
PISTOIA. La distribuzione dei fondi per la non autosufficienza e per la disabilità rappresenta un’assoluta emergenza, di quelle che la politica – diciamocelo – spesso non cavalca perché riguardano una minoranza di persone. Anche in ambito socio-sanitario, si preferisce combattere battaglie più vistose e visibili, come quella – giustissima – per la centrale del 118.
La recente visita dell’On. Edoardo Fanucci a Paola Cialdi ha avuto il merito di riaccendere la luce sul tema, che ora va affrontato con serietà e rapidità. La situazione, quasi paradossale, è questa: i bisogni ci sono, i fondi ci sono, il progetto c’è. Manca solo il soggetto amministrativo-organizzativo che proceda alla distribuzione.
La Regione ha recentemente approvato due proposte di legge che fanno ancora più chiarezza su come e quando si deve procedere. Leggiamo nel comunicato n.708 del 15 luglio scorso della Quarta Commissione: «ci saranno due opzioni: agire in convenzione, oppure gestire attraverso la Società della salute (Sds), dove l’esperienza sia stata positiva».
Si tratta di una scelta a mio avviso saggia, che pone le emergenze e i bisogni del cittadino davanti ai problemi e alle difficoltà della politica e delle amministrazioni. In soldoni: se hai una macchina (la Società della Salute) che funziona, mettila in moto e parti, se invece la macchina non funziona, prendine una a noleggio (convenzione tra Asl e Comuni) e parti con quella, perché le persone bisognose di assistenza non possono aspettare che tu ti sia costruito una macchina nuova.
In Valdinievole, l’esperienza della Società della Salute, con le sue difficoltà, è partita. È una realtà. Nella zona distretto di Pistoia, invece, non si può dire altrettanto.
Bene, se la SdS non funziona, che si proceda rapidamente alla stipula di una convenzione e che si mettano i flussi a disposizione delle famiglie e delle persone che ne hanno bisogno. La politica non può continuare a guardarsi l’ombelico mentre le persone più fragili restano sole.
Massimo Baldi