MOMBAROCCIO (PS). La storia ci arriva dalla Marche ed è una delle tante storie che nascono intorno alle fusioni, spesso contestate, dei Comuni.
Due le amministrazioni comunali coinvolte: quella grande di Pesaro e quella minuscola di Mombaroccio di 2.100 anime, che tra il 2001 e il 2011 ha avuto, invertendo il trend, una piccola esplosione demografica incrementandola popolazione di ben 400 abitanti.
Il 23 settembre 2015 i due consigli approvano le delibere con la richiesta alla Regione Marche di fusione per incorporazione del Comune di Mombaroccio in quello di Pesaro.
Solerte, la Regione Marche, rispondeva dopo appena 5 giorni e predisponeva la proposta di legge di fusione da presentare al Consiglio Regionale che approvava la cancellazione del Comune di Mombaroccio il 20 ottobre.
In maniera fulminea, in appena un mese viene decisa la fine di una comunità centenaria.
I Mombaroccesi però non ci stanno a perdere la loro identità, impugnano il tutto e ricorrono al Tar delle Marche, adducendo la motivazione che, con il referendum consultivo, devono essere coinvolte e sentite le popolazioni interessate al processo di fusione, e prima dell’avvio del processo di incorporazione e non dopo.
Il comma 130 della legge 7 aprile 2014, n. 56, Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni, così recita: “[…] Le popolazioni interessate sono sentite ai fini dell’articolo 133 della Costituzione mediante referendum consultivo comunale, svolto secondo le discipline regionali e prima che i consigli comunali deliberino l’avvio della procedura di richiesta alla regione di incorporazione […]”.
Il Tribunale Amministrativo, con sentenza del 9 marzo, non ha potuto che accogliere la richiesta di sospensiva dei ricorrenti e bloccare in via cautelare il processo di fusione.
Scarica: Sentenza Tar Marche
[Marco Ferrari]