PIEVE A NIEVOLE. E così la Valdinievole perde un’altra azienda storica. In questi ultimi 20 anni un vero e proprio stillicidio di aziende importanti che hanno venduto o hanno chiuso i battenti e non solo in Valdinievole ma in tutta la Provincia di Pistoia.
Nei miei 15 anni di attività politica come consigliere provinciale ho purtroppo vissuto in prima persona tutte queste vicende e ogni volta, con rammarico, devo ammettere di aver sentito e visto, sia da parte delle istituzioni sia dai sindacati le stesse dichiarazioni e le stesse manifestazioni di rabbia nelle piazze. Conclusione? Chiusura delle aziende e poche soluzioni positive per i lavoratori.
E mai, dico mai, da parte della Regione toscana si sono formulati programmi politici di salvaguardia e rilancio delle nostre attività, mentre i sindacati? Sempre pronti a rincorrere i buoi fuggiti dalle stalle, ma non hanno mai elaborato azioni costruttive di collaborazione con le aziende e i lavoratori, per superare il difficile periodo di crisi che da tempo stiamo attraversando.
Nel caso “Balducci”, stessa trama e scenografia, di sempre. Esponenti politici di alta, media o bassa importanza che gareggiano tra loro per farsi scattare una foto da postare su facebook con i dipendenti che disperati protestavano fuori i cancelli dell’azienda, unici, veri e sinceri protagonisti di questa tragedia sociale che con Pistoia ha colpito tutta la Toscana, e questo, nonostante che da più di 40 anni sia Regione sia Provincia siano state governate dalla sinistra, che per ideologia si è sempre dichiarata difensore dei lavoratori.
In tutto questo tempo non si è riusciti a creare un solido sistema di crescita e di salvaguardia economica industriale, se i miliardi di lire e i milioni di euro spesi per i corsi di formazione per i disoccupati attivati con fondi europei che in realtà, hanno aiutato economicamente solo chi li attuava (molto spesso sindacati) restituendo scarsi risultati per la riduzione della disoccupazione.
Fossero stati erogati direttamente alle aziende private, affinché potessero investirli in innovazione, ricerca e tecnologie, magari, con la stessa regolarità che si finanziavano le cooperative, oggi la situazione non sarebbe così tragica.
Due parole pure ai sindacati che oggi attaccano, con durezza, la proprietà della Balducci, dimenticandosi che per cinquanta anni hanno comunque sfamato centinaia di famiglie con il lavoro che creavano e solo per questo meriterebbero rispetto, nonostante la giusta fermezza della difesa dei posti di lavoro.
A questi sindacati chiedo: quando in diverse aziende è iniziata la delocalizzazione fuori Italia delle fasi di lavorazione dove eravate? Quando le aziende si battevano per avere un più agevolato accesso al credito, dove eravate? Quando sono stati istituiti gli studi di settore, un vero cancro per le aziende, dove eravate? Quando (e tuttora) nei capannoni di Prato si lavorava (e si lavora) senza un minimo di rispetto per i lavoratori, fuori da ogni regola sindacale creando un’invincibile concorrenza sleale per le nostre aziende che rispettano le regole, dove eravate? E oggi, cosa fate? Che cosa faranno ora gli esponenti politici che per un mese hanno fatto le passerelle davanti all’azienda Balducci, riempiendo i giornali di chiacchere?
Doneranno i loro stipendi di un anno a quei lavoratori per aiutarli? E i sindacati? Pensano forse di trovare soluzioni o un nuovo lavoro a quei lavoratori, conclamando il loro manifesto disprezzo nei confronti della Balducci?
Ma il primo maggio è stato festeggiato, le bandiere rosse hanno sventolato nelle piazze, lo sdegno e la rabbia nei confronti del “padron dalle belle brache bianche” sono state adeguatamente esternate nelle piazze e sulla stampa, gli uomini e donne di punta del Pd hanno presenziato ed esternato visibilmente la loro disponibilità e solidarietà nei confronti dei lavoratori, il costoso concertone costellato di pugni chiusi, in diretta tv Rai 3 è stato un successo. Quindi tutte le normali e consolidate procedure a tutela dei lavoratori, sono state tutte attuate compreso i comizi dei leader sindacali super pagati.
E domani? Per quei 40 lavoratori e le loro famiglie cui va la nostra sincera ma poco utile (ai loro guai) solidarietà, domani per loro è un ‘altro giorno senza stipendio e qualcuno deve prendersene carico velocemente.
Roberto Franchini, Fdi-An Pistoia