giustizia progressista. QUATTRO SALTI IN PADELLA IN MEMORIA DI UN PROCESSO POLITICO MESSO IN PIEDI DA UN SOSTITUTO CHE AIUTA INDISTURBATO I NERI A VIOLARE LE NOSTRE LEGGI

Convinto di essere un salvatore dell’umanità, due anni fa, questo signore dei nostri destini, che lavora indisturbato nello stesso tribunale in cui sua moglie, Nicoletta Maria Curci, giudice delle esecuzioni, esercita e sue funzioni… Ma quanto dà noia la logica di Aristotele?


Quante parti in commedia può recitare un magistrato? Qui non si tratta di vilipendio, ma di analizzare il comportamento di un singolo individuo


UN FAMOSO FILOSOFO DICEVA CHE

QUANDO UNO È DAPPERTUTTO

NON È DA NESSUNA PARTE


 

Ma a Pistoia queste verità eterne nessuno le vede? E si devono tollerare perché «loro sono loro e noi non siamo un cazzo»? È questa la nostra Costituzione, pseudogiornalisti e pseudopolitici e pseudotutto pistoiesi?

 

La notizia di stamattina, presa in prestito da La Verità di Belpietro – un gran bel giornale che però non ha il coraggio di venire a Pistoia a vedere quello che accade in casa di Tommaso Coletta –, è l’uso distorto della giustizia da parte di certi signori progressisti, pronti a spargere i semi del cristianesimo e, allo stesso tempo, a moltiplicare i roghi dell’Inquisizione contro gli àtei del credo rosso, favori a più non posso.

Ripasso, per tutti i nostri lettori scontenti dei giornalicchi pistoiesi, a costo di scassare la minchia senza sosta, le vicissitudini squallidissime dell’operato di un Claudio Curreli che, ubiquo come Dio, è sempre da qualsiasi parte fuorché da quella della giustizia che fa luce sui fatti e non sulle tesi prese a priori come le uniche giuste. Opinio mea insindacabils, art. 21 Cost. ignoto ai magistrati di qua.

Convinto di essere un salvatore dell’umanità, due anni fa, questo signore dei nostri destini, che lavora indisturbato nello stesso tribunale in cui sua moglie, Nicoletta Maria Curci, giudice delle esecuzioni, esercita e sue funzioni;

due anni fa, con una splendida operazione seguita dal luogotenente Salvatore Maricchiolo – il carabiniere che, su indicazione di Leonardo De Gaudio e Luisa Serranti fa oggi iniziare un processo contro Lara Turelli, capo dei vigili di Agliana ritenuta responsabile del furto (presento) di una chiavA; e fa partire un anno di intercettazioni telefoniche con 18 mila pagine di trascrizioni da addossare al popolo lavoratore –;

due anni fa mentre chiedevo giustizia perché venissero smascherati e cancellati i favori che il Comune di Quarrata aveva riservato al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, un unto del Signore: prima – parlo di Curreli – mi face sequestrare illecitamente i miei strumenti di lavoro; e poi, convincendo la Gip Patrizia Martucci – che personalmente ritengo corresponsabile in solido di questa infamia, per l’illogicità manifesta nell’adozione dei provvedimenti assunti senza riflettere – a mettermi perfino agli arresti domiciliari, volle far vedere di cosa può essere capace l’amministrazione della giustizia di parte. Era, se non erro, l’11 dicembre 2020.

Che il signor Claudio Curreli sia un magistrato progressista non v’è dubbio. Lo gridano ai quattro venti i suoi comportamenti indegni (a mio parere) di un tutore della legge: dalla stupidità conclamata della condanna di Padre Fedele Bisceglia, ai tempi del suo ingresso in magistratura; alla permanenza, indisturbato, nello stesso tribunale in cui lavora la moglie, in civile, e sulle stesse materie di cui pure lui si occupa; alla sua passione di insegnare il buon comportamento civile e morale scoutizzando il popolo con l’Agesci pistoiese, per la quale lavora usando persino la sua mail istituzionale; alla sua tentata redenzione delle prostitute delle rotonde della superstrada di Agliana, protetto da un cordone di poliziotti e (se del caso) anche di vigili urbani di Agliana; alla tutela di personaggi a lui noti (il mai-comandante dei vigili Andrea Alessandro Nesti e la sua gentile signora consorte Blimunda Milva Maria Cappellini, supponente scrittrice che, in ossequio, forse, alla Michela Murgia, nella sua rivoluzionaria opera dal titolo di Ferite, fa diventare femminile la parola «resede», notoriamente maschile sia nel dizionario della Crusca/Semola rossa fiorentina, che in quel pasticciaio comunista della stra-famosa Treccani.

Rileggetevi questa schifezza di comunicato stampa costruito sulla assoluta mancanza di indagini per come devono essere svolte. Ma piangete, pistoiesi, perché siete messi molto male

Andate a vedervele queste cose – e ogni tanto leggete e fatevi una cultura anche voi fra le sacre mura procuràli, dal momento che qualcuno non sa neppur distinguere la differenza che corre tra un fornitore e un contribuente

Detto questo, si osservi attentamente qualche foto a portata di web: in cui il sostituto Curreli compare sempre okkupato sul fronte dell’impegno etico-moral-civile, quantomeno di dubbio gusto. Ma si rifletta soprattutto su un fatto ben più grave e, direi, definitivo per una bollatura senza appello.

Dinanzi alle mie continue richieste di indagare sui fatti riguardanti il famoso pescinate non-dottore, che come tale però si spacciava, il sostituto Curreli se ne guardò bene di studiare le leggi dello stato italiano (che per questo lo paga lautamente), riguardanti la viabilità vicinale-interpoderale; i regolamenti del Comune di Quarrata, riguardanti la viabilità vicinale-interpoderale, ignoti anche a tre o quattro importanti somari dell’amministrazione locale: la sindaca inutile Sabrina Sergio Gori; il sindaco semianalfabeta Marco Mazzanti; l’assessore agli abusi edilizi Simone Niccolai, che a sua volta costruiva abusivamente nell’orto; l’assessor sorridente/analfabeta Gabriele Romiti, oggi sindaco eterodiretto da Marco Mazzanti.

La stessa completa ignorantia legis – che non excusat… – la dimostrarono, a seguire, la Gip Patrizia Martucci e il sostituto Giuseppe Grieco.

La prima decretava a refe nero senza nemmeno preoccuparsi di ciò che scriveva. Voleva che stessi a trecento metri di distanza dai piedi del Perrozzi: ma io, intorno a quei piedi principeschi, quando mai c’ero stato dopo il 31 dicembre 2008, anno del nostro primo e ultimo maledetto incontro casuale per strada? Inoltre mi intimava di non comunicare con lui e poi mi faceva arrestare perché avevo scritto altri articoli: forse scrivere articoli significa, secondo le sue scarse conoscenze di lingua italiana, comunicare con qualcuno? Forse, nella sua prima misura restrittiva, mi aveva ordinato di smettere di scrivere?

Salvatore Maricchiolo. Invece di indagare, andò a chiedere conferme al Comune di Quarrata. roba dell’altro mondo! Però ha perso un anno di intercettazioni per il furto presunto di una chiavA

Il secondo, con una concentrazione di sgraziata sfrontatezza davvero degna di miglior causa, osava chiedermi in aula “il motivo per cui non mi ero iscritto a Fratelli d’Italia”; o a Romiti il perché mi stesse a fianco, a me, pazzoide pieno di querele quanti gli aculei dell’istrice; o nominando in aula fatti e persone che non c’entravano con la materia del processo politico: mia figlia, i fatti miei, mia nipote – anche se il codice deontologico della Associazione Nazionale Magistrati, cui probabilmente anche Grieco è iscritto, lo vieta espressamente. Ma loro – come Bruto in Shakespeare – sono uomini d’onore

Al di sopra di loro, come il famoso coperchio della famosa pentola a pressione, il giudice Luca Gaspari ha saputo dare il meglio di sé quando, da me messo analiticamente al corrente di tutti i riferimenti giuridico-legali che mi assolvevano e mi scriminavano da qualsiasi accusa, ha preferito andare a diritto e condannare forse, chissà?, per non svergognare i colleghi.

E queste carriere non dovrebbero essere separate? Ma con un colpo di spada! E subito alla maniera in cui il saggio re Salomone, fra l’altro anche giudice, avrebbe voluto dare mezzo figlio a testa alle due madri che ne rivendicavano la legittima maternità!

Dinanzi a tal giustizia, indisturbata, difesa da capi, capini, capetti, dirigenti e quant’altro, il popolo massacrato dovrebbe rispettare, come pretenderebbe la Gip Patrizia Martucci, le «autorità costituite»?

È mia opinione – ma non solo mia – che si faccia ordine nel caos e che i signori dei nostri destini siano responsabili delle cazzate che combinano ogni giorno assolutamente certi che nessuno dei loro colleghi li condannerà mai per il male che spargono nel mondo della «gente comune» così cara a Coletta, il protettore – a quanto si legge – della blasonata famiglia Turco di Pistoia-Firenze.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

È NATALE E A NATALE SI PUÒ FARE DI PIÙ

Lara Turelli, comandante dei vigili di Agliana, da oggi a giudizio

 

Oggi in tribunale a Pistoia inizia un altro bel processo politico ai danni di Lara Turelli, ex comandante dei vigili di Agliana, servita su un piatto d’argento alla foga punitoria dei sostituti De Gaudio-Serranti, fedelissimi di Coletta. La procura, infatti, a nostro parere è divisa in tre tronconi principali: il Capo e affiliati; il Vice e affiliati; e certi altri ignavi – direbbe l’Alighieri – che, nella guerra tra Dio e Satana, per sé fóro, sono stati sul suo (dialetto pistoiese) senza mai schierarsi del tutto. E questa sarebbe la giustizia terza, equa e imparziale…


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