
PISTOIA. Saranno Elia Ciuffini, Tommaso Mannelli, Alessandro Antonini, Jacopo Perra a dare vita all’essenza del jazz giovedì 1 novembre ore 21.30 alla Fondazione Luigi Tronci.
Quando si parla di Jazz italiano, si fa sicuramente riferimento, sia al genere eseguito da artisti italiani, sia ad una sinergia tra musica Jazz e l’Italia. Lo stile Jazz, che ricordiamo essere nato in America, è sbarcato nel continente europeo nel lontano 1919, per poi diffondersi in Italia, non più tardi del 1930, grazie, invece, a vere e proprie orchestre Jazz, guidate da Arturo Agazzi.
Dagli anni ’40 agli anni ’60, l’Italia, diede alla luce alcuni tra i più grandi esponenti di questo genere, quali Gorni Kramer, Giorgio Gaslini, Lelio Luttazzi, Franco Cerri e il compositore, Bruno Martino. In questo contesto non sono da dimenticare calibri come Nunzio Rotondo, Nicola Arigliano, Ermenegildo Carosio.

Così il calendario dei giovedì che Culturidea ha pensato ed organizzato per la Fondazione Luigi Tronci di corso Gramsci 37 prosegue il 1 novembre dalle 21.30 con un vero e proprio omaggio al grande Jazz.
Il cartellone presenta un sound tutto da scoprire in una dimensione quasi onirica del jazz che tende a far coincidere le radici statunitensi con quelle europee del genere musicale.
Nel concerto in programma alla Fondazione Tronci, il quartetto affronta composizioni originali e guarda alla tradizione degli standard con idee nuove, frutto di una ricerca musicale costante e appassionata.
Il repertorio, certamente contaminato da esperienze musicali differenti, e la sinergia improvvisante che lega questi giovani musicisti sono gli ingredienti fondamentali della formazione. I musicisti dei Black Whisper Quartet Tommaso Mannelli (sax tenore, soprano), Jacopo Perra (pianoforte), Alessandro Antonini (contrabbasso), Elia Ciuffini (batteria percussioni), si stanno già guadagnando la fama di cultori del genere che riescono a trasmettere il proprio pathos a tutto il pubblico che li segue.
Dopo l’inizio dedicato al Soul-Blues, il passaggio per lo swing pizzicato e suadente dei Talking Ties, ecco ora il secondo appuntamento dedicato a quel sound che ha visto afro americani ed europei unirsi insieme per un genere che vide il primo disco della propria storia inciso proprio dalla band italoamericana di Nick La Rocca.
[culturidea]