fondazione tronci. L’INCURSIONE BLUES DI EMILIANO DEGL’INNOCENTI E ENRICO CECCONI

Emiliano Degli Innocenti

PISTOIA. Alla Fondazione Luigi Tronci, corso Gramsci 37, domani domenica 3 marzo dalle 21.30 torna il vero blues con Emiliano Degl’Innocenti, Enrico Cecconi and friends. Il progetto è quello di Reefer and Boozer è si concretizza in uno spaccato di blues intimistico, scarnificato da ogni non essenzialità con un approccio che tende a trasportare il pubblico in una dimensione tipica tra Chicago e il Delta del Mississippi.

L’associazione Culturidea nella propria azione di salvataggio della sopravvivenza della Fondazione Luigi Tronci ha costruito costantemente, dal 2014 ad oggi, una serie continuativa di eventi che hanno sempre posto al centro alcuni elementi fondamentali.

Enrico Cecconi e Emiliano Degli Innocenti

Nessun musicista si è mai esibito gratuitamente in corso Gramsci 37; sempre è rimasta una quota in cassa per far fronte ad affitto e spese generali; mai vi è stata una serata in cui la qualità delle esecuzioni non sia stata di ragguardevole livello.

Emiliano Degl’Innocenti ed Enrico Cecconi sono volti noti a Pistoia ed amici sia di Culturidea che della Fondazione Tronci. Sono stati protagonisti anche dei concerti di introduzione alla musica per gli studenti delle scuole medie e superiori che l’associazione presieduta da Riccardo Fagioli organizza al Bolognini da sei anni a questa parte.

Domani domenica 3 marzo alle 21.30 in corso Gramsci 37 si assisterà ad una serata cui tutti gli amanti del blues non potranno astenersi dal partecipare. Sarà protagonista quel genere Blues che è dunque tristezza abissale, quasi diabolica. Nessuno sa con esattezza quando e come, nello Stato del Mississippi, il colore dell’abisso sia stato associato a un tipo di musica mai ascoltato prima, una forma aurorale di lamento, di sfogo intimista e tenace. In Mississippi l’apprendista bluesman va ad incontrare il demonio a un crocicchio di strade e a mezzanotte gli vende l’anima in cambio del virtuosismo.

In Georgia invece l’aspirante siede su una tomba e sempre a mezzanotte si taglia le unghie e le getta dietro la schiena, in pasto alle anime dell’inferno, che in cambio lo renderanno insuperabile chitarrista e cantante. Però è un contratto a tempo. Dopo pochi anni il diavolo viene a reclamare l’anima.

I primi bluesmen di cui abbiamo notizia (siamo nella prima metà del XX secolo: trattandosi di musica non scritta, i musicisti anteriori all’invenzione del grammofono sono scomparsi nel nulla) vivono e muoiono tragicamente.

Alla Fondazione Luigi Tronci in questa domenica di marzo si evoca proprio questa musica approfittando della presenza di due artisti che hanno fatto della fedeltà a tale genere la loro professione musicale.

[culturidea]

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