
ABETONE-MONTAGNA. Direttore, mi hai “comandato” al consiglio comunale di Abetone e ho ubbidito.
Credo di aver riportato sinceramente e con terzietà lo svolgimento del Consiglio.
Adesso fammi tornare come sono, fazioso e ignorante, e fammi esprimere le sensazioni del comune cittadino che pensava che la politica fosse ancora scontro di idee, di visioni confliggenti e di proposte: anche eretiche. Senza “gazzarre di destra”, incautamente paventate, non accadute, proprio perché “di destra”.
L’Abetone è meraviglioso, la sala consiliare è accogliente, il panorama è splendido ed il Danti, visto dal vivo, sembra un ragazzino.
Ma io ero preso dalla bellezza di quei monti che il vento di tramontana della sera prima aveva ripulito e resi tersi e quasi gioiosi; tutto il contrario di alcuni amici da una vita che sedevano nell’aula del consiglio e che forse, più “scafati” di me, attendevano un responso finale già scontato.
Io, maledettamente intriso di vecchia politica vissuta e operata, pensavo che nel democratico scontro di mozioni, la “destra gazzarra” avrebbe messo in ginocchio Sindaco e maggioranza.
Avevano – la minoranza – nella faretra frecce in abbondanza e soprattutto quattro, mortifere.
La prima è che il volere del popolo è sovrano, la seconda è che i matrimoni, ancorché di affare, si fanno ma con i conti alla mano e in questo matrimonio “la roba” come scritto mirabilmente da Verga ce l’ha Abetone e non Cutigliano: dal reddito pro-capite all’acqua pubblica e non di Gaia, mentre i debiti ce li ha Cutigliano…
La terza e mortifera freccia era nelle non ufficiali parole del Danti, pronto a dimettersi, che, però, nei fatti, era stato già dimissionato dai suoi stessi cittadini con il voto referendario.
La quarta freccia, quella più letale, era il Popolo, presente numeroso nell’aula, che avrebbe fatto buon uso di ciò che sarebbe stato detto e fatto.
Quando l’avvocato Belli della minoranza ha, come San Francesco, “laudato” pubblicamente il Sindaco Danti, e quando l’avvocato Iole Vannucci, nel suo intervento, è sembrata il prosieguo, quasi fisico, del discorso del Belli, qualcosa ha cominciato a rotolarmi addosso o, per meglio dire, nello stomaco.
Il mio “amico e camerata” Piero F. ha ripiegato stizzito l’ordine del giorno della maggioranza, ha borbottato qualcosa, si è alzato e si è allontanato; il mio amico Marcello F., ex Sindaco e memoria storica del suo territorio, ha abbassato un po’ la testa e mi ha fatto tornare in mente la scenetta epica del Cerini che richiesto di un commento al monumento ai caduti in Piazza Mazzini da parte del “gerarchetto” di turno, prima di darsela a gambe ebbe a dire: “Quando vidi intorno a me tutta quella gentaccia, reclinai la testa ed abbassai le braccia”.
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Però la bellezza del paesaggio che comunque si intravede dalle finestre dell’aula consiliare e la terzietà dovuta al compito assegnatomi nei confronti dell’Abetone, a cui niente mi lega se non qualche amicizia, mi hanno fatto credere che il finale ad effetto si sarebbe comunque compiuto.
Il “matrimonio” d’affari fra maggioranza e opposizione si è infatti “consumato”: ciascuno canta vittoria, ma l’unica entità umana indubbiamente perdente è stata la comunità abetonese, alla quale possiamo solo rinfacciare, loro sì, di aver liberamente scelto i propri rappresentanti a differenza di tutti noi (e loro) italiani nei confronti del bomba-Renzi e di Mattarella, quello che in Corte Costituzionale collegialmente ha sentenziato l’illegittimità di questo governo, cioè del bomba-Renzi, salvo poi da questo governo farsi eleggere Presidente della Repubblica…
Termino con una “bestemmia”: a me l’Abetone come l’ho visto, senza neve, piace assai. Ricordiamoci anche che non di sola elemosina (regionale) vive l’uomo!
La prossima, sicura ed esilarante puntata, la racconteremo, se mi sarà concesso, seguendo l’iter di accorpamento fra il Comune di San Marcello, che per legge non è tenuto a farlo, e l’anatroccolo Piteglio.
E chiamo Piteglio “anatroccolo” perché c’è troppa gente “de fora” che così ha già deciso, anche se la popolazione non lo sa, ed è pronta ad andare a votare e farsi prendere per il fondo schiena.
Auguri!
[Felice De Matteis]
Vedi anche: fusioni & colpi di destra. sconfitti baldi e i gufi di sinistra