Marco Mazzanti, giunta dell’Anpi in ciabatte, sinistre extra consiliari, uomini di assolutamente non-buona volontà: prendete atto del fatto che siete dei sepolcri imbiancati, dei vergognosi ipocriti che approfittano dei morti per farne becchime da polli da allevamento ideologico. Gino Strada che partecipa alla Marcia per la Giustizia Quarrata-Agliana, promossa dalla Rete Radié Resch, per voi è un intoccabile, perché prima di parlare di temi come questo, dovreste lavorare per affermare una legalità che a Quarrata è sempre stata calpestata, coperta di sputi e di insulti e svillaneggiata in ogni modo. Tollerate assessori all’edilizia che si concedono il vizio di costruire capannoni abusivi. Favorite chi vi pare a danno degli interessi della comunità e della giustizia sociale: e finite addirittura per essere favoriti da chi, per norma costituzionale, dovrebbe inquisirvi per i vostri disonorevoli comportamenti
QUANDO UNA ZUCCA DEI SUOI SEMI È VUOTA
SOLO INTORNO ALL’INUTILE S’ARRÒTA!
QUELL’AFFARE che si chiama Comune di Quarrata e i suoi «giuntaioli in ciabatte» iscritti indegnamente all’Anpi, con quella specie di sindaco inutile, purtroppo mio ex allievo, che da un bel po’ campa “amministrando” il nulla con lo scudo (semi crociato) del Pd (Partito Democristiano), credono che stare dietro ai problemi della gente significhi solo tagliare nastri e torte; mangiar bistecche al Parco Verde; abbracciare senza mascherina le coppie con 50 anni di vita coniugale alle [s]palle, senza correre il rischio di prendere multe dal Bai; andare in giro a distribuire chicchi e caramelle o cinema sotto le stelle, e intitolare – a destra e a manca – lo stadio a quello, la piazza a quell’altro, lo slargo della Fermulla a don Mazzei, tra nutrie e [g]ranocchi coperti di mucillagine; o qualche angolo di qualche cosiddetta piazza, a piantaioli come il Vannucci. E via dicendo.
Guardare Quarrata e rivedere la sfilata dei pagliacci in Fellini 8½ devo dire che mi fa esattamente la stessa impressione: la tristezza dell’allegria dei clown. E tutti zitti, cari permalosini del Menga: la critica è libera, come ci ricorda la nostra inutile Costituzione difesa dall’Anpi antifascista, ma oggetto di “vespasianità” (ci pisciate tutti sopra) diffusa!
L’ultima invenzione strombazzata è l’intitolazione del cosiddetto palazzo comunale (opera vergognosamente brutta dell’ingegner Enio Gori, anni 70, che offese la bella struttura realizzata dal duce) a Gino Strada e Teresa Sarti: due “eroi” dei nostri tempi.
Per onorarli degnamente, l’unica via sarebbe che Okkióne Primo Mazzanti e la sua degna compare, Francesca Marini, organizzassero una crociata contro i puttanai amministrativi, perlopiù rigorosamente in odor di reato, realizzati nel settore Territorio e Edilizia di un Comune ostaggio non solo di una sinistra più cieca dei pròtei delle caverne del Carso, ma ancor più, dagli anni 90 e fino all’arrivo del sol dell’avvenire, chiamato ingegner Iuri Gelli, dai rimasugli ex-democristiani che avevano okkupato il potere tecnico locale:
1. il geometra Franco Fabbri, di mattina di guardia al barile in Comune e di pomeriggio in servizio, forse anche più redditizio, nello studio Ponziani;
2. il geometra Giorgio Innocenti, al mattino in Comune e di pomeriggio allo studio Sassaroli e non solo (a quanto pare);
3. il geometra Fiorello Gori, esperto in piscine, all’alba in Comune e di pomeriggio allo studio del valenzatichese geometra Biagini. Tutti al corrente di tutto e tutti rigorosamente zitti – più che a Corleone.
È stato grazie a questi signori se Quarrata è oggi ridotta con le pezze al culo e un territorio devastato dall’illiceità burocratico-condonistico-autorizzativa, anche sotto il profilo penale, che ha permesso di tutto (ne prenda atto l’efficientissima, nel dormire, procura di Pistoia) pure al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del Tribunale, probabilmente noto e forse collaboratore perfino del sostituto Claudio Curreli, che lo ha protetto mandando a giudizio Linea Libera e facendo infliggere 104 giorni di arresti domiciliari a chi scrive, solo perché ha osato chiedere che a Quarrata si applicasse non la Legge del Menga (come tuttora accade), ma quella della repubblica (che non si sa cosa sia).
Per onorare degnamente Gino Strada e Teresa Sarti, non si appiòppano i loro nomi alla vergogna ristrutturata dall’ingegner Enio Gori, con l’approvazione di tutte le sinistre quarratine, con la palma in mano come quando Cristo entra in Gerusalemme e poi finisce in croce. No.
Per farlo, in primo luogo, Okkióne Primo di Burràkia dovrebbe smetterla di tenersi in giunta, proteggendolo, un assessore all’edilizia che sorveglia il popolo stronzo, mentre lui innalza capannoni abusivi per riparare i suoi amatissimi camper, andando beatamente in culo a tutto e tutti.
Per farlo, in secondo luogo, un’assessora alla Legalità come l’avvocata Marini dovrebbe iniziare una rivoluzione copernicana richiamando tutti al dovere di rispetto delle leggi e dell’assoluta trasparenza, spazzando con un colpo di ramazza il puttanaio amministrativo che c’è in Comune.
Per farlo, in terzo luogo, i partitucoli a sostegno e anche no (ma dello stesso tipo: vedi M5S) di Okkióne Primo, dovrebbero assumersi le loro responsabilità e vergognarsi della monnezza amministrativa comunale di cui, evidentemente, dopo un anno di denunce, non intendono ancora prendere atto. E dovrebbero invitare il Mazzanti a smetterla di prendere per il culo 27 mila begli addormentati.
Tra questi partitucoli pongo pure Marino Michelozzi, che ho visto ragazzetto ma che, da Luciano, suo padre, non sembra aver appreso bene che l’amministrazione e la politica (come diceva lui) sono una banda.
In metafora tutti i sostenitori di questa sinistra okkiònica, partorita dalla sindaca più inutile, sono una brancata di quei canini da compagnia che si assiepano tra i pedi dei commensali a banchetto, aspettando di raccogliere le briciole della torta che cadono dalla tovaglia come nella famosa parabola del ricco epulone.
E sono, per la verità storica:
1. Noi per Quarrata (il che si fa?);
2. M5S (i discorsi non fanno farina);
3. Italia Viva (del cervel ti priva…), a cui aderisce anche il costruttore abusivo, sembra;
4. Articolo 1 (ma di cosa? Di quale legge?);
5. Possibile (ma poco reale…);
6. Associazione della sinistra di Quarrata (pane, acciughe e marmellata).
Per essere davvero seri, tutti questi, e per non aspettare le briciole scodinzolando, al prossimo con[s]iglio comunale dovrebbero presentarsi con forconi e randelli per pettinare a dovere Okkióne Primo e la sua squadra e compasso metaforicamente massonico, vista la sfrenata passione di Simone Niccolai per l’erezione del Tempio dietro la sua abitazione di via del Cas[in]one 31.
Per onorare e fare onorare degnamente Gino Strada e Teresa Sarti a Quarrata, infine, siccome i quarratini non muovono un dito in quanto ignominiosamente incapaci di agire e proni a chi comanda; visti i presupposti certificati, negli ultimi 12 mesi, da Linea Libera e da chi scrive, dovrebbe muoversi, per l’articolo 112 della Costituzione, la procura della repubblica di Pistoia che – ligia al dovere – dovrebbe smettere di dar credito al signor Claudio Curreli e indagarlo, invece, o farlo indagare per i mille conflitti d’interesse che il medesimo presenta e ostenta in tutta questa deplorevole vicenda: ma il capo Tommaso Coletta la ignora bellamente dal momento che – a quanto si sente e nessun sembra voler dire – è solo in parcheggio a Pistoia, dal momento che pare essere in attesa di ereditare il soglio pontificio di Creazzo a Firenze. Insomma: de minimis Coletta non curat (= il capo non ha tempo da perdere in bischerate).
La sovranità appartiene al popolo, secondo voi che leggete? O è in mano a chi la legge la fa e la disfà, l’adopera per interesse e non per giustizia? E io dovrei rispettare – come ha scritto la Gip Patrizia Martucci – il «potere costituito» in quanto tale?
E perché dovrei farlo? Per permettere a gente come Okkióne Primo di Burràkia di trastullarsi col popolo che lui, nel suo analfabetismo di ritorno, si vanta di saper amministrare con incontestabile scienza?
Vergognatevi e basta. Tutti quanti, geni degli occhi cuciti! Anche i cari Fratelli[ni] d’Italia che si risentono con le loro contropropostine conciliative e pandèmiche.
È meglio che stiano zitti perché, nel caso dovesse passare l’Irene Gori – candidata chiave comunque – non prendiamoci in giro: FdI-La Pietra metterà alle spalle del Comune babbo Fiorello, vero deus ex machina del potere edilizio-vivaistico locale E allora sì che si ride fra assessori abusivisti, loggia dei costruttori e Lions Club delle cene a porte chiuse al Croce di Malta di Montecatini!
Quanto a Giuliano Melani, il discorso è semplicissimo: l’Acca 109 ’un cont’un’Acca!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]