furbate & malestri. ANCHE L’AVVOCATO MONTINI DISSE CHE NESTI DOVEVA FORSE ESSERE LICENZIATO IN TRONCO: MA NESSUNO ASCOLTÒ. E ORA IL FU COMANDANTE SI SENTE DIFFAMATO MENTRE CURRELI CI RINVIA A GIUDIZIO? MA LA PROCURA DI PISTOIA HA PERSO LA BUSSOLA?

Quando il fu comandante Nesti venne deposto dal Consiglio di Stato, la segretaria generale D’Amico chiese all’avvocato Montini «e ora cosa si fa?». Il parere richiesto fu in parte reticente ma altrettanto impeccabile perché indicò, seppur di sfuggitae, il tema del “licenziamento automatico”. Nessuno però volle vederlo e il soldato Ryan fu salvato. Cosa potrebbero dire, oggi, l’Anticorruzione e la Corte dei Conti?


SVÉGLIATI, PISTOIA! QUALCOSA NON VA


L’avv. Mauro Montini evidenziò la significativa clausola del licenziamento immediato per il Nesti

 

AGLIANA. Ecco il parere legale dell’avv. Mauro Montini, studio legale Lessona, che, dopo la sentenza 530 del Consiglio di Stato, venne incaricato dalla segretaria Donatella D’Amico di spiegare meglio “cosa fare del fu Comandante”. La D’Amico, che prendeva all’epoca circa 80mila euro l’anno dal Comune, doveva proprio chiedere a un esterno cosa fare e far spendere ai cittadini di Agliana altri quattrini?

Il contratto di lavoro di Andrea Alessandro Nesti, “l’ottimo Comandante” come definito dal compagno di caffè Fragai, aveva un contratto di lavoro che prevedeva anche questa fattispecie, in modo chiaro e inequivocabile: in caso di “annullamento della procedura di reclutamento (è questo il caso specifico)”, si doveva provvedere al licenziamento (del Nesti), e senza nemmeno preavviso. Chiaro come acqua di sorgente, ma altrettanto ignorato e disatteso dagli amministratori democratici e legalitari (2014-2019) e, oggi, dai più paludati dell’odierna consiliatura di centro-destra di oggi: anche se la procura della repubblica di Pistoia, auspice il solerte e inarrestabile iperattivo sostituto Claudio Curreli, continua a perseguitarci sostenendo che, nel raccontare per filo e per segno tutte le stramberie protezionistiche e le palizzate create a difesa di questo ormai famoso fu comandante, noi lo diffamiamo.

Doveva essere licenziato il Nesti. Ma è ancora lì, imperterrito, bello, protetto dai comunisti, fino alla nomina della Turelli, e oggi dal centro-destra e dalla stessa procura di Pistoia, chiaramente – a nostro parere – schierata a favore e vantaggio del suo VPO (tre anni di collaborazione in aula e nessun conflitto d’interesse nel trattarne le richieste?) molto apprezzato e tenuto in considerazione anche dai CC della polizia giudiziaria. E tutto questo non lo cancella neppure il Cristo giudicante che tornerà a decidere sui vivi e sui morti.

Di tale inequivocabile clausola contrattuale, anche l’avvocato Mauro Montini fece espressa nota, richiamandola nel suo parere. L’allora consigliere di opposizione, lo “sceriffo” o “lupo” Maurizio Ciottoli, oggi agnellificatosi a dovere e ammorbidito quanto basta, richiese copia del documento;  la ottenne e poi la consegnò a Alessandro Romiti.

Solo tre entità non si resero ben conto del contenuto: l’amministrazione di sinistra, la segretaria comunale che non sapeva prendere decisioni aldilà del riscuotere 80 mila € all’anno di emolumenti, e il Nesti stesso: che dalla prima sentenza del Tar Toscana sembra non essersi mai reso conto di essere seduto non su un plinto giuridico, ma su una instabilissima bolla d’aria, che sta schiantando, specie da dopo la sentenza del lavoro emessa dal giudice dottor Barracca.

Oggi – spiace dirlo ma la realtà visibile e certa è proprio questa – a difendere questa posizione giuridicamente assurda, sono rimasti il Nesti; sua moglie, che, a nostro parere, meglio era se non si fosse impicciata di cose non direttamente sue (ma lo ha potuto anche grazie alla protezione ricevuta sul campo perfino da Curreli stesso, come abbiamo più volte scritto), e, meraviglia!,quelle teste de coccia degli amministratori di centrodestra, che non sono la maggioranza aglianese, ma i due del tiro a biga o, se preferite, a pariglia (Benesperi e Ciottoli) imbrigliati e guidati saldamente dalla dottoressa Aveta: la quale il Nesti avrebbe addirittura voluto portarselo accanto alla sua scrivania, direttamente in segreteria.

Eppure lui, il Nesti, chiaramente protetto, si dichiara diffamato da noi e trova sufficiente assist in Curreli & C. (ma forse solo perché il sostituto, troppo inpegnato ad accogliere e fare accogliere clandestini illegali via Terra Aperta) non ha tempo per approfondire e capire alla perfezione lo sconcio di tutta questa storia che viene dalla fine del secolo scorso…

Oggi il Ciottoli 2.0 dispone di delega al “personale”, ma non sembra avere voglia, come dovrebbe, di fare applicare la clausola di licenziamento sottoscritta e accettata a suo tempo dallo stesso fu comandante-mille proroghe. Potrebbe essere ipotesi di omissione e, forse, di abuso d’ufficio? Fuori di Pistoia forse potrebbe. A Pistoia, dove la legge la fanno i procuratori e i sostituti a loro immagine e somiglianza, non va così. Per Curreli il Nesti resta un prediletto del popolo di Israele.

In questa Italia gli sputtanamenti sono frequenti. E quando investono tre personaggi pubblici (lo scriviamo, perché diversamente l’avvocata Lucarelli, rivendica che il Nesti, quando ha firmato il contratto era un “cittadino privato”: si vede e si sente di tutto ai processi per le querele bavaglio del Nesti) devono essere bene pubblicati, anche con l’invio per segnalarli agli organi istituzionalmente preposti al controllo della res publica.

La segretaria generale D’Amiconon ha dato seguito al licenziamento, tenendo, a nostro parere, un comportamento omissivo; il già consigliere di opposizione di FdI, Maurizio Ciottoli, non fece una lettura accurata del parere (non ci sorprendiamo: non ha alcuna padronanza dei mezzi espressivi ed è per questo che adopera le mani e i piedi per esprimersi); l’assessore Rino Fragai non ottemperò alla misura prevista del licenziamento e – proseguendo, lo stesso “teatrino surreale” si ripropone liscio, senza modifiche, per le figure istituzionali del sindaco Luca Benesperi, del Segretario generale Paola Aveta e dell’assessore-cianchettatore-pugilatore Agnellone.

La Corte dei Conti che dirà di questo pasticciaccio coperto da ben tre segretarie generali: la Madrussan, la D’Amico e l’Aveta?

Delle tre segretarie generali, contando anche la Rosanna Madrussan (quella che presiedeva la Commissione e mandò al Tar il “pizzino” consigliato dalla Cecilia Turco, generando il precedente poi contestato dai Tribunali), nessuna  è stata capace di vedere e applicare la parola magica “automatica” che era stata indicata nel contratto di lavoro (vedi il licenziamento per errori di reclutamento, senza preavviso) e nella sentenza 530 del Consiglio di Stato che stabilisce in modo definitivo che la sentenza del Tar del 2010 era “autoesecutiva“. Ma niente è “esecutivo”  quando vige il consociativismo e la misura del piatto di lenticchie a fine mandato. Dite voi, ora, se il dottor Nesti non è sempre stato categoria protetta del Comune di Agliana e se non è un figlio prediletto: nonostante gli sforzi cerebrali di Claudio Curreli di volerci morti ad ogni costo.

Chiediamo pubblicamente: lo vuole comunque proteggere anche lui, magistrato terzo e imparziale ma con espressa vocazione al diaconato dell’accoglienza dei clandestini illegali stile-Vicofaro attraverso la sua Terra Aperta?

In questa paradossale vicenda tutti sembrano addormentati o smemorizzati per “coprire” l’ultra illegittima posizione del Nesti che, da antagonista della precedente opposizione oggi centro-destra aglianese (nota è la copertura da parte dall’assessore Fragai) oggi è diventato sodale di azione penale contro il detestato giornale che state leggendo, insieme a Benesperi e Ciottoli. Come gira il mondo, eh? Specie se in procura le indagini si fanno a confezione e/o non si fanno affatto.

E adesso che cosa penserà l’Anticorruzione di questo “pasticciaccio”? E cosa faranno i magistrati della procura pistoiese? Azioneranno procedimenti penali multipli al momento della lettura di questo articolo (ci hanno confermato che ci leggono ogni mattina) o riterranno che la grave omissione è un reato lieve e dunque da “archiviare” come quando hanno salvato per ben due volte il dottor Nesti quale autore di due esposti anonimi contro la sua detestata Lara Turelli? Siamo sicuri che la cifra di protezione adottata nei confronti del Nesti possa restare santificata e osannata sino alla consumazione dei tempi dei tempi?

E la procura della Corte dei Conti, che il 7 luglio 2016, acquisì un corposo ricorso del Ciottoli sulla posizione del Nesti, noterà qualche comportamento maldestro nella gestione dei soldi pubblici e dei ruoli di legittimità dei vari soggetti o no? Si tratta di un deposto, due sindaci, due segretari e due assessori, tutti ben d’accordo a mantenere – per consapevole decisione, visto che il parere lo hanno avuto tutti – il fu comandante Nesti in cadrega!

I cittadini, vessati e chiamati al pagamento di stipendi illegittimi, saranno rimborsati? Quanto è costato l’inutile – perché disapplicato – parere legale dello Studio Lessona?

Ma in che paese siamo, gente? In quello della Costituzione italiana più bella del mondo o nell’isola che non c’è di Peter Pan? Se la sentono di spiegarcelo procura, sostituto Curreli e giudici terzi e imparziali di Sarcofago City?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Print Friendly, PDF & Email