FUSIONE COMUNI: «LA TRISTE PAGLIACCIATA DEL REFERENDUM CONSULTIVO»

Carlo Vivarelli
Carlo Vivarelli

MARESCA. Il Partito cosiddetto Democratico distrugge il concetto di democrazia. Leggiamo oggi sulla stampa locale che la prima Commissione Affari istituzionali della Regione, in evidente disprezzo della consultazione popolare avvenuta nelle settimane scorse nei Comuni di Abetone e Cutigliano tramite un referendum, vuole proporre al Consiglio regionale la fusione dei due Comuni.

Un atto a dir poco delirante. Innanzi tutto il referendum era consultivo, e i referendum consultivi sono un insulto alla democrazia: i cittadini non sono scimmiette da far saltare sul filo, ed il referendum doveva sancire la effettiva volontà delle persone votanti, e con la chiara regola che doveva assolutamente sancire il fatto che se la popolazione di un Comune avesse votato No, la fusione non avrebbe avuto luogo, come invece sarebbe stata del tutto legittimata la fusione in caso del voto favorevole nei Comuni consultati. Questa non dovrebbe essere solo una regola, ma un’ovvietà democratica.

Invece i referendum sono consultivi, e i Comuni più grandi, magari oberati anche da più debiti, contano di più degli altri. Sarebbe come far votare sulla fusione il Comune di Firenze ed un Comune più piccolo confinante.

Dire che il parere della totalità dei votanti conta come principio è un’aggressione antidemocratica contro la volontà della popolazione di un Comune.

Il Partito Democratico, ed i sodali del M5S, loro fedeli alleati sulle questione importanti, e cioè riguardo all’immigrazione-invasione incontrollata e alla distruzione delle autonomie locali, e ricordiamo che la distruzione dei piccoli Comuni è sempre stata una bandiera degli antidemocratici di Genova e dintorni, non hanno la minima idea di che del significato sostanziale dell’esistenza di un comune.

I Comuni, anche i piccoli, non sono un peso sulle spalle del popolo, come ci vogliono far credere, Renzi, Grillo, Casaleggio e il sig. Rossi da Pontedera, ma la base stessa, sostanziale, della democrazia. E sono sotto attacco da decenni, ed ormai svuotati delle loro funzioni amministrative e gestionali: l’acqua la devono gestire le multinazionali in disprezzo al referendum popolare e del diritto popolare, il che è una evidente follia, i rifiuti li devono gestire delle mega società dove i politici possono tramestare quello che vogliono, lontano dagli occhi indiscreti del popolo, la sanità non ne parliamo, visto il sistematico svuotamento e distruzione dei piccoli ospedali.

Accuso il Partito Democratico di voler svuotare e distruggere gli strumenti di rappresentanza popolare: vogliono togliere il Senato della Repubblica elettivo, facendone una specie di Club della Canasta, in cui la casta politica possa buttare dei rappresentanti da loro designati come se essi politici fossero funzionari reali, sotto ovviamente lo scudo dell’inviolabilità giudiziaria parlamentare: un evidente orrore legale; hanno reso le Provincie non elettive, un altro mostro legale che nulla ha a che fare con una minima concezione della democrazia; vogliono accorpare le Regioni, destrutturando la rappresentanza popolare e le amministrazioni di territori come la Toscana, che non è solo una Regione dell’attuale stato italiano, ma che è stata un’importante Nazione per secoli; vogliono creare una Legge elettorale dove chi sarà votato sarà in realtà nominato da quattro persone: Renzi, mai eletto in parlamento, il fido amico Berlusconi, buttato fuori dal parlamento per evidente incompatibilità, Grillo, mai eletto in parlamento, Salvini (questo signore ha mai lavorato un giorno in vita sua?).

Inoltre, l’attuale parlamento non è assolutamente legittimato a legiferare, visto che la Corte Costituzionale, con la firma dell’attuale Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha dichiarato la Legge con cui è stato eletto il parlamento stesso incostituzionale, e cioè un atto legislativo illegale, riguardo al quale avrebbero dovuto esistere delle durissime sanzioni contro coloro che l’hanno approvata.

La fusione dei Comuni tramite l’uso antidemocratico della triste pagliacciata del referendum consultivo, che non dovrebbe esistere in un sistema effettivamente democratico, sono un altro degli strumenti usati per distruggere non le autonomie locali, ma la democrazia stessa.

Le ragioni addotte dai promotori del Sì alle fusioni, inoltre, sono follie: i Comuni dovrebbero accorparsi per fare l’elemosina a Bruxelles per riavere indietro i fondi europei, che noi cittadini abbiamo dato a questi burocrati inutili dell’ancor più dannosa Unione Europea. Io non voglio chiedere indietro i miei soldi, noi non glieli vogliamo più dare.

Carlo Vivarelli
Toscana Stato per l’indipendenza della Toscana

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