AGLIANA. La Lucia Salaris non c’era, ma c’era il suo ectoplasma evocato dai suoi cuginetti Guercini e Pieri che non a caso l’hanno citata, usandola come una ipoteca data in garanzia: è stata infatti la super consigliera dem a lasciare l’incarico per le insopportabili malefatte della commissariata (dal Rino Fragai) giunta aglianese.
Le contestazioni dei consiglieri di opposizione, sono state puntuali e univoche, lamentando violazioni reiterate da tre anni delle necessarie funzioni di accesso e consultazione degli atti, oltre alle diffuse omissioni della trasparenza e del freedom of information (F.o.I.A.) la disciplina che obbliga la pubblicazione incondizionata degli atti fruibile da parte di chiunque.
Erano presenti anche il consigliere Ciottoli e Volterrani il primo dei quali è stato quello che ha presentato le prime proteste al Prefetto e depositato ben sette ricorsi alla Corte dei Conti p
er le malefatte della Giunta, fra le quali la famosa vicenda di Agisport, sulla quale il Mangoni ha aperto una inchiesta sulle fughe di notizie pervenuteci, paventando un loro uso illegittimo (…da che pulpito ndr!).
La giunta fragaiana, avrebbe infatti portato all’eutanasia il computer da sempre riservato ai consiglieri per la consultazione degli atti, così costringendoli a fare gli accessi per la consultazione tramite le richieste scritte che richiedono una “lavorazione” (estrazione di fotocopia dell’atto o stampa) da parte degli uffici.
Il gruppo, respinge con indignazione le accuse del Sindaco di usare un piano machiavellico per voler strumentalmente creare disservizio, al fine unico di accusare la squadra fragaiana di incapacità politica: grave il fatto che Mangoni abbia convocato una conferenza stampa unilaterale e senza alcun invito alle opposizioni con la sola stampa strutturata (ma anche questa testata è stata ignorata, nonostante le proposizioni di legalità e trasparenza da sempre propalate n.d.r.).
Siamo stati noi a proporre due domande significative: sulla figura (assente) del Segretario generale Donatella D’Amico magnificamente defilata all’agone di lite e indifferente a tutto, ancorché l’attuazione del F.o.I.A. e la trasparenza sia una sua precisa competenza e prerogativa istituzionale obbligatoria e non facoltativa.
Tra il pubblico in sala, presente anche il presidente del Consiglio Fabrizio Nerozzi che ha dimostrato una insolita attenzione, chiamata dalla necessità di garanzia dei suoi cómpiti istituzionali.
Quella del Nerozzi ci è parsa una excusatio manifesta e proprio noi, lo abbiamo impegnato in una dichiarazione di presa d’atto che non potrà restare inevasa: acquisite le contestazioni dell’opposizione (non ci ha detto che non sapeva niente!) si è impegnato a rimuovere le omissioni e i vizi della malagestio istituzionale che minacciano pesantemente l’azione di controllo delle opposizioni, ovvero l’esercizio di una fattiva democrazia, fondata sulla conoscenza, competenza critica e azione politica di contrasto alla maggioranza.
Mangoni ha risposto alle accuse, qualche giorno fa, alzando una cortina fumogena sull’operato della Rino-commissariata giunta, ma il colpo di coda assestatogli ieri sembra averlo messo in grave debito di credibilità, anche considerando il margine di tempo residuo, che si esaurirà nel giugno 2019.
[Alessandro Romiti]
Vedi video intervento sul canale Youtube di Linea Libera:
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