AGLIANA-MONTALE. Dopo la mia delirante ode di ieri, tutta dedicata A Milena Cappelletti caduta da cavallo, la figura angelica che si “asconde” dietro l’aulico pseudonimo di Marcello MC Cantini, è scesa «di cielo in terra a miracol mostrare», cioè a scrivere queste luminose aulenti chiose:
- Oh mio dio sono famoso! Nessuno mi aveva mai dedicato un’ode!
Delirantissimamente divertente! I love u! Oh maroniromiti ma non mi condividi l’ode anche sulla pagine di Montale?
- Caro il nostro direttore delirante… innanzi tutto mi complimento per la raffinatezza degli ultimi pseudoarticoli…sagaci e pungenti degni addirittura del premio argenpic della festa del peperoncino! Ma sai che il tuo fido chierichetto Romiti ha diversi profili fake su facebook? A Lui è concesso mentre tutti gli altri sono delle cacche puzzolenti? Oppure puzzerà un pochino anche Lui?
Come canta il buon Ramazzotti, Grazie di esistere!
La Milena è stata così etèrea che oggi si è meritata un sonetto pseudo-stilnovista. Ciòccatelo, direbbe la Veronica Gentili; e metabolìzzalo bene:
GUIDO GUINIZELLI | DER WAHNSINNIGE REGISSEUR |
Io voglio del ver la mia donna laudare ed asembrarli la rosa e lo giglio: più che stella dïana splende e pare, e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio. Verde river’ a lei rasembro e l’âre, tutti color di fior’, giano e vermiglio, oro ed azzurro e ricche gioi per dare: medesmo Amor per lei rafina meglio. Passa per via adorna, e sì gentile ch’abassa orgoglio a cui dona salute, e fa ‘l de nostra fé se non la crede; e no·lle pò apressare om che sia vile; ancor ve dirò c’ha maggior vertute: null’om pò mal pensar fin che la vede. |
~ Io voglio del ver la Milena irritare, lei che odora di rose e puro giglio màgico: stella rossa splende e pare e alla logica scarsa lei somiglio. ~ La verde bile a lei rassembro e ’l mare, color di crisantèm, giallo e vermiglio, òr di Bologna adatto ad evacuare: e il Falqui, grazie a lei, funziona meglio. ~ Passa per via sì docile e gentile ch’ammoscia orgoglio a chi volge il saluto, e lo rende Piddìn pur se non crede; ~ e in più è maestra di valor civile; ha più virtù del Dio dell’assoluto: non v’è chi può pensar, fin che la vede. |
Contemporaneamente un egregio Daniele Neri ha filosofato come segue:
♦ Bianchini raccontaci anche della mina Maroni profilo fake del tuo amico scribacchino che a sua volta mi blocca per non vedere i suoi scritti.. Viva la vostra democrazia
Perciò corre l’obbligo – come di solito dicono i compagni – di puntualizzare che il mio intervento sui troyal network non fa sconti a nessuno: fermo restando che
Se Milena e il prode Neri
sono pieni di pensieri
e hanno gravi problemoni
con la Mina e con Maroni,
a costor, rivolti e fisi,
lascin stare i cabbasìsi
di chi parla sol per sé
e le colpe d’altri, ahimè,
non può assumersi a babbèo
come fece il Cireneo.
Per intenderci, Milena & Daniele, se per iscriversi a Facebook occorresse la registrazione in Comune, i problemi li avreste voi e chi altri sapete voi, non io.
Quanto ad accusarmi di permettere qualcosa a qualcuno, fra poco direte che sono cattivo con l’ex-comandante Andrea Alessandro Nesti perché buttò via trentatremila euro pagando Tvl come gli diceva di fare quel sordomuto del Magnanensi?
Der Meisterkommandant, o Signor Comandante in Capo, era maggiorenne, era vaccinato, era diplomato, era laureato, era funzionario con pieni poteri: quel che ha fatto, l’ha fatto da sé e chi fa da sé, si sa, fa per tre.
Cosa c’entro, io, con le scelte d’altri? E la moglie del Meisterkommandant che responsabilità avrebbe mai potuto avere nell’adozione di quelle determine buttasoldi, pagate dal popolo di Agliana, a favore della Tvl di Luigi Egidio Bardelli? O questo ragionamento è troppo impegnativo per le celluline delle esimie menti fake-Pd nella terra del Mont-Ana?
Ergo (= dunque) rispondete voi a voi stessi e agli altri delle vostre responsabilità, e non tiratemi per i capelli in una diatriba insensata, con cui cercate di addossarmi colpe di altri – se vi sono – sia maggiorenni che vaccinati.
Di più? La scuola sessantottarda e post è stata un macello. E i laureati postsessantottardi, anche se sono professori o brillano di dottorati di ricerca o – ancor peggio – se sono saliti in cattedra con tanto di toga e tòcco, spesso e volentieri sono il concentrato del pitòcco, cioè duri come le pigne verdi, presuntuosi come una zecca gonfia di sangue a un centimetro dal culo del cavallo (metafora agro-alimentare) e, pur non sapendo né leggere né scrivere (anche se fingono di scrivere libri, che a volte possono essere perfino scolastici) non sono in grado di analizzare (da analisi) il contenuto di un pensiero o di un periodo, ma lo analizzano (da ano, vedi qui) assai bene in altro modo.
Gli uomini – ma, per carità, anche le Signore Donne, come nel nostro caso di specie – non arrivano a comprendere che la parola è tutto (D’Annunzio) e che, come alla legge, alle parole non si può «attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore», nel nostro caso da chi le ha scritte.
Il problema è – come dicevo – che dal 68 in poi la grammatica andò a farsi fottere e vinse (oh, conquista di intellettuali di sinistra e geni acculturati, magari iscritti a qualche confraternita della prestigiosa Università di Pontelungo e Calci!) e vinse la grande liberalizzazione che permise, perfino – puta caso – a un geometra, di laurearsi in materie quasi-giuridiche e financo di poter svolgere (pòeri i cittadini che, per avventura, gli fossero piovuti sotto…) l’augusta funzione di VPO – per chi non sa, Vice Procuratore Onorario (così mi par di ricordare).
Vento a Tindari, straordinaria questa lirica di Salvatore Quasimodo. Ma che c’entra? Niente, scusate: mi sono distratto, sto delirando alla grande…
Due raccomandazioni ai ferventi democratici che si occupano, quali illustri esegèti, di Linea Libera, ringraziandoli, non mai a sufficienza, per il fatto di essere una dimostrazione fatta carne che il giornale è indispensabile per toccare i nervi scoperti e far sobbalzare i pazienti sulla sedia del dentista:
- Monsieur Daniele (“Dio ha [così] giudicato” o “il mio giudice è Dio”, ma preferisco la seconda ipotesi etimologica) si limiti, di grazia, a far fotografie, perché almeno le lenti riproducono quel che captano dai fotoni in aria senza bisogno di elaborare faticosi ragionamenti autonomi di logica cerebrale, che potrebbero far deflagrare l’encefalo.
- Madonna Milena Cappelletti caduta da cavallo, alias fake-Marcello MC Cantini (che ci sia, sotto sotto, una sorta di invidia penis, come scrissero un tempo certi studenti sul muro del cesso del Liceo Forteguerri? Sarebbe il caso di sentire un parere del dottor Iossa Fasano, quasi quasi, guarda!), faccia una cosa saggia: faccia come Lassie, veda di tornare a casa, che forse là potrebbero esserci persone che hanno bisogno di lei e la stanno aspettando; e – seguendo il buon consiglio di Semonide Amorgino, VII-VI sec. a. C. – non faccia come la donna nata da «tenera cavalla», che rifiuta i lavori domestici ritenuti troppo vili: si ricordi di spazzare, ogni giorno, la cenere dal camino e di svolgere le faccende domestiche.
A questo punto, anche se vi strapperete i capelli, mi sanguina il Libro Quore, o Daniele & Milena, ma resterete calvi.
Bruci la città, però, come dice Orazio, non aggiungerò parola oltre queste: posate il fiasco, attaccatevi al tram e meditate in preghiera:
Dei nostri fratelli
Afflitti e piangenti,
Signor delle genti,
Perdono, pietà.
…….
Ai nostri fratelli
Dai dunque riposo
O padre amoroso,
Perdono, pietà.
Amen. Tre Pater, Ave e Gloria.
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Ah, dimenticavo: se non erro, in un film a episodi degli anni settanta/ottanta (Celentano-Melato), il molleggiato si infilava il peperoncino, di cui parla la Milena, nell’anello di fidanzamento (diciamo) per vincere una gara di ballo…
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Recht auf Kritik
One thought on “fotografi & non solo. TORNA A CASA, LASSIE!”
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