FUGA DAL PD, EFFETTO RENZI? URNE PIENE E SEZIONI VUOTE

Fuga da... Alcatraz
Fuga da… Alcatraz

PIANA. Il Pd alle ultime elezioni europee, come è noto, ha raggiunto la cifra record del 41 per cento con ben 11 milioni e 200 mila voti.

In controtendenza, invece, gli iscritti sono calati sensibilmente, da 500 mila a 100 mila circa, a due mesi e mezzo dalla conclusione del tesseramento 2014.

Come si spiega l’allargamento considerevole della forbice numerica fra il partito degli iscritti ed il partito degli elettori?

Qualche dirigente della sinistra Pd ha affermato che “il partito è evaporato al sole del renzismo”.

Si perché Renzi, rispetto alla vecchia classe dirigente del Pd, ha un’idea completamente diversa del ruolo e della funzione del partito nella società civile e cioè di un partito formato da sezioni, iscritti, tesseramenti, organizzazione capillare sul territorio secondo gli schemi classici della sinistra tradizionale dove i tesserati avevano voce in capitolo per la scelta dei segretari, dei sindaci e delle candidature da proporre per le varie istituzioni.

Dal momento che, con le primarie, il ruolo degli iscritti è uguale a quello degli elettori non si comprende per quale motivo un cittadino dovrebbe essere attratto dall’iscrizione al partito.

In questi ultimi 20 anni si è affermata la personalizzazione della politica iniziata con Berlusconi e, poi, con Grillo e Renzi.

Tuttavia Renzi, al momento attuale, non può cancellare la forma partito perché il sistema parlamentare in vigore prevede la fiducia ai governi da parte del parlamento formato da deputati e senatori eletti tramite i partiti.

Renzi è, però, deciso a fare del Pd un soggetto politico a sua immagine e somiglianza e cioè il partito di Renzi come, d’altronde, è emerso dalla recente Convention della Leopolda.

Il calo delle iscrizioni al Pd denota, anche, una marcata insofferenza di numerosi militanti, specialmente di quelli provenienti dal Pci, che avevano profuso il loro entusiastico impegno nell’attività del partito, durante le campagne elettorali, nelle feste dell’Unità, nella propaganda sui territori.

La sinistra Pd e la militanza tradizionale è stata messa al palo dalla dinamica renziana improntata al personalismo ed alla rimozione di tutto ciò che, a giudizio del premier, rappresenta una zavorra ereditata da una vecchia concezione della politica.

Per ora, la sinistra Pd annichilita ed emarginata dal prorompente attivismo del leader , sta alla finestra aspettando il fallimento dell’esperienza renziana, ipotizzabile se prosegue il trend negativo dell’economia nazionale con disoccupazione che aumenta, con fabbriche che chiudono, con inasprimento del precariato: problemi che, certo, non si risolvono con proclami ed annunci da abile imbonitore

Carlo Papi
Coordinatore dei Circoli della Piana Prc-Fds

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