ROMA. Addio al Corpo Forestale dello Stato. La riforma della pubblica amministrazione, approvata dal Consiglio dei ministri, ha cancellato 194 anni di storia del Corpo che più di tutti si è adoperato nella difesa del territorio, della biodiversità, della salute pubblica. L’accorpamento con l’Arma dei Carabinieri è cosa fatta.
Da questa sinergia ‘forzata’ nascerà il Comando per la tutela ambientale, forestale e agroalimentare.Per il ministro all’Agricoltura, Maurizio Martina, si tratta di una riforma che consente di fare grandi passi in avanti nel campo della tutela agro-ambientale poiché rafforza il presidio dello Stato sul territorio e mantiene la specializzazione dei Forestali valorizzandone le competenze.
“Con questa riforma – ha dichiarato il ministro all’Agricoltura – riorganizziamo le funzioni di polizia impegnate sul fronte agro-ambientale, dotando l’Italia di una moderna struttura in grado di assicurare sempre meglio prevenzione e repressione su questo fronte. Uniamo le forze e potenziamo gli strumenti operativi coordinati dal Comando per la tutela ambientale, forestale e agroalimentare dei Carabinieri”.
Sul piede di guerra i sindacati della Forestale che con Marco Moroni, segretario del Sapaf, senza mezzi termini parlano di una riforma fallimentare sia dal punto di vista economico che da quello operativo.
“Muterà l’approccio delle attività di polizia in tema di sicurezza ambientale – afferma Moroni – poiché assisteremo alla progressiva riduzione delle attività di prevenzione privilegiando un approccio solo repressivo; questo approccio è assolutamente perdente quando si parla di tutela del territorio poiché spesso il ripristino dello stato dei luoghi è impossibile da ottenere”.
“Non è vero – prosegue Moroni – che si ridurranno i costi; i costi fissi, vale a dire gli stipendi, saranno mantenuti e ad essi si aggiungeranno quelli per la formazione del personale e dell’adeguamento logistico e strutturale”.
“Ci sono poi delle gravi incongruenze tra quanto annunciato dal Governo – conclude il segretario del Sapaf – e il testo della riforma; si era detto di non smembrare il Corpo Forestale e di mantenere le prerogative acquisite dai Forestali in termini di avanzamenti di carriera e sedi di lavoro.
“Invece entro due anni potranno essere disposti cambiamenti di sede per il lavoratori, gli avanzamenti non saranno uguali a quelli dei carabinieri e il Corpo verrà smembrato con i nuclei della sicurezza pubblica che entreranno nella Polizia di Stato, l’antincendio sarà accorpato ai Vigili del fuoco e il Cites sarà diviso tra Guardia di Finanza e ministero dell’Agricoltura”.
I sindacati annunciano battaglia e, c’è da scommetterci, pioveranno ricorsi al Tribunale amministrativo e contenziosi per i trasferimenti di personale e di competenze di un Corpo che non ha accettato di essere cancellato con tanta superficialità.
Un colpo di spugna che apre scenari nebulosi sul futuro dei parchi nazionali e regionali, delle aree protette, del patrimonio naturalistico del nostro Paese. I tempi dei ‘passaggi di consegna’ in Italia sono sempre incerti e spesso il provvisorio diventa ordinario. In un settore delicato come quello della difesa del territorio dove non è possibile abbassare la guardia neanche per un istante.
[sapaf]