«FUSIONE CUTIGLIANO-ABETONE? PER ME BEN VENGA!»

Marco Ferrari
Marco Ferrari

CUTIGLIANO. La proposta di fusione tra i Comuni di Abetone e Cutigliano lanciata a mezzo stampa dai rispettivi sindaci dei due comuni, martedì 14 ottobre, e che tante polemiche sta suscitando, era nell’aria fina dell’alta montagna pistoiese. La proposta, perché ancora di questo si tratta, non essendo ancora passata al vaglio dei due Consigli Comunali è una strada, forse l’unica percorribile, per tentare di risollevare le sorti di una montagna agonizzante.

La costituzione di un comune forte di alta montagna porterebbe giovamenti economici e di immagine all’intero comprensorio montano e non verrebbero snaturate quelle peculiarità territoriali insite nell’altro tipo di fusione a quattro, a suo tempo lanciata da un’associazione privata. Un’idea, quest’ultima, che non trovò unanimità di consensi a livello istituzionale, con l’Abetone nettamente contrario all’ipotesi di fusione a quattro e San Marcello propenso a passare prima dall’Unione dei servizi per poi intraprendere, in un secondo momento, la strada della fusione.

Proprio questo aspetto, vale a dire la condivisione istituzionale del progetto, differenzia e caratterizza l’attuale proposta, dove due amministrazioni si dicono pronte ad intraprendere la via della fusione, primo passo per arrivare all’indizione del referendum consultivo con cui i cittadini dei due comuni indicheranno il proprio orientamento riguardo la progetto di fusione.

L’uscita sui giornali è stata stigmatizzata negativamente per una mancanza di riguardo politico e istituzionale nei confronti degli altri componenti dell’Unione dei Comuni, per una scelta amministrativa che comunque è attinente esclusivamente ai due enti proponenti. Il luogo naturale dove chiarire le rispettive posizioni dovrà essere il Consiglio dell’Unione da convocare in tempi brevi. L’attività dell’Unione dovrà quindi continuare dando, però, prova non solo a parole della sua utilità e convenienza, cosa che fino ad ora è mancata. Basti pensare che a distanza di 19 mesi dalla nascita della stessa, chi ora si risente per un presunto sgarbo istituzionale, niente ha fatto per far funzionare l’Unione.

Un ente definito come una scatola vuota, in cui però manca anche la scatola. Un ente che manca di tutto, non un regolamento è stato approvato, se non quello degli agenti contabili, cioè lo strumento per regolamentare ed autorizzare i Vigili a incassare, ad esempio, le contravvenzioni: manca il regolamento consiliare, manca quello ben più importante contabile; regolamenti che vanno approvati da statuto entro due anni dalla data di costituzione dell’ente, la cui scadenza è ad aprile del prossimo anno. Un ente inattivo che è riuscito a perdere anche 120 milioni di finanziamento regionale.

Di cosa ci si sta lamentando? Di chi sono le responsabilità di questa inefficienza? Di questo ci si dovrebbe interrogare! Verrebbe da pensare che chi doveva fare e non ha fatto, non lo ha fatto scientemente per avvalorare la tesi del progetto del Comunone, unica ipotesi fino ad ora in campo, come unica panacea per i mali della Montagna.

Bene quindi che Danti e Braccesi intraprendano una strada diversa, che noi della Lista Civica “Montagna Pistoiese è qui che voglio vivere”, avevamo già indicata apertamente nel corso dei due ultimi Consigli Comunali di Cutigliano, oltre che nel confronto a tre organizzato dalla Confcommercio nella sala Consiliare di Cutigliano, prima delle elezioni.

L’ipotesi formulata ci trova di conseguenza favorevoli alla sua attuazione ed appoggeremo l’idea espressa di unire le due realtà comunali per riunificare amministrativamente un territorio fino al 1936 unito, che ha un’economia pressoché identica e basata sul turismo invernale ed estivo e con i medesimi problemi di gestione del territorio. Saranno poi i cittadini dei due Comuni ad esprimersi sulla fattibilità o meno della fusione, dove il voto di ognuno varrà uno e non mille volte meno di un altro, come è avvenuto nella recente tornata amministrativa delle provinciali.

Dalle argomentazioni lette per criticare, nella forma ma non nella sostanza, la proposta avanzata, emerge forte e chiaro un altro aspetto non ancora evidenziato: l’indipendenza, almeno in questo caso, nel formulare un’idea fuori da qualsiasi schema partitico e lobbistico. Una scelta quindi fatta solo nell’intento di cercare soluzioni da dare alla montagna e ai cittadini che ancora si ostinano ad abitarla. Un progetto svincolato e non veicolato dalle segreterie dei partiti che non può che trovarci concordi.

Speriamo che il Pd provinciale e regionale non metta i bastoni fra le ruote per interessi extra montani o di puro calcolo elettoralistico. La montagna è di noi che ci abitiamo e non di altri.

Marco Ferrari
Consigliere di minoranza Comune di Cutigliano

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