giornalisti o canosi? E COSÌ GIAMPAOLO MARCHINI FECE PARTIRE IL SEQUESTRO DI “LINEA LIBERA”

Che gli ordini vadano aboliti a secco e con un colpo di ghigliottina è evidente e dimostrato da come si comportano con i loro iscritti o ex-iscritti che hanno rifiutato di obbedire agli ordini di una sinistra infiltrata pericolosamente da ogni parte, perfino nelle nostre cellule durante il Covid


Ma a Pistoia non c’è, fra Pm e sostituti, nemmeno un magistrato che non abbia qualche incompatibilità. Se non altro perché tutti sanno e tacciono l’incredibile e triste storia del sostituto Claudio Curreli e della moglie Nicoletta Maria Curci


MARCHINI, NON SA CHE LA MIGLIOR VENDETTA

È ESSERE MIGLIORI DEL PROPRIO NEMICO?


 

 

Lo ammetto. Non capisco molto perché io non sono né un magistrato onnisciente come quelli della procura di Pistoia (da Tom Col in giù) né un giudice – tanto per fare qualche nome a caso – come Luca Gaspari, Patrizia Martucci, Alessandro Azzaroli.

Ma quel poco che capisco seguendo l’elementare logica di una gallina da cortile, mi permette di dire, con sufficiente certezza, che una libera professione che è costretta a sottostare alle fisime isteriche di una struttura ordinistica, è una professione che di libertà ha la stessa dell’asino legato alla campanella di ferro dinanzi all’uscio del padrone. E qui, purtroppo, per la mia esperienza, il PaDrone è immondamente evidente.

Non sto parlando di casi miei (che pure sono strettamente legati a questo tema), ma a fatti di estrema gravità, uno dei quali – ad esempio – il comportamento dell’Ordine dei Medici di Torino che ha radiato la dottoressa Silvana De Mari (La Verità, 8 giugno 2023, pagina 10) perché non allineata ai voleri della sinistra al potere senza aver mai vinto un’elezione. La De Mari doveva solo credere, obbedire e combattere senza discutere; senza esprimere le sue opinioni e convinzioni da medico libero professionista.

La stessa cosa vale per gli altri ordini professionali, che però, dati i fatti, meglio sarebbe definire ordini confessionali – tante piccole “PiramiDine di merda”, mafiose, neghittose e infedeli, che si comportano come i cinesi: portano i disobbedienti allo stadio; li mettono in ginocchio e gli sparano alla nuca.

È sufficiente – a questo proposito – analizzare il supplemento di livore persecutorio di Giampaolo Marchini (graziato dai suoi compari dell’OdG) nei confronti di chi scrive: solo perché mi sarei permesso di mettere in luce certi suoi laidi e deprecabili comportamenti favoritistici in nome dell’ordine dell’Ordine: modus operandi da capo-Balilla del disciolto Pnf, oggi rinato sott’altro nome.

Giampaolo Marchini presidente OdG Toscana

Leggete la querela-denuncia del Marchini, il presidente di un ordine regionale, che mette la faccia e la firma sotto tanto (ed è evidente) bavoso veleno. Un veleno vitale, poi, per il livore persecutorio di Curreli & C., anch’essi messi a nudo da mie informative e commenti senza pietà: non nei confronti di una giustizia che fa pena, ma di uomini (esseri dis-umani) che fingono, con aria da guappi, di amministrarla con terzietà e imparzialità e che, al contrario, la offendo oltraggiando tutti quei loro non-colleghi umili, silenziosi e ammirevoli che non si piegano alle logiche del giudice Pietro Errede.

Chi è Giampaolo Marchini, presidente dell’OdG Toscana? È un ex-salvato dalle sgrinfie dell’ assurda commissione di disciplina dei giornalisti della Toscana; pronta perlopiù a favorire gli eletti e a bastonare gli innocenti; è un favorito da Carlo Bartoli che, pur a conoscenza certa di alcuni comportamenti marchiniani, non altrimenti definibili che disgustosi, non lo ha deferito alla disciplinare perché… cane non mangia cane, lupo non caca agnelli, corvi con corvi non si cavan gli occhi, tra ’l cuoco e il canovaccio non è mai inimicizia e tante altre belle verità che si dicono.

È, insomma, il Marchini, un presidente del sistema di potere agli ordini della sinistra toscana. C’è da fidarsi di quest’uomo per tutte le stagioni? E guardate che qui sto semplicemente esprimendo la mia opinione, un fatto che Marchini (ne sono convinto) non sa cosa sia, pur tenendo le sue lezioni di deontologia giornalistica al Palazzo dei Vescovi a Pistoia, come di recente.

Seguite la numerazione indicata in foto sulla sua sgomentevole denuncia querela, che il famoso (anni 50) spazzino di Colecchio a Quarrata, avrebbe assemblato con maggiore avvedutezza. E riflettete:

  1. Secondo Marchini il consiglio dell’ordine di Firenze ha deliberato la mia cancellazione su mia stessa richiesta.
    Giampaolo può dire quello che vuole. Credo, però, che non capisca quello che ha scritto e sottoscritto. Su questo “ci rivedremo in aula”, come mi rispose per iscritto con la sua disinvolta arroganza PaDronica…
  2. Come tutti i suoi compagni/pari di Spagna/servitori filopoliticallycorrect, il Marchini spara “cagate pazzesche”.
    Per suggestionare il suo interlocutore della procura, quello che lui considera – evidentemente – il santo punitore, la peste divina raddrizzatrice di un reo come me, allega (o asséga?) alla sua querela denuncia la sentenza-Gaspari.
    Sarà interessante verificare come la abbia lecitamente avuta, quella sentenza. E ancor più insegnargli a dovere – visto che non ci arriva con il suo scarso intelletto perché verosimilmente solo guidato dalla sete di vendetta per le puttanate da lui commesse – che la sentenza Gaspari, è un quid di nulla perché confezionato in primo grado. È una sentenza che (Marchini parla sempre senza informarsi: per editti; come tutti gli arroganti), fortunatamente, si sta sfarinando da sé com’era giusto che fosse.
    Questo genio di PresiDente, tenuto a conoscere certe cose a menadito, non concepisce che il mio casellario sia pulito come il suo se non di più.
    In primo grado, infatti, una sentenza conta quanto una caccola su un fazzolettino Tempo. E lui che è di sinistra e quindi europeista dovrebbe essere convinto che fino a sentenza passata in giudicato ogni imputato resta garantitamente innocente: pertanto è profondamente strumentale e scorretto l’uso della sentenza citata.
    È nella sua Unione Sovietica dell’OdG che il Pcus fiorentino adopera certi trucchetti per screditare gli avversati avversari, come quando i russi, ignoranti e cattivi, mettevano le puttane in camera degli occidentali per fotografarli e poi farli espellere dal loro sacro suolo.
  3. Notate, qui, l’onnisciente Marchini che dà per certo che non solo esercito abusivamente la professione di giornalista, ma che per certo, attraverso tale attività, persevero nella commissione dei reati per i quali ho già subìto condanna.
    Il giorno che verrà fuori che Marchini “spara cazzante” e le vende come certe, voglio vederla la sua bella facciona sorridente farsi rossa come un San Marzano della Cirio!
  4. Con licenza del grande Vernacoliere. Ma che aspetta il Marchini a mettere sotto inchiesta il grande Mario Cardinali? O i livornesi sono suoi amici?

    Il Marchini allega alla querela denuncia un documento 3 affermando che continuo a diffondere articoli caratterizzati da linguaggio palesemente incontinente, contenuti non verificati e non corrispondenti alla realtà, violando i principi di verità, continenza e pertinenza che caratterizzano la professione giornalistica e sono espressione del diritto di cronaca e di critica.
    Di cronaca ne sono convinto anch’io; di critica lo dice lui, che però, a mio parere, non è certo un’aquila, quanto a facoltà intellettive.
    Herr Marchini non se ne accorge che – senza fornirne uno straccio di prova e di certezza – mi attribuisce comportamenti illeciti che fanno più parte del suo profilo morale che della mia elementare logica da gallina da cortile?
    Mi somiglia, il Marchini, a quella specie di minuscolo don Rodrigo manzoniano piccato a perseguire un suo vile scopo (anche da scopare), rispetto alla sublime delinquenza di un Innominato, grande nel male come lo sarà pure nella sua redenzione. Ma ognuno ha la statura che si ritrova.
    Ossessionato dai due o tre temi tipici della sinistra (il sessismo, il politicamente corretto, la continenza, l’orrore delle parolacce), il presidente Marchini non ha la più pallida idea di cosa significhi capire il senso dell’ironia, della satira e del sarcasmo, come, del resto, tutti quelli della sua stessa appartenenza politica. È, in altri termini, come un prete ossessionato dal peccato.
    Per questo – io che non disdegno l’intelligenza irriverente del Cardinali e del suo Vernacoliere – gli ho suggerito, a Marchini, di mandare alla commissione di disciplina quel livornesaccio la cui migliore espressione può essere “buco di culo”…
    Del resto, però, se Marchini è nato educanda, sarà difficile convincerlo, in metafora – ammesso che la capisca –, che il cazzo, agli uomini, glielo ha fatto Dio e non Satana.

  5. La conclusione del Marchini non può che essere una: o procura di Pistoia e Curreli + altri (come scrivono in tribunale), prendete un Patriot di quelli che ha chiesto Zelensky e abbattete il Bianchini!

Che divertimento! Che impressione sorprendente vedere che tanti grand’huomini tremano come delle educande dinanzi al terrore per un pericolosissimo destabilizzatore dell’ordine pubblico costituito!

Provi, invece, il Marchini, a svegliare i suoi culilingui oddedienti. Li sproni a far notare ai lettori che la procura di Pistoia è ipocrita e piena di guai nonostante le cofortevoli e rassicuranti menzogne del Pm Coletta al Canto al Balì di don Luigi Egidio Bardelli detto Manone!

Gli faccia, ai suoi scolaretti cui propina corsi di lingua (da Lecco), leggere questi articoli:

  1. e bruto è uomo d’onore… il concetto di «prossimità sociale» secondo tom col
  2. e detto l’ho perché doler ti debbia. sui magistrati “terzi” e “imparziali” di pistoia e sulle dichiarazioni di tommaso coletta in tv

Inviti il suo mèntore, Carlo Bartoli, a occuparsi meno degli orecchini della Lilli Gruber, e più seriamente di certe incompatibilità come la doppia figura (portavoce del direttore Usl Toscana Centro; e capufficio/spia della comunicazione dell’Asl) di una delle loro giornaliste (?) pluriprotetta, la Daniela Ponticelli, salvata almeno 4 o 5 volte dalla doverosa punizione che meritava e da cui è andata indenne.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


«Non esiste più la mezza stagione»
ovvero le virtù dei ‘sepolcri imbiancati’


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