giustizia pistoiese. UNA PROCURA DA ARRESTO FACILE, UN RIESAME CHE LA SMENTISCE E UNA STAMPA CHE CAMMINA “SUI GUSCI D’UOVO”

Mezza parola in più di libera critica, ai signori giornalisti pistoiesi (libera critica sui sistemi abnormi e sempre comunque ritenuti errati dal riesame) non gli scappa. Non gli sfugge mai di bocca



 

Catone contestalizzato per Pistoia: «Censeo magistraturam esse delendam»

 

Dopo il commento di ieri sulla liberazione del vigile Cecchini dagli arresti domiciliari, stamattina la carta stampata racconta l’incredibile e triste storia riportando, in maniera rigorosamente “oggettiva” (in altri termini: asettica), la vicenda di un cittadino che è stato chiuso fra quattro mura dal 14 luglio scorso fino a ieri, 26 ottobre.

Si tratta di 104 giorni – per caso lo stesso numero che toccò anche a chi scrive – generosamente dati “a capocchia” da una procura arrestina e (questo lo si capisce dal percolato delle parole dell’avvocato Bonaiuti) e stizzosa fino all’inverosimile.

Clichés simili per me e per il vigile Cecchini. Il difensore di entrambi – che, per caso, è lo stesso – chiede sia la mia liberazione, sia quella del Cecchini; e dalla mia parte la Gip Patrizia Martucci dice di no (poi il riesame demolisce la di lei decisione); dall’altra il Gip Luca Gaspari nega anche in virtù della posizione del duo De Gaudio-Serranti (lo leggo dalle parole dell’avvocato Bonaiuti). Una posizione negazionista anche contro l’evidenza giuridico-legale, simile – credo – a quella assunta dal duo Curreli-Grieco ai tempi del mio caso anomalissimo.

Risultato: lo stesso. Il riesame vede e capisce al volo. Per me avevano inventato un reato inesistente (stalking giornalistico, poi mutato in stalking del giornalista: come dire fritto misto riciclato, per risparmio alimentare, in misto fritto); per il Cecchini avevano inventato la “giusta disparità di trattamento” fra vigile semplice e comandante Gatto.

Mezza parola in più di libera critica, ai signori giornalisti pistoiesi (libera critica sui sistemi abnormi e sempre comunque ritenuti errati dal riesame) non gli scappa. Non gli sfugge mai di bocca.

In ambedue i pezzi di oggi dei quotidiani cartacei, tutto quel che può dare adito a problemi (anche solo ipotetici), è messo, asetticamente e per principio di precauzione, in bocca all’avvocato Bonaiuti.

Se Pistoia crepa di schizofrenie giudiziarie – perché questa, intendiamoci, è la situazione in entrambi i casi: il mio e quello del Cecchini – è bene che sia così, laddove una stampa libera (detto da Draghi), ma solo «di leccargli il culo» (commento di Crozza), ha deciso di non svegliare il can che dorme o, come dice la Gip Martucci, le «autorità costituite», intangibili come se fossero papalmente infallibili per dogma.

Sì. La Meloni è un presidente del consiglio (non un “premier” cavolescamente inglesizzato, tanto di moda oggi) di uno stato sostanzialmente fascista.

E per due motivi specifici:

  1. il potere è intoccabile e se lo tocchi morde

  2. il popolo è e resta bue – o anche più semplicemente somaro

Così prende le legnate e ringrazia festoso, contentandosi di prenderne il meno possibile.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Catone avrebbe detto: «Censeo magistraturam esse delendam»


Print Friendly, PDF & Email