giustizia di vanni fucci. ECCO COME NON FUNZIONANO LE COSE A SARCOFAGO CITY

Dopo una faticosa ricerca durata 16 mesi il cronista Alessandro Romiti viene a sapere di un decreto penale adottato per punire un* diffamatore/trice. In Procura avevano perso il fascicolo e sono stati inoltrati numerosi solleciti al dirigente di cancelleria. È questa la giustizia riservata alla “gente comune” cara al pm Coletta?


Quanto costa offendere una persona così… tanto per antipatia?


Alessandro Romiti

 

PISTOIA-AGLIANA. La querela presentata da Alessandro Romiti nel luglio 2020 per una diffamazione subita su Facebook da parte di una ciampoliniana troppo infuocata, era munita di tutti i crismi e riportava, in chiusura, le due raccomandazioni principali: l’opposizione all’emissione del decreto penale (di cui il Gip si è altamente fregato) e la richiesta di essere informato dell’eventuale archiviazione della “notizia di reato” che era bella in chiaro nelle pagine della querela depositata.

La querela era dimostrata facilmente dalla semplice consultazione delle pagine di facebook del Comune di Agliana, dove il Romiti era stato pesantemente offeso con contumelie gratuite.

Romiti, dopo aver fatto due richieste alla cancelleria del tribunale fin dal novembre 2021, non otteneva risposta alcuna e si era addirittura rivolto, nel febbraio del 2022, alla stazione dei carabinieri dove aveva presentato la querela, per ottenere rassicurazione che i CC l’avessero depositata. Dunque non restava che insistere presso la cancelleria guidata dalla dottoressa Ferilli.

I carabinieri di Agliana avevano fatto il loro dovere

Eppure sulla querela era ben chiaro tutto…

La questione era incomprensibile. In un certificato 335 la querela di cui stiamo parlando era sparita e non c’era nessun riscontro di un rinvio a giudizio del* diffamator/trice. Ma dopo almeno otto mesi di ricerche, la dott.ssa Ferilli fasapere che un decreto penale era stato emesso già il 25 agosto 2020: dopo solo 40 giorni dalla presentazione della querela. Il decreto colpiva il soggetto diffamante con una pena di 400 €.

Il decreto, non opposto, ha permesso a Romiti di chiedere il risarcimento del danno per la diffamazione subìta; azione che Romiti ha esercitato ottenendo un pagamento in suo favore di quattromila euro oltre ai costi di tutela legale.

Se da una parte c’è la giusta soddisfazione per il ristoro del danno, resta l’afflizione per aver dovuto perdere un anno e mezzo di tempo dalla decretazione del provvedimento del Gip.

Questo fatto ci ricorda e ci conferma che la giustizia di Pistoia è una realtà con siversi lati oscuri: dagli errori, ai silenzi, alle violazioni dei diritti di difesa per gli indagati a una gestione delle carte che lascia molto a desiderare.

Non sarebbe l’ora di far luce su tutto questo e di porvi un giusto rimedio, Ministro Nordio?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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