PESCIA. Negli ultimi giorni la questione delle Unioni e della fusione dei Comuni è stata al centro dell’attenzione della politica e non solo: Giunta Regionale, Pd regionale e provinciale, Associazioni ma anche di importanti Istituti di ricerca come l’Irpet, spinti dalla riorganizzazione istituzionale che il superamento delle Province ha reso necessario e della necessità dell’efficientazione del sistema pubblico alle prese con sempre minori risorse e nuove emergenze sociali.
Anch’io sono intervenuto sollecitando i miei colleghi Sindaci a muoversi rapidamente nelle direzione della costituzione dell’Unione dei Comuni della Valdinievole, che considero l’obbiettivo più urgente e di rapida attuazione, aldilà della eventuale fusione di singoli Comuni, processo molto più complesso e che necessità di un forte coinvolgimento delle comunità locali.
Del resto questi due livelli, Unioni e fusioni, non sono in contrapposizione: con il primo si da vita ad un nuovo livello della rappresentanza di un territorio e a un nuovo modello organizzativo; con le fusioni nasce un nuovo Ente che però non esaurisce le problematiche di un intero territorio.
A meno che non si pensi al Comune unico della Valdinievole, come ipotizza l’Irpet che per me rimane un obbiettivo difficilmente perseguibile e forse nemmeno tanto possibile: della Valdinievole si può dire che rappresenta una sorta di Città-territorio, ma appunto territorio con specificità e caratteristiche proprie difficilmente integrabili, d’altra parte, con tutto il rispetto del caso, mi si spieghi cosa potrebbe avere in comune Pescia con Lamporecchio e Larciano, che potrebbero partecipare tranquillamente con noi ad una aggregazione di funzioni e servizi ma dubito fortemente che vogliano fondersi.
Fin da subito, invece, il superamento delle Province pone, specialmente per un territorio come il nostro, la necessità di un livello istituzionale e gestionale che oltre alla capacità di gestire i servizi in modo sempre più efficiente ed efficace, oltre che economico, sia anche un soggetto autorevole per rappresentarci nel rapporto con la Regione sulle politiche di strategia e sviluppo territoriale, a partire da quelle sociosanitarie, anche in vista dell’applicazione della nuova legge regionale.
Penso ad una aggregazione ampia di tutta la Valdinievole, non piccole chiamiamole così sub unioni che non rappresenterebbero una risposta adeguata alla sfida e ai problemi che avremo davanti, che parta dalla gestione di alcune funzioni importanti come la programmazione territoriale, la protezione civile, il turismo, ecc. oltre a quelle in qualche modo obbligate come la centrale unica acquisti, l’ufficio gare e progettazione, ecc.
Credo che l’Unione sia per la Valdinievole possibile e anche di rapida attuazione oltre che necessario, poi in questo contesto chi vorrà fondersi lo potrà sempre fare ma con una cornice di riferimento come l’Unione che non può che essere un supporto anche a questi processi.
Processi che bisogna costruire sul territorio nel rapporto con la cittadinanza e che sono una cosa un po’ più complessa che lo studio e l’assemblaggio di indicatori sociali, economici importanti ma che non esauriscono la complessità delle motivazioni di un territorio e la necessità assoluta di un percorso di partecipazione democratica.
Oreste Giurlani