PISTOIA. Quando il giovane sindaco Bertinelli ha preso parola durante la manifestazione in favore del ddl Cirinnà tenutasi in piazza Gavinana a Pistoia, una domanda è sorta spontanea: ci sta prendendo in giro o neanche lui sa di cosa sta blaterando?
Mentre affermava che oltre ai doveri devono esserci ugual diritti per tutti (ma la storiella non diceva che prima vengono i doveri e poi i diritti?) e sparava la parola magica che fa sempre effetto – ovvero amore –, finendo per citare Giorgio Gaber (che fa molta scena), si è dimenticato di dire che il nocciolo della questione non riguarda il riconoscimento ai gay di alcuni diritti sacrosanti, ma la stepchild adoption. Letteralmente significa “adozione del figliastro”.
Nella pratica è il meccanismo che permette a uno dei membri di una coppia di essere riconosciuto come genitore del figlio, biologico o adottivo, del compagno. Possibilità che il ddl Cirinnà sulle unioni civili prevede anche per le coppie omosessuali.
La questione è solamente questa, perché ormai neanche le destre più radicali vorrebbero negare agli omosessuali alcuni diritti: dalla reversibilità della pensione, al diritto di ereditare i beni del partner. Sulla questione di dar loro la possibilità di metter su famiglia, creandone di fatto una seconda tipologia che però rimarrebbe sterile per natura, si riscontrano perplessità anche all’interno del Pd stesso.
Il rischio di cui non tutti vogliono parlare riguarda l’abuso a cui può andare incontro questa legge che implicitamente dà la possibilità ai gay di creare un bambino all’estero tramite l’affitto di un utero (pratica vietata in Italia) per poi farlo diventare figlio proprio in Italia tramite la stepchild adoption. Talmente facile e interessante che nella piazza pistoiese non è stato spiegato, facendo credere ai cittadini presenti che si tratta solo di garantire diritti a chi non ne ha.
La realtà è che non è mai stato proposto un dibattito sull’utero in affitto, sullo stato di bisogno in cui versano le donne che danno in affitto il proprio utero e sulla possibilità o meno di commercializzare la maternità, trasformando la vita umana in merce di scambio. Questo sia perché gli italiani sarebbero in maggioranza sfavorevoli a tale pratica, e sia perché chi ha tentato di mostrare il proprio dissenso è stato messo a tacere dalle varie organizzazioni Lgbt.
“Omofobi, egoisti, retrogradi” tuonano da destra e da manca. Un po’ come quando ti danno del razzista se pretendi che le regole sull’immigrazione vengano rispettate. E allora capisci che si tratta solo di faziosità riversata sul dibattito politico. Un problema che quindi riguarda loro e non tutto il paese, come invece vorrebbero farci credere.
[Lorenzo Zuppini]