiaro fino alle ultime file dei teatri; l’utilizzo del microfono rese meno indispensabile la potenza vocale e permise al cantante l’utilizzo di una tecnica sussurrata.
Uno dei prototipi del crooner è stato Bing Crosby, anche se l’esponente più popolare nel Novecento è stato, senza dubbio, Frank Sinatra.
A seguire come indicato dal noto critico e polistrumentista Oronzo Guardione giovedì 8 febbraio ci sarà il concerto che vedrà protagonista la calda e vellutata voce di Silvia Benesperi a far rivivere i momenti più importanti della vita di questo genere.
Ad accompagnare la voce di Silvia Benesperi ci saranno il pianoforte coccolante, melodioso di Daniele Biagini, la ritmica incalzante, ma mai sopra le righe di Gabriele Gai alle percussioni ed Alessandro Antonini al basso.
La voce nello swing come negli stili che hanno accompagnato la storia di questo genere fino alle ballads ha sempre avuto alcune particolarità. Cantare e fare musica sono forme d’arte che risalgono a moltissimo tempo fa.
La bravura di un cantante però non sta solo nel saper usare il cuore quando intona una melodia, ha bisogno di esercitarsi per migliorare la tecnica e quando necessario improvvisare senza commettere errori. Improvvisare con la voce nel canto, oggi è ritenuta parte essenziale della pratica di routine di un cantante. Si può lavorare su ogni aspetto dell’improvvisazione vocale, dal motivo al ritmo di sviluppo, senza doversi preoccupare di fare troppa pressione sul diaframma.
Questo percorso costruito da Culturidea e Fondazione Luigi Tronci sulla storia del jazz ha voluto e vuole proprio incentrare il proprio occhio indagatore su tutti gli aspetti sensibili e mutevoli di tale genere.
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