frenesie. LA LEGA PER TOMASI, IL SENATORE VESCOVI, LA SONIA PIRA E LA CINZIA CERDINI

Un consiglio elettorale spassionato e vari chiarimenti sulla politica di Sarcofago City, sui suoi uomini, su certi brillanti interpreti della legge che albergano al terzo piano del tribunale


Ma potrò esprimere una mia opinione o devo chiedere il permesso in Procura per non correre il rischio di essere rinviato a giudizio da Curreli & Grieco?


SE DI GUAI TU NON NE VUOI

STATTE ZITTO PIÙ CHE PUOI!


 

Il sindaco Alessandro Tomasi

 

Il manifesto della Lega a sostegno di Alessandro Tomasi mi ha suscitato diverse suggestioni (il sindachino di Agliana direbbe “ruminazioni”) che ora vi illustro.

Primaditutto, direbbe quel genio di Di Maio, un bello strattone d’orecchi a Ale – come lo chiamano ora. Perché? Perché, pur essendo molto amici, anche se io non ero e non sono mai stato di FdI, non gli ho sentito far parola per i miei arresti e per la persecuzione di cui sono stato – e continuo a essere vittima – da parte della «procura dei bavagli» o «porto delle nebbie» che dir si voglia.

Lo perdono, Ale, soltanto perché troppa è stata la sua paura, in questi 5 anni, di essere fatto a pezzi dalla “squalità” (derivato da squalo) di chi, fin da poco dopo che aveva dato il cambio a Bertinelli, qual fidus interpres delle leggi, asseggiolato in procura, voleva rinviarlo a giudizio per eventi riferibili solo a Samuele. Non di rado in procura non sanno neppure che la responsabilità penale è personale: tant’è che attribuiscono a mia figlia le mie presunte colpe, non è vero, dottor Grieco?

Poi rivolgo un saluto a Manuel Vescovi, senatore che, pur essendo del pari un amico (persona concreta e attiva, però) non è che sia salito al terzo piano della procura a informarsi di come si possa arrestare così, “a capocchia”, un giornalista solo sul presupposto (meramente indiziario e volutamente non provato da Curreli che adopera, di solito, come principio fondante delle sue non-indagini l’istituto della «inaudita altera parte»: volgarmente «chi accusa ha ragione a prescindere» specie se accusa il Bianchini…) che debba per forza essere uno stalker.

Tre parole, o quattro, spettano alla Sonia Pira: una sicula semi-normanna occhi-verdi la quale mi ha querelato solo perché ho scritto, da qualche parte, che era un’oca. Ammettiamo che sia così, anche il 2 maggio, in aula, ho voluto e dovuto ricordare al tribunale, al feroce Curreli, al giudice Gaspari e all’avvocato di lei che, quel giudizio – che non era rivolto, come lui aveva sostenuto, a privata cittadina, ma a cittadina pubblicissima: segretaria provinciale della Lega e campante con soldi pubblici di una partecipata –; che quel giudizio non era affatto offensivo o fuori-luogo se si tiene conto che, grazie alla sua sbiaditissima-inconsistente (o inesistente?) azione politica, la Sonia ha perso 11 consiglieri della Lega: ad Agliana, a Pistoia, in Montagna. Serve un’ulteriore dimostrazione di ochità?

Evidentemente non è stata, la sua, un’opera da “gallo da combattimento”, che non si arrende más que cuando está ya muerto, ma – come disse Michele Santoro a qualcuno che non ricordo – da anatra zoppa, checché ne dica la procura, che si serve anche di questo per perseguitare il giornale che dice le verità sgradite.

Una lancia a favore, invece, la spezzo volentierissimamente per la Cinzia Cerdini, rimessa in lista: ma anche, forse, non senza polemiche, silenzi e gelosie di partito.

Se avessi scritto così? I PM vrebbero chiesto la castrazione chimica per me?

Io la conosco per interposta Elena Bardelli e la stimo come persona morale ineccepibile e poi perché la ho vista operare anche per il marasma di Vicofaro, vezzeggiato e protetto dalla procura con il non-interventismo (forse buonista) di chi non vuole vederne i problemi igienico-sanitari e di ordine pubblico.

Del resto la procura di Coletta, che lavora per la «gente comune», alla «gente comune» di Vicofaro deve aver deciso di riservare spettacoli di varia umanità: dalla masturbazione in pubblico, al sudiciume dovunque, alla droga in confessionale, alle padelle sul fonte battesimale (chissà come ci viene una bella carbonara…), alla gente che si buca per via intorno alla chiesa di Santa Maria.

Se fossi della Lega, vi dico subito che io la Cinzia Cerdini la voterei. E detto da un ignorante, rozzo, scostante, scorbutico, stalker pericoloso, calunniatore, violentatore privato come me, che è il più disprezzato da tutti in tutta la provincia, è tutto dire.

Voglio però tranquillizzare il dottor Giuseppe Grieco, che voleva sapere da me perché non mi sono iscritto a FdI, prima che mi chieda perché non mi iscrivo alla Lega.

Cinzia Cerdini

Dottore, è semplice. Perché io non sono né di FdI né della Lega. Io sono uno di quegli individui molesti che rivorrebbero e riprenderebbero a braccia aperte Andreotti e Craxi, non la brava gente che, se foste dei veri Pm, in qualunque procura d’Italia, ciascuno di voi metterebbe in stato di accusa per attentato alla Costituzione.

Io sono un socialista di Craxi:

— primo, perché non manderei mai armi in Ucraina affinché i popoli giochino ad ammazzino;

— secondo, perché mi piace più ricordare l’onor di Sigonella che il disonore di chi corre a «baciare il culo» di Biden/Bidet, pur sapendo che quel vecchietto che dà la mano a chi non c’è, mentre sei lì con la bocca sullo sfintère – magari sbianchettato, come quello di Crocetta il progressista, a spese pubbliche –, ti può mollare all’improvviso una corposa, succulenta, odorosa scorreggia sul muso.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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