giustizia a misura. C’È STATO TENUTO PER 15 ANNI E NON DOVEVA STARCI: MA NESTI NON È UN PROTETTO, È SOLO UN POVERO DIFFAMATO PERSEGUITATO DA “LINEA LIBERA”, VERO?

Torniamo sul tema del mai-comandante Nesti di Agliana, voluto a forza dal Pd, mantenuto al suo posto in barba a Tar e Consiglio di Stato e per giunta favorito da amministratori, segretari comunali e procura, che non doveva toccarlo neppure con un dito dato il fatto che lui, con i Pm, aveva lavorato gomito a gomito per 4-5 anni


Io

Io sono il comandante tuo: non avrai altro comandante all’infuori di me


E SE CIECA NON FOSSE LA PROCURA

SAPREBBE CHE IL BEL GIOCO POCO DURA


 

La lettera anonima del 25 novembre 1999 che la procura si affrettò a mandare al… cestino. È interessante notare che il documento è datato 25.GIO.11, ma la procura ne anticipa di un giorno il protocollo: 24 novembre…

 

Riprendiamo il discorso aperto ieri mattina in san mercuriale. altre ore perse dietro alle invenzioni del mai comandante nesti.

Tre dovevano essere i testimoni di parte civile fatti chiamare dall’avvocata Annalisa Lucarelli (studio Niccolai/denti-davanti) per sostenere le tesi della persecuzione contro il mai-comandante Nesti: la sua segretaria generale Donatella D’Amico, e due sue colleghe di vigilanza.

Da una parte la sua prescelta Sonia Caramelli, da Nesti fatta sua vice ignorando volutamente l’anzianità di servizio della Lara Turelli, oggi vittima – e ripeto: vittima – dell’arroganza persecutoria di una giustizia pistoiese da pena indecorosa. E questo, sostituti e Pm, è quanto io penso. Posso pensare o devo essere giustiziato per strada?

Dall’altra parte la comandante dei vigili di Montale, Paola Nanni: che affidò a Nesti-nessuno il compito di rivedere il regolamento di polizia municipale associata Montale-Agliana.

È stata sentita, invece, solo la segretaria generale Donatella D’Amico. Poi la giudice Daniela Bizzarri ha rinviato l’esame delle vigilesse (entrambe implicate nella storia della chiavA con arresto-Turelli) al 21 settembre prossimo: equinozio d’autunno – ha chiosato ironicamente.

Varie le domande dell’avvocata Lucarelli alla D’Amico. Varie le domande alla D’Amico da parte delle avvocate Pamela Bonaiuti e Katia Bonari, che difendevano rispettivamente me e Alessandro Romiti – due esseri immondi e stalkers pericolosissimi…

Ricordiamo, per chiarezza, due o tre cosette: il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti, in sintonia e perfetta interazione con la moglie Milva Maria Cappellini, ci ha fatto almeno 3 o 4 esposti all’ordine dei giornalisti, accusandoci di diffamazione (tutti respinti).

Ci ha deliziato di non so quante querele, tutte immediatamente fascicolate da Curreli e fatte confluire nel miscuglio del processo politico che ha ricevuto l’unzione episcopale del disinformato giudice Luca Gaspari; e – ad abundantiam – altre 3-4 querele scompisciate, sempre dello stesso tenore, finite con altri tre o quattro giudici.

Già questa “ossessione vittimistico-accusatoria” del Nesti e della moglie sembra avere tutte le caratteristiche del chiaro indizio di presumibile disturbo nei confronti della realtà, stanti anche i riflessi psichiatrici rilevati e certificati dal dottor Augusto Iossa Fasano, il medico che tuttavia sembra essere stato letteralmente preso in giro dal mai comandante.

Il Tirreno, 10 febbraio 2015 – Nesti/Goduto. La vera vittima di tanti brillantissimi democratici, procura compresa, fu il secondo in classifica

Il sostituto Claudio Curreli, su queste ultime qverelae non ha fatto in tempo a crearne un “disegno criminoso” onde abigearle tutte insieme e riunirle alla vergogna del maxi-processo condotto da Luca Gaspari.

L’accusa di questo scompisciato querelame è la stessa e dello stesso tenore: Linea Libera è un quotidiano maligno, fatto da stalkers e molestatori seriali, che diffamano un sacco di persone, fra cui un vergine Andrea Alessandro Nesti che was sputtaned because noi avremmo scritto che era, è e sarà ancora per un po’, favorito e protetto dalla politica aglianese (leggi Pd e altra sinistra) e altrettanto dalla procura di Pistoia, in quanto costui ha lavorato per essa medesima nel corso di 4-5 anni come pubblico ministero onorario in aula.

Provate a immaginare soltanto quale sia stato il nostro piacere nel sentire la testimonianza della D’Amico, ex-segretaria generale di Agliana (e non meno di Nesti, del Pd e di chissacchì), con la quale ha illuminato i presenti sul protezionismo favoreggiante a guadagno del mai-comandante e a danno non solo del vero vincitore del concorso, il dottor Mauro Goduto, preso in giro e sbeffeggiato da molti democratici dei nostri stivali, ma di tutto il popolo di Agliana. Che, per 15 anni, si è tenuto a sue spese un comandante che in realtà era un nessuno, però inderogabilmente preteso dalle coorti della sinistra al potere.

La D’Amico (riportiamo il sugo della storia, poi, quando sarà disponibile, vi daremo anche l’audio o la trascrizione esatta) ha detto, e sottoscritto con giuramento, che: quando giunse la sentenza del Tar che imponeva al Comune di Agliana di rimuovere Andrea Alessandro Nesti dal comando, la sentenza, pur esecutiva, non venne eseguita. Il perché – che qui non interessa – ce lo ha accennato parlando di pareri e chiacchiere di sofistica inconsistenza giuridico-legale. Evidentemente Protagora e Gorgia si sono trasferiti tra i laureati in legge e gli avvocati dell’ordine…

1. Chiede l’avvocata Bonari: «E perché non fu eseguita? Il Comune non aveva altri ispettori di livello D in grado di prendere il comando al posto del Nesti?».

2. Risponde la D’Amico: «Sì c’erano. Ma era una questione di natura politica, perché l’amministrazione di allora non voleva affidare il comando né alla Sonia Caramelli né alla Lara Turelli».

Avete inteso bene? È chiaro? O Roma o morte (Garibaldi). O Nesti o nessun altro (sinistra di Agliana). Nesti era il destinatario del posto da comandante: lo aveva detto una denuncia anonima, che la procura aveva prestamente archiviato (vedi foto). Ce lo aveva fatto capire perfino l’avvocata Lucarelli, durante l’udienza precedente, allorquando aveva stabilito la “consistenza gender” di due ispettori: Nesti-centrosinistra, Turelli-centrodestra.

Una domanda, a questo punto, per la procura di Pistoia e per la vergogna dell’atteggiamento protettivo della cordata Curreli-Martucci-Gaspari nei confronti di Andrea Alessandro Nesti e della moglie Milva Maria Cappellini:

se il Tar ti ordina di levare il Nesti e tu non lo levi perché non vuoi nominare comandante né la Caramelli né la Turelli, libere, qualificate e in servizio nello stesso comando: è errato, offensivo e doloso affermare che il Nesti era il prediletto, il protetto, il vezzeggiato, il predestinato, il santificato in vita dal Pd e, oggi, dall’amministrazione attuale, pur se sedicèntesi di centro-destra, e infine dalla stessa procura che rinvia a giudizio due giornalisti/comunicatori solo perché hanno messo a nudo il malaffare dell’Agliana della mellétta in chiave di odor di mafia?

Agliana, cari sostituti e giudici, non aveva bisogno di un comandante, ma del comandante. Di quello che, ovviamente, si chiamava Andrea Alessandro Nesti: insostituibile sia dalla Caramelli che dalla Turelli.

E i magistrati impegnati attorno a queste torbide vicende (vi si deve, infatti, aggiungere anche il caso Turelli) dovrebbero rinunciare al loro incarico di mescolare un guazzabuglio di liquami senza svolgere indagini, come vanno svolte; senza rispettare la legge in relazione all’interrogatorio di garanzia della Turelli; senza andare avanti a testa bassa dinanzi a una più che evidente incompatibilità rappresentata dai rapporti che Nesti ha sempre avuto e tenuto con tanta procura e tanta polizia giudiziaria.

Questo modo di procedere è – a nostro parere – indegno del servizio che uno stato ha il dovere di erogare ai propri stipendiatori, i cittadini sin troppo spesso trattati come “negri da cotone” – a volte anche per miserrimi interessi di squallido tornaconto privato, come amiciziùcole o figli da mettere all’asilo al posto di altri.

Nota finale di colore. Non sarebbe male, per la iper-solerte, quanto spesso irritante, avvocata Lucarelli, se, facendola meno lunga con le sue capziose quanto inutili, livorose e suggestive illazioni, decidesse (siamo a metà marzo del 2023) di togliersi, finalmente, la maschera in aula.

Le ricordiamo che il pericolo del Covid non c’è mai stato: un pericolo che lei considera (errando) reale sotto il profilo della più assoluta putatività senza rendersi conto che il suo ministro della salute, Speranza (perduta, ovviamente), scriveva uoz-zappàte (sui piedi) da far meritare l’arresto a vita per tutte le menzogne rosso-nazis, ivi contenute, nonostante la ministrale ascendenza ebraica (a quanto si dice)…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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