garantisti a rovescio. MA… SIAMO DESTINATI A UN ERDOĞAN DE NOANTRI?

La Frusta - Caroppo
La frusta… Ma quella per sbattere le uova?

FIRENZE. L’articolo del collega Luigi Caroppo, pubblicato su La Nazione di Firenze, è davvero un esempio di grande utilità per riconoscere un certo tipo di stampa, convenzionalmente allineata e conforme alle scelte di indirizzo politico dei palazzi.

L’articolista propone la sua severa critica per la prevaricazione esercitata da una generica “base sociale” atta a una convivenza “senza regole”, concludendo con una domanda retorica: questa è vera Democrazia?

Ebbene, crediamo di dover suggerire al collega di consultare bene la normativa e i più recenti indirizzi giurisprudenziali: non è vero che il Tar persegue l’umore di una “base sociale” anarchica e irrazionale: semplicemente, applica la legge.

Il brocardo dura lex, sed lex vale solo per Enzo Tortora, il Silvione nazionale o Piero Marrazzo, mentre non vale per gli amministratori che operano, spesso irresponsabilmente, delle scelte impopolari perché viziate da errori gravi ed esiziali?

Il collega verifichi bene come la procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) redatta dalla conferenza dei servizi (che dovrebbe essere un organo istituzionale di tutela della comunità e non partigiano di un partito o di qualche dominante corrente di pensiero) ha rilasciato un parere pesantemente viziato da parametri parziali, primitivi (risalenti al 2008) e non tecnicamente utili all’odierna qualificazione richiesta, almeno in teoria, da condursi in scienza e coscienza.

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Luigi Caroppo della Nazione

Dell’articolo condividiamo solo il periodo nel quale lo stesso propugna un sistema in cui la “politica” (noi la scriviamo con la p minuscola e tra virgolette) dovrebbe essere prevalente, lungimirante e dialogante.

Bravo Caroppo, per l’assunto adottato davvero onorevole, quanto smentito quotidianamente in questa Regione. Abbiamo raccolto sui nostri schermi una vasta antologia di articoli che denunciano episodi nei quali la “politica” è stata tutt’altro che tale perdendo stima, considerazione e autorevolezza, ovvero credibilità.

Chiaro esempio è l’intera gestione delle infrastrutture della Piana metropolitana e di questo – sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario – non potrà essere ritenuta certamente responsabile la comunità dei cittadini che ne sono altresì la vittima ultima sacrificale.

Se la piana sembra essere “diventata una comune”, la colpa è degli amministratori e politici che abusano del loro potere, negando la ricerca e l’attuazione del generale “bene comune” di cui amano riempirsi la bocca: di questa entità, anche l’articolista sembra fare un uso defilato ma implicitamente confessorio, ricorrendo al termine depotenziato di “comunità”.

Quando Caroppo dice che quel “qualcosa non è stato imposto con la forza” ma ragionato sui tavoli di conferenza politici, deve essere corretto, per come incorre in un grave errore.

Si legga, per esempio la recente sentenza del Tar Toscano sullo stop all’aeroporto o, se non gli piacciono i giudici di prime cure, faccia un’accurata consultazione del parere del Consiglio di Stato 163/2015 (anche questa riguarda un’infrastruttura Toscana, voluta dal Presidente Rossi).

Altrimenti dica che la giustizia non serve alla democrazia: basta il potere legislativo ed esecutivo che eseguirà in modo arbitrario e discrezionale. Pericle, nel celebre discorso agli Ateniesi del 461 a.C. propose questa sintetica definizione di democrazia: la ricerca in favore dei molti, invece che dei pochi.

Finiamola con la verifica della corretta applicazione delle regole e dunque, erdoganizziamoci (che già siamo sulla buona strada), per un governo autoritario che ha già scritto, nell’articolo 35 del Decreto “sblocca Italia”, come gli impianti di incenerimento diverranno delle infrastrutture strategiche, sensibili e tutelabili con l’esercito.

Quando si stigmatizzano i cittadini che fanno un semplice uso del diritto (amministrativo o civile) per la loro tutela, vuol dire che siamo pronti per invocare un autoritarismo e un rigore decisionista.

Forse la vera democrazia che piace al collega è quella nascente in Turchia? Nel caso, noi speriamo solo che – ad esercitarla – sia uno come Trump, non certo il Bomba!

[Alessandro Romiti]

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One thought on “garantisti a rovescio. MA… SIAMO DESTINATI A UN ERDOĞAN DE NOANTRI?

  1. Vista l’implicita denigrazione de la “comune” da parte dell’articolista, mi sento in dovere di gridare con piacere “Vive la comune”.
    In questo senso – e solamente in questo senso, sia ben chiaro – personalmente saluto in maniera non totalmente negativa l’arrivo di Trump alla Casa Bianca. La sua dichiarata avversione nei confronti del “politically correct”, paradossalmente, potrebbe aprire spazi anche in direzione contraria rispetto alla sua visione politica fondamentalmente fascista.
    Questa rottura del classico bipolarismo, potrebbe infatti scatenare – in prospettiva – anche in Italia e nel più vasto panorama politico europeo, una reazione a catena, che potrebbe avere effetti virtuosi anche a sinistra. Nel senso che una vera sinistra politica e sindacale di avanguardia, nella sua totalità finalmente e coerentemente antagonista e anticapitalista potrebbe essere liberata dalla gabbia in cui da anni si è molto spesso autoconfinata, incapace per questo di porsi in aperta lotta contro le scellerate politiche dettate dalla cosiddetta “troika”. E tornare finalmente protagonista attiva sulla scena di quella lotta di classe che, comunque, la grande borghesia non ha mai smesso di condurre se pur quasi unilateralmente.

    Se quella disprezzata “comune” del 1871 caratterizzò con i suoi decreti popolari la prima vera rivoluzione proletaria, seguita in quella direzione dalla rivoluzione bolscevica del 1917, niente vieta che su quei principi possa venire ri-costruita e programmata una nuova “comune”. Quella sconfitta di “Napoleon le petit” da cui scaturì la”comune” del 1871, circa centocinquanta anni dopo potrebbe essere replicata nei confronti di quel bonapartismo che il Matteo di Rignano instaurerebbe e imporrebbe attraverso la vittoria referendaria del SI agli italiani. Quegli italiani peraltro sempre inclini a prostrarsi gioiosi verso “il sir di Corinto” di turno.
    Ancor più in questo contesto, la vittoria del NO referendario potrebbe innescare una dinamica politica virtuosa che potrebbe aprire scenari veramente nuovi e degni di essere esplorati.

    Ho usato molto il condizionale in queste mie riflessioni, ma ciò significa che almeno ipoteticamente qualche cosa potrebbe muoversi, rispetto al sostanziale appiattimento politico degli ultimi 25 anni.

    Pur non condividendo il suo pensiero politico, mi piace citare una celebre massima di Mao Tse Tung: «Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente».

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