gender. IL SOLITO VERGOGNOSO ABUSO DI POTERE

Alla lavagna

PISTOIA. Alcuni giorni fa, RAI Tre ha mandato in onda in prima serata una lezione di rieducazione gender sul tema della transessualità, impartita da Vladimir Luxuria, ad un pubblico di bambini dai 9 ai 12 anni, mentre tre giorni fa presso l’Istituto Comprensivo “Gabriele Camozzi” di Bergamo sono state tenute da una esperta del consultorio familiare diocesano alcune lezioni di teoria gender e pratiche sessuali, che hanno affrontato argomenti come il sesso orale, la masturbazione, l’uso del preservativo per evitare il concepimento, l’identità di genere, l’omosessualità.

In entrambe i casi si tratta del solito vergognoso abuso di potere. Per quanto riguarda il programma televisivo abbiamo assistito ad un chiaro tentativo di indottrinamento, da parte di un personaggio con una discutibile competenza scientifica e pedagogica, nei confronti di ragazzi ancora privi della struttura cognitiva e culturale e della padronanza psicologica necessarie per rielaborare correttamente un tema di alta complessità come la disforia di genere ed il cambio di sesso, per di più senza contraddittorio, che costituisce la più elementare norma della democrazia.

Nel secondo caso è evidente un ipersessualismo precoce, che provoca solo turbamento e disorientamento nelle menti dei nostri bambini, come attesta l’imbarazzo dei piccoli che hanno partecipato alle lezioni impartite dalla esperta del consultorio diocesano (da cui ci si aspetterebbe ben altro atteggiamento educativo), a quanto pare anche senza il consenso dei genitori, violando così le nuove disposizioni ministeriali sul consenso informato (vedi Nota Miur n.19534 del 20 novembre 2018) e la libertà educativa delle famiglie.

Sul fronte dell’ “offensiva gender” aspettiamo un cambiamento di rotta da parte del “governo del cambiamento”.

Come esponenti di Fratelli d’Italia noi però diciamo basta a questo scempio. Se si tratta di insegnare ai bambini la tolleranza e il rispetto verso chiunque non c’è bisogno di pornografia, in quanto esiste una via molto più semplice e chiara, che consiste nell’educare a rispettare gli altri come persone, senza aggettivazioni qualificanti di genere.

 Chiediamo una gestione diversa dei programmi Rai, che manifesti una netta discontinuità rispetto a quella dei governi precedenti sulle tematiche di rilevanza etica, antropologica e religiosa, che tengano maggiormente conto del rispetto della persona, in particolare quando si tratta dei minori.

Dipartimento Scuola Fratelli d’Italia-Toscana

Michela Senesi

Elena Bardelli

 

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