Maurizio Ciottoli, troppi pasticci. E la Questura ha deciso – dopo molte contorsioni – di ritirargli il porto d’armi. Un pericolo in meno per i cittadini che entrano nel palazzo comunale e vengono aggrediti, offesi e cianchettati
SE COSTUI PREME IL GRILLETTO
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AGLIANA. Finalmente dopo un paio d’anni, sembra che la Questura di Pistoia abbia ritirato il porto d’armi a Maurizio Ciottoli che adesso, se vuole andare a caccia, deve farsi accompagnare e sperare di non essere beccato a tirare ai passeri con fucili che lui, se è vera la notizia, non può tenere nemmeno in mano. In mano, d’altronde, a lui stanno bene mestoli, forchettoni e aromi da utilizzare sulle uniche cose che sa fare: arriostire le bistecche alla brace.
Il Ciottoli il problema ce l’ha da quando aggredì con un tubo uno sconosciuto, incontrato in un giorno di forte pioggia alle scuole elementari di Vignole. E venne denunciato dall’agente di Pm che era lì a dirigere l’intasamento stradale, e che intervenne per dividere i due, ma non prima che il Ciottoli avesse colpito il malcapitato.
In séguito fu proprio il suo amico Salvatore Maricchiolo, luogotenente CC di Quarrata, che si vide costretto a comunicare al questore la segnalazione della denuncia di aggressione avvenuta il 28 agosto 2021 all’interno del palazzo comunale di Agliana ai danni di Alessandro Romiti, persona nella cui casa il Ciottoli aveva fatto – come si dice da queste parti – la strada soda, visto che Ciottoli, nella sua rozza ignoranza, non essendo capace di scrivere neppure mezza riga, si serviva di Romiti per scrivere i documenti utili alla sua carica di consigliere comunale. Ma casa Romiti non era solo questo: era anche una sorta di “osteria” nella quale Ciottoli cucinava, mangiava e beveva: in attesa del giorno in cui avrebbe morso la mano di chi lo aveva aiutato empre e comunque.
Dopo l’aggressione in Comune ad Aliana, io stesso e Romiti ci recammo dal Maricchiolo, in caserma, a Quarrata, e segnalammo all’Arma che a un personaggio così aggressivo e pericoloso non era consentito poter disporre di una arsenale in casa. Nemmeno per sparare alle falene.
La questura, con la quale abbiamo intrattenuto una serie di corrispondenze per fare luce sull’effettivo ritiro – il questore Olimpia Abbate, ci ricevette per questo il 5 dicembre successivo, ma disse che non poteva prendere provvedimenti senza un’autorizzazione della procura, ovvero il rinvio a giudizio – ha fatto ripetute richieste – a quanto pare – a Tom Col che, alla fine, dopo lunga attesa, sembra siano state accolte.
I nostri accessi agli atti amministrativi sono stati negati dal commissario Rainone, in nome di una malintesa pretesa di tutela della riservatezza. In questura, evidentemente, non hanno ben chiaro che un pubblico amministratore, soprattutto se violento e rissoso come il Ciottoli (ricordiamo anche dell’aggressione a Silvio Buono), non ha più privacy da dover essere protetta, perché tutti devono sapere in assoluta chiarezza che, dinanzi a lui, è pericoloso stare in piedi e mettersene a contraddirlo.
Rilevante sul punto anche l’aggressione del Ciottoli al collega di maggioranza Silvio Buono in sala consiglio nel dicembre 2020. Per tale episodio però – avvenuto anch’esso sotto gli occhi del sindaco Benesperi (altro nobile esempio di pusillanime) – non ci fu alcuna segnalazione all’autorità giudiziaria.
Il Buono – stando alle ciance ciottoliane – avrebbe corso il rischio di querela per diffamazione aggravata da parte dell’assessore-tubista, ma (attenzione che non è un dettaglio) non ha mai visto alcuna querela del Ciottoli neppure dopo la notizia apparsa su La Nazione e firmata Piera Salvi.
Storie di ordinaria stupidità. Ciottoli ha goduto di vari altri benefici noti anche al procuratore capo Coletta, l’uomo che non intercettava i Turchi.
Ora, se Ciottoli non ha più il permesso di giocare coi suoi fucili per spappolare i passerotti, chi gli coprirà le spalle poderose da camerata? Lo accompagnera per i boschi il suo amico ed estimatore, il senatore meloniano Patrizio La Pietra-Plastilina da cui il tubatore ha imparato l’arte dell’inciucio destra-sinistra?
Se imbrocca i guardiacaccia, avrà qualche filo da torcere, credo. Ma – lo dico e o sottolineo pigiano la penna sulla carta – gli sta perfettamente bene.
Personaggo, infatti, moralmente indegno, poco affidabile, falso testimonie in aula dinanzi a un Gaspari a testa china per soddisfare il grandioso Terra Aperta e il pitonesco Grieco; Ciottoli, oltretutto calunniatore della rozzezza pari al suo poco sviluppato intelletto, me lo ricordo quando, dopo le stronzate cucite insieme da Curreli per eliminarci dal mondo dell’informazione, si rivolgeva a noi di Linea Libera dicendoci che, al momento della primavera e della conta degli agnelli, saremmo stati cancellati dalla faccia della terra per l’intervento, appunto, dello scout-redentore delle prostitute ad Agliana. Secondo le sue previsioni di fine politico (e di rozzo squadrista) la terra sarebbe stata nettata dalla nostrsa presenza immonda.
E invece guardateci qua. E aprite bene gli occhi. Ci hanno ammazzato per due volte e per due volte siamo risorti: vivi, vegeti e soprattutto veraci.
Perché una città posta sopra un monte non può essere nascosta come ci dice il Vangelo di Matteo. E Linea Libera, caro assessore delle linguine alla bottarga sarda di muggine, è una città della verità irraggiungibile sia da te che da Biancaneve e i suoi nanetti.
Buona battuta di caccia, assessore! E bada, mentre cerchi di impallinare qualche rigogolo, di non essere impallinato tu, con la tua stazza morale da struzzo culo-all’aria e testa sotto la sabbia. Contare pecore e agnelli lascialo tutto a Curreli. Lui se ne intende a dovere!
Edoardo Bianchini
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