Dopo anni di lavori e annunci trionfali, piove dal tetto del museo. Ma l’assessorA Sobrero garantiva: “Tutto completato”
GAVINANA – Al Museo Ferrucciano non si rischia mai la monotonia. Dopo anni di annunci, promesse solenni e lavori infiniti che hanno trasformato questo piccolo gioiello storico in un monumento all’attesa perenne, arriva il colpo di scena di Natale: piove dal tetto. La novità? Se ne sono accorti persino in Comune! E per sottolineare l’importanza dell’evento, l’ufficio “Lavori Pubblici e Ambiente” ha pensato bene di immortalare l’epifania con una determina datata 24 dicembre ma in pubblicazione da ieri 30 dicembre. Un regalo natalizio per ricordarci che il tempismo, dopotutto, è tutto.
L’epopea del museo è ormai degna di una produzione Netflix: “Ferrucciano: Pioggia, Promesse e
Tegole.” Ma il vero colpo di classe arriva dall’assessorA Alice Sobrero, che solo il giorno prima, il 23 dicembre, aveva rassicurato tutti in consiglio comunale. Rispondendo all’interpellanza del consigliere Carlo Vivarelli sulle Manifestazioni Ferrucciane e la riapertura del museo, ha dichiarato con la solennità di un proclama ufficiale: «I lavori della struttura sono stati completati e siamo all’opera per l’allestimento interno».
A giudicare dalla determina, “completati” dev’essere una di quelle parole con definizioni elastiche. Oppure Babbo Natale ha parcheggiato la slitta sul tetto e le renne si sono messe a saltellare, smuovendo qualche tegola e creando infiltrazioni d’acqua. Del resto, lo spirito natalizio non si ferma nemmeno davanti a una guaina elastobituminosa.
ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE… O DEI TETTI BAGNATI?
La domanda sorge spontanea: possibile che l’assessorA fosse davvero all’oscuro del disastro imminente mentre pronunciava quelle parole rassicuranti? O si è trattato di un tocco di ottimismo natalizio? In ogni caso, il Comune non si è lasciato scoraggiare e ha subito preso provvedimenti. Costo totale dell’operazione? Circa 11mila euro. Non una cifra astronomica, certo, ma viene da chiedersi: nessuno aveva pensato di dare un’occhiata al tetto prima di dichiarare la fine dei lavori o meglio ancora all’inizio?
E attenzione: se la memoria non ci inganna, questo sarebbe già il secondo intervento non preventivato e fuori dal perimetro dell’appalto originale, affidato con procedura diretta. Una piccola perla di gestione amministrativa che farebbe impallidire anche il miglior manuale di project management.
IL GRAN FINALE: POESIA E GUAINA ELASTOBITUMINOSA
La soluzione, ci racconta la determina, sarà tanto semplice quanto poetica: una bella guaina impermeabilizzante, qualche tegola rimessa al suo posto e una pulizia della gronda per completare il tutto. Rapido, essenziale, quasi zen. Certo, per un museo che dovrebbe celebrare l’epica figura di Francesco Ferrucci, forse ci aspettavamo qualcosa di più eroico.
Ma non disperiamo: con un po’ di fortuna (e di miracoli), il museo dovrebbe riaprire nell’estate del 2025, il tempo di qualche altro proclama. Sempre che nel frattempo non spunti un altro guaio, magari una grondaia ribelle o un pavimento un po’ troppo inclinato.
In ogni caso, il Museo Ferrucciano continua a stupire, se non per il suo allestimento, almeno per la sua capacità di trasformarsi in un’irresistibile tragicommedia locale. E chissà, magari un giorno verrà ricordato non solo per Francesco Ferrucci, ma anche per le sue leggendarie avventure amministrative.
Marco Ferrari
[marcoferrari@linealibera.info]
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