giletti & gillette. NON È L’ARENA: «I GIORNALISTI NON SI QUERELANO, GLI SI RISPONDE!»

Come San Pietro…? Don Baronti preferisce la giustizia terrena a quella divina?

 

Quanto tempo servirà affinché tale principio di alto profilo etico, arrivi a sfiorare la mente dei Pm e degli operatori di polizia giudiziaria che vengono incaricati di svolgere indagini ma che, da quello che abbiamo creduto di capire, non sono state affatto condotte?

 


 

DI RECENTE il super-giornalista Massimo Giletti ha lanciato un avviso di grande rilevanza etica, durante la trasmissione “non è l’arena” da lui condotta: I giornalisti – ha detto – non si querelano, gli si risponde!

La cosa è facilmente comprensibile e intuitiva per quanto riguarda l’interesse pubblico generale di poter ricevere una informazione completa e trasparente sulle attività di pubblico interesse, siano esse le strade vicinali di Quarrata, la Capannina di Bottegone, la Misericordia di Agliana, la Protezione Civile di Montale, lo scandalo della Comunità Montana o le devoluzioni a una “parrocchia rossa” di fondi governativi del Comune di Agliana.

Un esempio di sindaco liberale e querelante: Luca Benesperi. Voleva fare il sindaco. Lo ha fatto ed è stato peggiore del peggiore dei suoi predecessori. Ora cosa farà? Una nuova querela subito accolta da certi zelanti PM?

Tutti argomenti hot, trattati da questo giornale e che saranno sottoposti alle valutazioni dei tribunali, perché trasformati in querele a loro volta rilanciati da volenterosi Pm e confermati dalle indagini della polizia giudiziaria (quando, ovviamente fatte e non solo creativamente dedotte).

Ora che lo ha detto Massimo Giletti, lo avranno capito i vari pubblici attori dai quali attendiamo ancora risposte; e cioè i vari Marco Mazzanti, Corrado Artioli, Andrea Alessandro Nesti, Ferdinando Betti, don Piergiorgio Baronti, Milva Maria Cappellini detta Blimunda, Luca Benesperi, Maurizio Ciottoli, Paola Nanni e tanti altri?

Andrea Nesti, ex comandante dei vigili di Agliana, respinto a Montemurlo e a Pistoia, ci ha querelato due volte

Quanti anni dovranno passare ancora affinché questo semplice concetto, di chiara evidenza e massima rilevanza pubblica, si diffonda nella comune coscienza degli amministratori pubblici o detentori/manipolatori di risorse pubbliche?

Ma soprattutto, quanto tempo servirà affinché tale principio di alto profilo etico, arrivi a sfiorare la mente dei Pm e degli operatori di polizia giudiziaria che vengono incaricati di svolgere indagini ma che, da quello che abbiamo creduto di capire, non sono state affatto condotte?

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


 

articolo 21. TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUÒ ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE… È COSÌ DIFFICILE CAPIRLO?

Basta vedere e analizzare le quattro amministrazioni della Piana: Montale, Agliana, Quarrata, Serravalle. Destra? Sinistra? Che differenza fa?

 

QUANTO a libertà di informazione, di espressione, di giudizio, di critica, di sàtira, dire Italia oggi significa dire La notte delle matite spezzate o la democrazia di Erdoğan o la Corea del Nord o Pechino.

Libertà di stampa…?

Nel superlodato pluralismo della cultura del politicamente corretto, due sono i modi possibili di essere e di vivere:

  1. leccare secondo il rodatissimo sistema del mainstream

  2. finire agli arresti domiciliari perché cerchi di svegliare il can di popolo che, più che dormire, russa profondamente schiacciato dalla mentalità comunistica del tutti uguali per legge e tutti d’accordo per Dpcm.

Come ho detto di recente a un imbecille idiota profumato allo stronzio che, per prendermi in giro e dileggiarmi in maniera offensiva come solo una merda sa fare, si è divertito a chiedermi strafottentemente «sempre in gabbia?»,

Purtroppo sono quelli andati in gabbia 70 anni fa che t’hanno dato la possibilità […] di poter fare i troiai con il tuo modo fascista di rapportarti alle persone […] Il comunismo non è morto: e il fascismo […] nemmeno. Non hai un minimo di vergogna e di senso del pudore.

Pensavo a gente come Pertini e ai partigiani della libertà che hanno partorito la Costituzione, non agli attuali iscritti all’Anpi che sono i primi a negarla, la libertà, ma anche la legalità, la trasparenza, l’onestà.

Basta vedere e analizzare le quattro amministrazioni della Piana: Montale, Agliana, Quarrata, Serravalle. Destra? Sinistra? Che differenza fa?

Nessuno risponde a nessuna domanda.Loro s’incazzano; dichiarano spesso il falso; si rivolgono a Questore, Prefetto, Carabinieri perché si sentono dei perseguitati sottoposti a ricatti e estorsioni (vedi Benesperi e Ciottoli) poi scoprono, di colpo, che le procure loro difenditrici hanno reso pubblici, senza tanti problemi, i loro dati protetti da privacy (malattie, turbe mentali e quant’altro) perché, nella corsa frenetica a voler condannare con gusto e accanimento i giornalisti, hanno sbagliato le notifiche e hanno propalato l’impropalabile, facendo incazzare certi avvocatini che hanno visto i loro amabili clienti messi ad asciugare al sole e appesi come i panni al filo, in piazza. Chi ha orecchie per intendere intenda.

Non è assolutamente il caso di Linea Libera, continuamente sotto il tiro di tutti perché tiene tutti sotto tiro. Ma che giornalismo è quello che parla solo di necci, pastasciutte e castagnacci?

Ci dispiace tanto: ma i veri resistenti dell’Anpi, i successori legittimi dei padri costituenti, non sono né i Pm, che fremono dalla voglia di rendersi noti; né quei democratici squallidi di regime (indifferente se di destra o di sinistra) che, invece di rispondere ai giornalisti, fanno come D’Alema il baffino quando chiese 2 miliardi di danni a Forattini, per una vignetta.

Ladro quanto volete, Bettino era un signore quando rideva sopra la sua rappresentazione vestito da Duce, con fez e stivaloni, da parte di Forattini.

E lo dovranno rimpiangere tutti. A cominciare da quei Pm che compaiono nelle intercettazioni di Palamara e che, non di rado, vogliono insegnarci le regole giuste di vita proprio loro che, se andiamo ad aprirgli gli armadi, ne escono fuori più ossa di quelle ammassate nella cripta dei cappuccini!

Questo pseudostato-Italia, grazie a mani pulite, è un cumulo infame di illegalità e crimini contro i cittadini e le libertà dell’individuo.

Edoardo Bianchini
ovvero «l’uomo in gabbia»
[direttore@linealibera.it]


Print Friendly, PDF & Email