PIANA. La fusione delle società partecipate in un unico gestore per il sistema rifiuti sembra traballare a poche ore dall’approvazione definitiva: sembra infatti che manchino almeno un paio di pareri dei sindaci revisori delle amministrazioni di Montale, Pistoia (partecipanda in Gu con Publiservizi) e forse Agliana.
La vicenda è di non poco rilievo, potendo innescare un’illegittimità di forma che, si tradurrebbe subito in sostanza con la possibilità di un pregiudizio amministrativo fondamentale.
Come potrebbe la Regione Toscana approvare la fusione in un Gu (gestore unico) con tale grave ipotesi di illegittimità, anche se dalla patria del socialismo di Rossi ne abbiamo viste fare di queste ed altro…?
Ma la cosa non è limitata a questo aspetto: ne emerge anche uno di rilevanza politica e che smentirebbe le predicazioni dei Sindaci che hanno sempre rassicurato sulla esclusione dell’impianto di incenerimento della soc. Cis Spa col richiamarsi alla sua imminente chiusura nel 2023.
Infatti il documento di “Patto Parasociale” redatto all’insegna della fusione per il Gestore Unico Alia, al capo 11.2 prevede: «Le Parti con il presente Patto si impegnano, in via generale, a definire le condizioni per conferire, assegnare o comunque far confluire nella Società tutti gli assett impiantistici di rispettiva pertinenza, relativi agli impianti in esercizio o in fase di realizzazione nell’Ato Toscana Centro entro…».
Le parole in corsivo dimostrano la smentita – nei fatti – degli odierni accordi e le ripetute rassicurazioni da parte dello stesso presidente della soc. Cis srl, Edoardo Franceschi, insieme ai Sindaci proprietari per i quali l’impianto di incenerimento di Cis è estraneo all’accordo e non verrà conferito in Alia (commissione ambiente 12.12.16 Comune Agliana): appare vero il contrario, assumendosi i Comuni ogni prerogativa al conferimento di assett (specificamente l’inceneritore).
È chiara e ben diversa la valenza dell’articolo 11 del documento: le Parti – e cioè i Comuni (proprietari di Cis spa, ovvero dell’impianto di incenerimento), potranno nel futuro “far confluire nella Società tutti gli assett impiantistici di rispettiva pertinenza, relativi agli impianti in esercizio” (ovvero anche e proprio l’impianto di via W. Tobagi della società Cis, di proprietà dei Comuni di Quarrata, Agliana e Montale).
Insomma, ancora una volta, sull’impianto di incenerimento del Cis di Montale sembra arrivare una mistificazione che assicura il mantenimento dell’inceneritore a regime per lunghi anni, anche in considerazione della sempre più traballante posizione dell’impianto di Case Passerini.
Vedi: all-9-schema-patto-parasociale
[Alessandro Romiti]
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COME NELL’INFERNO DEGLI ITALIANI
LA RICORDATE la barzelletta del dannato che, all’Inferno, sceglie di essere messo alla pena del girone degli italiani, condannati a tirarsi delle martellate secche sui coglioni?
E il diavolo chiede al dannato: «Ma perché hai scelto questa pena così dura, imbecille?».
E il dannato, candidamente: «Imbecille tu, porco diavolo! In questo girone, gestito dagli italiani, una volta manca l’incudine e una volta il martello!».
E così accade in questo caso: mancano i pareri dei sindaci. In Italia si fa tutto a un tanto al metro e alle cose, alla fine, mancano sempre qualche dado e qualche rondella. Immaginate la Fiat che vende auto prive di due o tre bulloni quanto resisterebbe sul mercato: ma i dirigenti italici, chi mai li tocca? Anzi, a fine anno hanno anche il premio di produzione (di cacca).
E non solo: in Italia la politica è bara come bari sono i politici. Buzzurri rifatti e mangioni che non vedono l’ora di scorreggiare promesse e menzogne – le ultime con Renzi, Boschi e Gentiloni.
Vi ricordo, ad esempio, Oscar Giannino e la sua laurea che, pur scoperta fasulla, non ha impedito alla pratese signora [in]Fedeli, neoministra (o neominestra?) della pubblica [d]istruzione della buona scuola (a far asini patentati), di sparare una bomba atomica senza neppure vergognarsi: tanto il rosso sul viso non le si vede con quel ciuffo di carote insensate che ha in testa…
Mondo cane, ma in Italia non esiste una giustizia e una magistratura che rimetta a posto il casino fatto da quel brav’uomo di Di Pietro con tutte le sue mani pulite degli altri…?
Quanto manca a una nuova e necessaria rivoluzione d’ottobre? Un anno…? Accorciamo il calendario!
e.b.
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